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Stile Arte (2006-2011) Anno 11 Numero 111 settembre 2007



Camillo Procaccini,il sacro e il profano

Intervista a Paolo Vanoli, curatore della prima mostra monografica dedicata a Camillo Procaccini



Approfondimenti d'arte e di storia della cultura per “leggere le opere”dell’arte italiana ed europea


LA MOSTRA DI COPERTINA: Tiziano, ultimo atto 6

GRANDI MOSTRE: Una rivoluzione paradisiaca 14

QUATTROCENTO: Leonardo, le mani parlanti 16

L’ABITO DIPINTO: Il sarto, architetto dell’universo 20

ICONOLOGIA: La strategia del ragno 22

TEMI D’ARTE: I quadri mutilati di guerra 25

ARTE E ALCHIMIA: Il partito degli arcimboldisti 26

SEICENTO: Camillo Procaccini, il sacro e il profano 28

ARTE ED ARTISTI: Tiepolo, l’eredità dissolta 30

OTTOCENTO: America! 34
I ritratti di monsieur Nadar 36

ARTE E PSICOSI: La tavolozza di Jack lo Squartatore 39
Serial killer & artisti 42

SCULTURA: Profondo Rosso (Medardo) 46

I RIVOLUZIONARI PENTITI: Severini, il fascino eterno del visibile 50

NOVECENTO: Chagall e Miró, gemelli diversi 58
Giacometti, contro la pelle del mondo 60

POLEMICHE: Bartolini, una voce fuori dal coro 62

CONTEMPORANEA: Hirsch, lunga vita alla pittura 64

MOSTRE: Dalmazia, amore mio 67

CONTEMPORANEA: Benetta, sogno ed incanto 68

FOTOGRAFIA: Con gli occhi e col cuore 72

L’AGENDA DELLE MOSTRE 74

ARTE & EROS: Gli anelli svelano il mistero 76
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Il sacro e il profano

Alla Pinacoteca Züst di Rancate, in Svizzera,la prima monografica dedicata all’opera di Camillo Procaccini,figura di spicco del Seicento lombardo.La riscoperta di dipinti
svincolati dalla più consueta iconografia religiosa e della spumeggiante produzione giovanile.

E’ la prima mostra monografica dedicata a Camillo Procaccini, protagonista della pittura lombarda fra il XVI e il XVII secolo. A partire dal 14 settembre, la Pinacoteca Cantonale Giovanni Züst di Rancate (Svizzera) ospiterà le opere dell’artista di origine emiliana, che dialogheranno con alcuni dipinti di Giovan Battista Crespi detto il Cerano, altra figura di spicco del Seicento lombardo.
Con una quarantina di lavori, la mostra - coordinata da Mariangela Agliati Ruggia - si propone di ricostruire integralmente la complessa cultura pittorica di Procaccini, e si sofferma soprattutto sulla sua prima attività, non confinandola esclusivamente nell’ambito dell’arte sacra, com’è avvenuto fino ad ora.
Stile ha intervistato nell’occasione Paolo Vanoli, curatore della rassegna insieme a Daniele Cassinelli, Francesco Frangi e Alessandro Morandotti.


Quali sono state le scoperte attorno a Camillo Procaccini cui si è giunti negli ultimi anni?
Sicuramente la rivalutazione della produzione profana, meno conosciuta rispetto a quella sacra. Eloquente, in proposito, lo studio condotto da Alessandro Morandotti, Milano profana nell’età dei Borromeo (Electa, 2005), che getta luce su questa cultura libera, influenzata dal manierismo internazionale e legata alle corti europee.
Siamo poi riusciti a stabilire con precisione l’anno di nascita di Procaccini: 1561. Diverse le ipotesi formulate a riguardo: alcuni studiosi pensavano ad una data più antica, ma la nostra supposizione si è rivelata corretta. Inoltre abbiamo rinvenuto parecchie opere giovanili prima ignote.

C’è qualche lavoro inedito o particolarmente interessante che ci vuol segnalare?
Tra i pezzi più pregiati si annoverano l’olio su rame con San Giorgio e il drago, il Sacrificio di Isacco, che ci è stato concesso dalla Pinacoteca di Varallo, il disegno dedicato a Sant’Antonio tentato dai diavoli, mai esposto in Italia, e splendide opere del Cerano come la Sacra Famiglia, proveniente dall’Ashmolean Museum di Oxford, nonché l’inedito Il riposo durante la fuga in Egitto.

Come siete giunti ad ottenere tali pezzi straordinari?
Attraverso un intenso lavoro di studio e di ricerca. Molto dobbiamo alle segnalazioni di alcuni esperti: l’apporto di Francesco Frangi, ad esempio, è stato indispensabile. Fondamentale poi il contributo di due importantissimi musei britannici: il British Museum di Londra e il già citato Ashmolean.

Come si è svolta la formazione di Procaccini? Quanto ha contato l’esempio del padre Ercole e a quali altri artisti ha attinto?
Camillo si forma studiando proprio con il padre, pittore affermato e attivo a Bologna. In seguito allarga i propri orizzonti e si accosta all’arte di Bartolomeo Passerotti e Pellegrino Tibaldi. Insostituibile per lui l’insegnamento di Barocci e Zuccari, così come quello del Correggio: Procaccini resterà colpito soprattutto dai suoi notturni.

In che cosa consiste la sua originalità?
Il merito di Camillo è di aver portato a Milano, dove è giunto nel 1587, un manierismo nuovo, più sciolto, naturale, vivace ed espressivo rispetto a quello macchinoso e artificioso, di un’eleganza algida, di autori come Luini e Peterzano, ancorati alla pittura del tardo Cinquecento.
Nella città lombarda, inoltre, Procaccini introduce l’incisione ad acquaforte, tecnica poco conosciuta dagli artisti locali.

Per quale motivo, a suo avviso, non è mai stata dedicata una mostra monografica a Camillo Procaccini prima d’ora?
L’abbondanza delle opere ha certamente pregiudicato la sua fama: sull’onda del successo giovanile, già alla fine degli anni ’90, Camillo si assesta su un linguaggio edulcorato, accademico, senza più slanci, meno innovativo, meno focoso.
L’obiettivo che ci prefiggiamo è quello di celebrare la produzione giovanile di questo straordinario artista, che rischia di essere dimenticata. Uno dei vanti della mostra è l’esposizione di alcuni lavori del Cerano, attraverso i quali diventa possibile comprendere il dialogo fra i due, esponenti di rilievo della pittura del Seicento lombardo. (a. troncana)

Camillo Procaccini (1561-1629). Le sperimentazioni giovanili tra Emilia, Lombardia e Canton Ticino
Rancate (Svizzera), Pinacoteca Cantonale Giovanni Züst
dal 14 settembre al 2 dicembre
Orario: 9-12, 14-17, chiuso lunedì.
Catalogo Silvana editoriale.
Info: +41-(0)91-6464565, www.tich/zuest