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Next Exit Anno 8 Numero 74 febbraio 2010



Do you Poken?

Maria Cristina Bastante

Un pupazzetto ci salverà? No, ma ci aiuterà a restare in contatto.



Creatività e lavoro


NEXT EXIT NUMERO 74 - FEBBRAIO 2010



ALLA PRIMA: Premio paesaggio 105.000 euro: La Regione Autonoma della Sardegna vuole promuovere gli interventi di qualità paesaggistica e sostenibilità ambientale sul territorio, oltre che "raccontare" il paesaggio sardo con la IV edizione del Premio del Paesaggio Sardegna. Il premio è diviso in due sezioni: "Progetti" e "Fotografie". Il montepremi totale di 105.000 euro sarà ripartito nelle due sezioni.

20.000 euro per Romaeuropa Webfactory e Telecom Italia: Entra a far parte della community perpartecipare ai contest creativi Promosso da Telecom Italia e dalla Fondazione Romaeuropa Arte e Cultura. Quattro le sezioni: video art, per immagini in movimento; Music@, rivolto ai creatori di musica elettronica; 100words, contest di scrittura creativa e Spot, dedicato alla creazione di spot pubblicitari. In palio per il vincitore di ciascuna sezione un premio di 5.000 euro.

Porotgallo. Museo del Tram. 38.000 euro: Un concorso per la riqualificazione del Palazzo del Museo Tram indetto dal Dipartimento dei trasporti collettivi della città di Porto, SA (STCP), con l'assistenza tecnica della OASRN, in Portogallo. In palio diversi premi del valore complessivo di 38000 euro. Per il vincitore 12.500 euro.

Torino si rivolge al futuro. Metamorfosi Il concorso per disegnare il futuro di Torino nord. L'obiettivo è quello di riqualificare le aree del quadrante Nord e Nord Est del territorio comunale interessate dalla realizzazione della linea 2 della metropolitana. In premio 120.000 euro.


DALL'INTERNO: La cultura che regala identità alle aziende. Il caso della città di Roma dove il 48% delle imprese scegle di investire in eventi socio-culturali. E le P.A. provano a fare sistema.

Resistenze digitali. Quali sono le community della musica elettronica? Un'analisi dei festival e di chi li crea, da Roma a Barcellona.

Videoclip Booktrailer. Opportunità e diritti d'autore nel mondo della musica indie.

Ipersocietà@Do you poken? Un pupazzetto ci salverà? No, ma ci aiuterà a restare in contatto. Attraverso un semplicissimo dispositivo elettronico le informazioni si scambiano, si memorizzano e si aggiornano in un attimo. L'ultimo gadget da desiderare si chiama Poken, il biglietto da visita digitale. Di Maria Cristina Bastante

Next Wall@Immagini nella realtàQuando l'arte urbana si fonde con l'arte pubblica. Walls: una nuova idea di arte sociale.Resistenze digitali Quali sono le community della musica elettronica? Un'analisi dei festival e di chi li crea, da Roma a Barcellona. Di Simone Pallotta


E ANCORA: GUEST@DIXI ROMANO. Ha iniziato la sua carriera nella famosa rivista londinese Dazed and Confused. Oggi di base a Barcellona lavora come freelance Stylist ed è rappresentata dall' agenzia Motif Management. Ha già lavorato con vari fotografi di moda come Richard Jensen, Quentin de Brye, Esperanza Moya, Sara Coe, Luciano Insua e Cristina Capucci.

FILO ROSSO@ MARC ABOUT Il primo Filo Rosso del 2010 è firmato da Marco About. Illustratore, ama disegnare soprattutto con matita e penna su carta. E' contento del successo per la mostra "Children No More" che gira l' Italia da un annetto a questa parte.' artista Simone El-Rana e con Mondopop. In ballo c?è un nuovo progettino di collaborazione con l' amica 'Giada Wooden Boxes' ma preferisce non svelare nulla.
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Attraverso un semplicissimo dispositivo elettronico le informazioni si scambiano, si memorizzano e si aggiornano in un attimo. L'ultimo gadget da desiderare si chiama Poken, il biglietto da visita digitale.

Innovativo, simpatico, sociale. Se chiedi ad Elena Franco di descrivere Poken in tre parole, lei non ha dubbi: sono queste qui. L'ultima device, che promette di aiutarci ad restare in contatto se non con tutto il mondo almeno con le persone che abbiamo conosciuto, ha l'aspetto buffo di un pupazzetto con la testa grande e una manina aperta, in segno di saluto. User friendly, per principio: ecco Poken.

Elena, 33 anni, esperienza decennale in ambito informatico, lo ha ricevuto in regalo come gadget durante un evento a cui ha partecipato: lei dice che è stato amore a prima vista. Adesso è il distributore esclusivo per l'Italia. Poken sembra un accessorio da geek incallito, ma non lo è: è la naturale evoluzione del biglietto da visita. Invece di tirare fuori il proprio cartoncino - o peggio cercare furiosamente un pezzetto di carta e una penna con cui scrivere il nome e i recapiti da lasciare a qualcuno - si tira fuori il proprio pupazzetto e, se l'interlocutore è anche lui poken-munito, avviene lo scambio di informazioni, in digitale. La tecnologia è semplicissima, Poken è una penna USB che contiene i dati personali, i soliti: indirizzo, numero di telefono, ma anche quelli relativi ai social network, o agli account di messaggistica istantanea: nel momento i cui i due poken si avvicinano tutte queste informazioni vengono scambiate, in maniera simile a quello che avviene quando "passiamo" dei dati, ad esempio dal cellulare al computer, attraverso il 'bluetooth. Solo che, nel nostro caso, l'operazione è del tutto istantanea e, nel momento in cui andremo a modificare una qualsiasi delle informazioni (un banalissimo cambio di indirizzo email, per capirci) questa verrà automaticamente inviata aggiornata a tutti i nostri contatti.
Come dire, ecco la reperibilità ai tempi del web 2.0. Sembrerebbe una cosa da "ragazzini", ma i dati smentiscono. Elena Franco spiega che la fascia d'età media dei pokenauti va dai 25 ai 40 anni: si tratta principalmente di persone che lavorano con internet.

"Purtroppo non ho un quadro completo, dal momento che i Poken sono anche venduti in negozi (e sui loro clienti non ho visibilità) - dice - Per quello che ho potuto osservare vengono principalmente acquistati per eventi, come gadget da dare ai partecipanti. Qualche azienda li ha anche scelti come regalo di Natale per i propri clienti."

Eppure il fenomeno è in espansione. I pupazzetti hanno fatto furore alla SMAU e si stanno ritagliando man mano un'ottima rassegna stampa, passando da Wired alla diffusione capillare dei free press cittadini, al tam tam della rete, tra blog e forum, di settore e non. Che cosa vuol dire? Che il prodotto ha successo, è indubbio. Che è un prodotto che nasce di nicchia (quella degli appassionati technocrati), ma che potenzialmente può conquistare chiunque. Vuoi per il prezzo, abbastanza politico (siamo intorno ai venti euro), vuoi perché il social networking impazza (chi non ha almeno un profilo da qualche parte). Vuoi perché - ed è qui la novità - Poken funziona effettivamente come anello di collegamento tra reale e virtuale, mantenendo in potenziale contatto persone che davvero si sono incontrate almeno una volta e si sono strette la mano. È un segnale significativo: che sia la prossima deriva del web 2.0? Dalla socializzazione sfrenata, alla gestione "a distanza" delle proprie conoscenze, superficiali e non. Poken non ci fa fare amicizia, ma ci aiuta a mantenerle vive. Che alla base rimangano i rapporti umani è, quantomeno, un aspetto confortante. Il papà dei Poken, che si chiama Stéphane Doutriaux ed è franco - svizzerocanadese - americano, racconta di averci pensato per la prima volta quando alla fine di un corso in una business school si è trovato un mucchio di indirizzi, numeri di telefono ed email da trascrivere. E allora gli è venuta l'idea: perché se la tendenza di oggi è accessoriare ogni cosa, dall'automobile,al ciondolo per il cellulare, allora perché non accessoriare anche i propri dati personali?