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AI MAGAZINE Anno 4 Numero 43 settembre 2010



Buon Anno! E' settembre

Pia Capelli



a photography and CONTEMPORARY cultures’ mag.


L’APERITIVO ILLUSTRATO MAGAZINE
La Rivista che ti disseta la mente.

IL SOMMARIO.
n. 43 / SETTEMBRE 2010

Segni & Disegni

pag. 7
L’Editoriale
pag. 11
Vedere. Cercare. Il rapporto 41
pag. 20
Libera Associazione
pag. 27
Impegno e Ideali
pag. 61
Ecce Nihilum
pag.82
Le previsioni di Settembre

Arte & Tendenze
pag. 12
Buon Anno! È settembre
pag. 14
Isadora Duncan, la danza
per la vita
pag. 16
Andy Warhol: l’ultima decade
pag. 18
Modì, passione & tormento
pag. 19
Le piccole storie delle
Maisons Closes
pag. 23
La precarietà della cenere
pag. 26
La materia prende forma

Obbiettivi
pag. 30
Hervé Baudat:
The Photographer's Body
pag. 31
L'Algeria secondo Garanger
pag. 33
Portfolio d'Autore

Mostre &
Appuntamenti

pag. 21
Ironia contemporanea
pag. 22
L’autoritratto nelle mani dell’artista
pag. 25
Urban Beauty Show
pag. 32
Hendrix Now
pag. 78
Calendario arte, cultura
& spettacolo

Design, eco & architettura
pag. 44
Sostenibilità ambientale
Chic & Ethic
pag. 45
Gemini Residence
Copenhagen
pag. 47
Hotel Pantone
pag. 48
Lorenzo Mattotti
pag. 51
iPad di Apple

Palcoscenici. Cult.
pag. 34
Emir Kusturica
pag. 37
MFF
pag. 39
Classico non Classico
pag. 40
Grande teatro al Piccolo
pag. 41
Premio Amidei 2010: i vincitori / "Vero Movimento"
pag. 42
The Prestige / Blade Runner
pag. 43
Ritorno dal nulla /
Il Cinema di impegno civile e politico negli anni '60 e '70

Libri & Parole
pag. 54
Emilia Galotti: la catarsi nel dramma borghese settecentesco
pag. 55
La stagione delle cattive madri
pag. 56
Festa della Storia
pag. 57
"Si scrive Terracina", un con­corso letterario
pag. 58
Knock o il trionfo della medicina / Messinscena
pag. 59
Dalle Terre Traverse al Po / kARTell
pag. 60
Senso comune e buon senso

Qui Moda.
pag. 63
Welcome Vintage
pag. 64
Il Vintage. Carta d'identità
pag. 65
Guida ad una spesa vintage consapevole
pag. 66
Accessori vintage
pag. 67
C'est la vie
pag. 68
One shot
pag. 70
Dove trovare capi vintage?
pag. 74
London Fashion Week

Costume & Società
pag. 62
Local Natives / James Taylor
pag. 77
A Journalist's Odyssey
pag. 81
Cruciarte /
Do you speak UNIQLO?
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opera di Bert Rodriguez

Settembre, andiamo. È tempo di migrare. La gio­stra si rimette in moto, e bisogna viaggiare, vedere, raccontare.
Durante l'estate il mondo dell'arte si è fermato per un attimo, ma un attimo solo. E nemmeno per tutti. I più chic sono riusciti a fare shopping d'arte anche d'estate, sono andati negli Hamptons dove a luglio si tengono due fiere, Art Hamptons e Scope Hamptons, e il genio del cubano Bert Rodriguez, già visto sia a Frieze che alla Whitney Biennial, è certamente riuscito a piaz­zare a qualche milionario in relax la sua scultura al neon "The True Artist Makes Useless Shit for Rich People to Buy", impu­nemente segnalata dagli esperti come "highlight" della fiera. Chi era abituato alle estati senza mostre ha affollato fe­licemente sorpreso la "prima" di Coda Zabetta a Palazzo Reale, con seguito di musica dal vivo e pubblico danzante ai piedi del Duomo, "che non sembrava neanche di essere a Milano".

Chi non soffre il caldo - o la fa­tica - a fine luglio era a Nuoro con Ed Templeton, ai primi d'agosto parlava ancora sardo ma in Abruzzo, all'aper­tura del museo Aligi Sassu a Thiesi, poi a Pietrasanta per la mostra di Frangi a sfondo marino e le grandi barche di Ve­lasco, o il teatro allestito del giovanissi­mo Thomas Gillespie.
Chi era in zona si è presentato puntuale a Venezia, per l'inaugurazione agostana di Tony Cragg a Cà Pesaro (Cragg, persona deliziosa, è anche notoriamente imperturbabile e non soffre il caldo, indossa la maglia della salute anche in piena estate facendo sembra­re i giornalisti che lo intervistano crea­ture pietosamente soggette alle bizze climatiche). Dalle Alpi alle Piramidi - si fa per dire - arte e natura hanno dato il loro meglio, con la frescura dei percorsi di Arte Sella in Trentino, il Parco Sculture del Chianti in Toscana, le archeologie di Scolacium e le installazioni di Pistoletto in Calabria. Chi era in vena di viaggiare ha addirittura affrontato le quindici ore di aereo per Seul e da lì ha inseguito Massi­milano Gioni all'apertura della sua bien­nale di Gwangju, intitolata "10.000 lives", diecimila vite, diecimila punti per chi c'è stato davvero e potrà raccontarlo.

Gli altri risparmiano le forze per l'autunno, per l'inverno e per un altro anno dispari, che come si sa è segno ineluttabile di nuove biennali veneziane d'arte. Ma prima ci si rinfresca la me­moria con quella settembrina d'architettura, andando a ripescare le mappe dei vaporetti e delle calli ad alto tasso alcolico. E poi incombono già le fiere d'autunno, sempre di più: a settembre c'è la Biennale des Antiquaires al Grand Palais, a ottobre ci sono Frieze, Paris Photo, quest'anno anche la new entry Marrakech Art fair, a novembre Artissi­ma che non si può non andare perché il direttore è nuovo - di nuovo - e bisogna spettegolare, a dicembre se non vai a Miami per Art Basel non sei nessuno. E girato l'anno si proseguirà con Arte Fie­ra, Arco, il Tefaf, l'Armory, fino alla con­sunzione fisica, cerebrale o finanziaria, o tutte e tre.
Le grandi mostre non lasciano neanche il tempo di disfare le valigie: si comincia con Frida Kahlo a Vienna, poi Monet a Parigi, Dalì a Milano, Munch a Udine, e il mese ce lo saremo bevuto tra uno spritz e un campari, rapiti dalla mostra e dal dopomostra, e dalla fiera e dai suoi satelliti, come astronauti ubria­chi che orbitano in un mondo parallelo. O come ragazzini che ragionano il loro calendario a partire da adesso, quando si torna a scuola.

A settembre quest'universo a sé, tante facce ma sempre quelle, si rassetta abiti e abitudini. Si rispolverano i trolley, si buttano le cartine, gli ingressi e i badge delle mostre passate, che tendono a nascondersi nelle valigie come le zanzare di giorno. Le femmine controllano i tacchi delle scarpe consu­mate l'anno scorso tra gli stand di Basi­lea, gli uomini si accertano di avere ri­cevuto le vip card per le vip lounge per le fiere vip. Si organizzano alberghi, voli, macchine, chi ha ambizioni di viaggi e di presenze ma non ha un segretario perde il senno tra i siti degli Art Hotel di Torino e quelli dei golf di Coral Gables. Si prenotano visite private alle collezioni e incontri con gli artisti, si riordinano i dol­lari, i franchi, i pound, si cercano invano le microtessere sim dei telefonini esteri, che fa sempre figo avere il numero in­glese o americano.
Sono anche questi, i più prosai­ci, i più banali, gli strumenti di chi si è infilato, per mestiere o per piacere, nel circo inarrestabile dell'arte. E ha una sua agenda che procede indipendente da quello dei comuni mortali, e mette paletti intorno a sé facendo strage nella vita sociale, in quella coniugale, spo­stando d'arbitrio compleanni della pro­le e anniversari imperdibili, tranciando vacanze e annichilendo weekend. Chi è del mestiere ha appena finito di fare ordine e già vede salire la pila di cata­loghi e di cartelle stampa all'ingresso di casa, li risistemerà l'estate prossima, adesso è tempo di galoppare.
A settembre le vernici non pesano, si sfoggia l'abbronzatura, si raccontano isole e montagne, si scam­biano programmi, si iniziano gossip, si monitorano i nuovi direttori nominati a primavera, si recuperano nella memoria i nomi e dalla casella di posta gli inviti.
Ottobre sarà già freddino e fa­tica e facce serie, ma settembre è tem­po di migrare, con allegria.