Segno Anno 32 Numero 222 novembre - dicembre 2008
Performance VB62/Spasimo
Sotto la grande abside dello Spasimo di Palermo, ex chiesa a cielo aperto, sono adagiati corpi bianchi di donne che lentamente iniziano a muoversi; sollevamenti minimi, poi più decisi, in un alternarsi ciclico che è già preludio di un racconto tra vita e morte che sceglie il linguaggio asciutto dell’essenza.
Il colore bianco che qui diviene il leit motiv dichiarato della performance VB 62, è quello della scultura in stucco di Giacomo Serpotta, artefice di trionfi barocchi e narrazioni di grande invenzione. Il vistoso artificio che caratterizzò quelle opere qui cerca un rinnovato dialogo con ciò che maggiormente appare emblema del contemporaneo, quel corpo cioè che diviene testo e pagina d’esercitazione ininterrotta, capace di assorbire, trasformare e manifestare gli umori più vari, i sentimenti più estremi, di essere lavagna su cui scrivere le cifre del disagio, come del resto da anni fa Vanessa Beecroft. Il corpo scolpito dalla contemporaneità è segnato dall’artificio, innanzi tutto, perché è costantemente l’idea a modificare il concetto di bellezza, sulla spinta di intersezioni molteplici.
I corpi bianchi che sembrano adagiati su bare disposte a raggiera si levano in pose differenti, alcuni rimandano ad Ingres, altri ancora a certa scultura settecentesca. Ma il gioco è doppio, e il rimando moltiplica ancora se stesso, perché alcuni di essi non sono reali, ma calchi di corpi reali, perfetti in ogni dettaglio, inquietantemente immobili. Ma il corpo, quello vero, delle donne offre ancora una speranza; e così non tutti gli organi sessuali sono coperti da questo bianco che sembra cristallizzare le esistenze, e i frammenti di carne che affiorano con discrezione sembrano depositari di nuove possibilità e speranze.
La performance di Vanessa Beecroft è stata realizzata dalla Fondazione Goca di Palermo, insieme alle gallerie Lia Rumma e Massimo Minini.