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Next Exit Anno 9 Numero 86 aprile 2011



Alla Biennale largo ai giovani

Arianna Pasquale

Un terzo degli artisti scelti hanno meno di 35 anni. In attesa di notizie sui Padiglioni Italiani, scopriamo i nomi emergenti della 54esima edizione



Creatività e lavoro


SOMMARIO N. 86

Italian Valley?
Tra le proposte e i progetti di ricerca anche le start up al vaglio del tour di Working Capital, l’iniziativa di Telecom Italia

Più cultura per migliorare il presente
Dal Rapporto di Federculture il quadro del Paese sui consumi nel campo del terziario avanzato e sugli investimenti pubblici e privati

I Saloni
Tra user experience e appuntamenti d’interactive design

Artista di copertina: Microbo
La sua natura "nomade" e curiosa l’ha portata ad esplorare un mondo nascosto, quello dei microrganismi, di cui conosce mille curiosità e ai quali ha "votato" la sua arte

Farm Cultural Park
Nel cuore della Sicilia uno spazio per artisti contemporanei.
Un progetto nato dall’idea di giovani mecenati

Concorsi
Unicredit Venice Award
Prima edizione del premio dedicato all’arte contemporanea da 150.000 euro

BOSH per l’Expò
Il concorso "Il Pensiero della Mano" dell’azienda che premia con 12.000 euro

Samsung Award
Continuano i Samsung Day, i workshop della quinta edizione del Young Design

170.000 dollari
Per progettare il centro di prevenzione sui disastri ambientali a Istanbul

EUROPAN
XI edizione del concorso biennale europeo rivolto ai giovani architetti under 40
ARTICOLI DAGLI ALTRI NUMERI

Massimiliano Gioni
Arianna Pasquale
n. 100 novembre 2012

Welcome business: Italians… come here!
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n. 99 ottobre 2012

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n. 98 settembre 2012

Alla fiera delle arti

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Oriana Rizzuto
n. 95 aprile 2012

ADAM AlphabetDigitalArtMagazine
Oriana Rizzuto
n. 94 marzo 2012


Desiderio
Frame H1N1

Luca Francesconi
Figura prima del conflitto, 2011
oil and acrylic on canvas, 150x100 cm
Courtesy Umberto Di Marino, Naples and Fluxia, Milan

82 artisti da tutto il mondo. Tra questi, 32 sono giovani nati dopo il 1975 e, sempre, 32 sono le presenze femminili. Con 87 partecipazioni nazionali (numero record per la Biennale d’Arte che ne contava 77 nel 2009) ancora una volta l'Esposizione internazionale d'Arte di Venezia ha un curatore donna: Bice Curiger, storica dell’arte, critica e curatrice di mostre a livello internazionale. All’attività curatoriale alla Kunsthaus di Zurigo, la Curiger ha affiancato un importante lavoro in campo editoriale, infatti dal 1984 è capo redattrice della rivista d’arte "Parkett", di cui è co-fondatrice, e dal 2004 è direttrice editoriale della rivista "Tate etc" della Tate Gallery di Londra. Inoltre, tra il 2006 e il 2007, ha tenuto la cattedra Rudolph Arnheim all’Università Humboldt di Berlino. Per quest’evento ha scelto come titolo ILLUMInazioni.

"La Biennale di Venezia è uno dei forum più importanti per la diffusione e la riflessione sugli sviluppi attuali dell’arte - ha dichiarato.
Il titolo pone letteralmente l’accento sull’importanza di questa funzione e capacità della Biennale, anche in un mondo globalizzato. La più prestigiosa, nonché la progenitrice di tutte le biennali d’arte internazionali, è animata oggi da uno spirito che trascende i confini nazionali, in un’epoca in cui gli artisti stessi hanno un’identità poliedrica e sono diventati migranti consapevoli e turisti della cultura. ILLUMInazioni vuole inoltre celebrare il potere dell’intuizione, la possibilità dell‘esperire attraverso il pensiero favorita dall’incontro con l’arte e con la sua capacità di affinare gli strumenti di percezione. Si concentrerà sulla "luce" generata dall’incontro con l’arte, sull’esperienza illuminante, sulle epifanie derivanti dalla comunicazione reciproca e dalla comprensione intellettuale. Nel titolo risuona anche l’eco dell’età dell’Illuminismo, attestandone la vitale e fondamentale eredità che ci ha lasciato".

Tra gli artisti italiani presenti abbiamo parlato con i più giovani invitati alla mostra principale dell’Arsenale.


LUCA FRANCESCONI

Nato a Mantova nel 1979, vive e lavora tra Milano e Parigi. Membro dell’APT di Berlino, ha partecipato alla Biennale di Tirana nel 2011 ed a diverse mostre internazionali tra cui Pechino e Parigi. Nel 2009 ha vinto il premio illy Present Future.
Cosa significa per te partecipare alla Biennale di Venezia?
Mi scuso, ma penso sia troppo personale per dirlo ad una rivista.
Che senso pensi possa avere nella tua carriera?Non è possibile stabilire l'incidenza né di una piccola mostra né della Biennale. È arduo dare una risposta concreta. Sicuramente mi è stata data fiducia, spero di esserne all'altezza.
Qual è il tuo artista preferito?
Enzo Jannacci.
Chi è stato il tuo maestro o mentore?
Sono un autodidatta, non ho dunque figure educative precise alle mie spalle. Nel '99 sono stato selezionato al Corso Superiore di Arti Visive (un mese di durata) della Fondazione Ratti. Quell'anno il visiting professor era Haim Steinbach. Successivamente ho compreso che il mio punto di vista era profondamente cambiato grazie a lui, è stato certamente un artista basilare per la teoria del ritmo e della spazialità. Sentimentalmente direi Carlo Carrà (o Antonio Ligabue), per la sua storia e grandezza, ma per ragioni anagrafiche non l'ho mai conosciuto.
ILLUMInazioni. Un tema questo della Biennale che nella tua sensibilità rimanda a…?
Concordo con la posizione della curatrice: rimanda alla luce di Tintoretto e l'uso della ragione in un'epoca dalle identità sfumate. La logica, nella nostra storia continentale sarà, in qualche misura, il faro per orientarci in un momento di relativismo.
Un momento del tuo percorso che per te è stato particolarmente significativo?
Distinguere il lato privato da quello professionale è difficile in questo settore, sono molti gli episodi e le situazioni che dovrei citare. In definitiva non saprei dirne uno preciso, forse proprio la conoscenza di Steinbach...
Dopo Venezia... hai in programma qualcosa?
Sì, una mostra presso la galleria "Chez Valentin" di Parigi.
Quale indicazione daresti a un "collega" che volesse arrivare a Venezia?
Non mi permetto di fornire indicazioni. In fin dei conti non credo di avere un'esperienza così ampia...


DESIDERIO

Artista visivo, mescola pittura a performance e video. Nato a Milano nel 1978, attualmente vive e lavora in provincia di Terni. Finalista al Premio Celeste e vincitore del Premio Italian Factory nel 2008, ha tenuto diverse mostre tra l’Italia e la Francia. Tra le sue più recenti "Apocalypse WOW!" al MACRO di Roma lo scorso anno.
Cosa significa per te partecipare alla Biennale di Venezia?
Potrei trovare molte forme o cose da dire, mi limito a dire che è un sogno a occhi aperti.
Che senso pensi possa avere nella tua carriera?
Sicuramente è un buon traguardo, spero possa diventare la piattaforma di nuove avventure.
Qual è il tuo artista preferito?
Ne ho diversi, però questa volta non vorrei parlare della pittura, soprattutto espressionista, ma della visione di Jodorowsky.
Chi è stato il tuo maestro o mentore?
Anche in questo caso dovrei menzionare molte persone, però decisamente lungo il mio percorso, in un determinato momento della mia vita, il buon caro Riccardo Mannelli ha lavorato bene nella mia testa.
ILLUMInazioni. Un tema questo della Biennale che nella tua sensibilità rimanda a… ?
Un messaggio di forte speranza per poter "accendere" quelle zone buie che purtroppo nel tempo che viviamo sembrano aver preso più piede.
Un momento del tuo percorso che per te è stato particolarmente significativo?
Non perché debba necessariamente valorizzare il mio ultimo lavoro, ma recentemente sono stato a Cuba per realizzare un progetto e da lì ne sono partiti altri due in contemporanea. Un percorso che in maniera esponenziale mi ha permesso di abbracciare sensazioni e vivere un'esperienza veramente unica.
Dopo Venezia... hai in programma qualcosa?
Forse la realizzazione di nuovi video, però per ora voglio abbandonarmi all'idea della laguna, per non rincorrere come sempre fanno tutti: e poi? e poi?...e poi?
Quale indicazione daresti a un "collega" che volesse arrivare a Venezia?
Dipende, se è in macchina l'A13 e poi l'A4… a parte le battute, di continuare sempre con il proprio lavoro. Magari non in automobile, ma con uno zaino in spalla pieno di sogni che un giorno, forse si potrebbero realizzare.


MARINELLA SENATORE

Nata a Cava dei Tirreni nel 1977 vive a Madrid da sei anni e lì segue un dottorato di ricerca in Public Art e insegna all’Università di Castilla La Mancha e di Complutense della capitale spagnola. Tra i suoi ultimi riconoscimenti il Premio New York 2010 per il quale segue un periodo di residenza negli Stati Uniti e quella precedente alla Dena Foundation assieme al Premio Furla.
Cosa significa per te partecipare alla Biennale di Venezia?
È una cosa che mi riempie di gioia anche perché Venezia è una città alla quale sono particolarmente legata: è stata da sempre una delle mie mete durante gli anni di studio e dopo, anche perché adoro la pittura veneta e il mio modello da sempre è stato Tintoretto. E poi la biennale è un traguardo per ogni artista.
Che senso pensi possa avere nella tua carriera?
È un riconoscimento importante, ma anche carico di tanta responsabilità. Arrivare alla Biennale non significa "esser arrivati", anzi per me significa dover continuare su questa strada e impegnarmi ancora di più. Vedo nel lavoro dell'artista un impegno etico continuo che non può fermarsi ad una mostra, seppur importante.
Qual è il tuo artista preferito?
La luce di Tintoretto mi ha suggestionato da sempre ed è una mia eterna ispirazione.
Chi è stato il tuo maestro o mentore?
Vorrei ringraziare tutte le persone che fino ad ora ho incontrato e che hanno condiviso con me momenti sia privati che artistici, ma credo che siano due le persone alle quali va un ringraziamento speciale. Il primo è stato il mio insegnante di regia alla Scuola di Cinematografia che mi ha fatto scoprire non solo l’importanza della luce, ed a quello ci aveva già pensato Tintoretto, ma le tecniche per utilizzarla al meglio. Ciò che faccio continuamente nei miei lavori. L’altra persona è il mio gallerista Umberto Di Marino che mi è sempre stato vicino lungo il mio percorso.
ILLUMInazioni. Un tema questo della Biennale che nella tua sensibilità rimanda a… ?
È un tema che si trova in perfetta sintonia con i miei lavori, perché gioca sul rimando tra luce e "coscienza" sociale, responsabilità civica. Le due facce della stessa medaglia alla base della mia visone di arte.
Un momento del tuo percorso che per te è stato particolarmente significativo?
Credo che ogni momento della mia vita, dagli studi alla mia prima mostra (e a tutto quello che ho fatto per riuscire a realizzarla), alle mie residenza ed ai premi importanti che ho vinto, fino ad oggi al mio doppio compito di studente in dottorato e insegnante all’Università di Madrid. Sia dei momenti duri che di quelli piacevoli, ma credo che non sarebbe potuto esser altrimenti.
Dopo Venezia... hai in programma qualcosa?
A settembre partirà la mia residenza a Berlino, dove mi trasferirò, e una serie di mostre… non mi fermo mai è la mia natura.
Quale indicazione daresti a un "collega" che volesse arrivare a Venezia?
Di studiare notte e giorno, e di sentire l’arte come modello di vita ...e sperare di poter "vivere" della propria arte come spero di riuscir a fare sempre anch’io.


MERIS ANGIOLETTI

Nata a Bergamo nel 1977. Dopo gli iniziali studi in Filosofia frequenta l’Accademia di Belle Arti a Milano. Finalista al Premio Furla 2009, l’anno seguente Meris si è aggiudicata il prestigioso Premio New York.
Cosa significa per te partecipare alla Biennale di Venezia?
È un avvenimento importante. Appena ho saputo di esser stata scelta ho ripensato a tutte le biennali importanti che ci sono state nella storia e all’impatto che hanno avuto, ai cambiamenti che hanno portato, come quelle degli anni ‘60. Sono contenta di partecipare a quella che mi piace definire "la signora delle biennali".
Che senso pensi possa avere nella tua carriera?
In questo momento penso solo al lavoro che sto facendo e che mi aspetta davanti. Ma soprattutto vedo la mia partecipazione come un importante momento di scambio e di confronto con altri artisti.
Qual è il tuo artista preferito?
È come chiedere qual è il mio film preferito… dipende dal momento, direi. Anche se l’artista americano Robert Barry è stato da sempre un mio punto di riferimento. Considero la sua arte concettuale l’espressione di ciò che io non riesco a "dire" con i miei lavori, e quindi lo trovo un modello da seguire.
ILLUMInazioni. Un tema questo della Biennale che nella tua sensibilità rimanda a… ?
Alle "Illuminations" di Rimbaud, come prima cosa. E poi naturalmente anche al tema della luce a me molto caro anche per i miei lavori di regia.
Un momento del tuo percorso che per te è stato particolarmente significativo?
Credo che ci siano tanti momenti significativi... e non sempre se ne spiega il perché. Da bambina avrei voluto fare la scrittrice ed ora comunico anche attraverso le parole scritte che sono nei miei lavori artistici.
Dopo Venezia... hai in programma qualcosa?
Una mostra a Parigi, la città dove mi sono stabilmente trasferita da poco e nella quale mi trovo davvero bene. Una città che ho scoperto già dalle mie residenze e dalle mostre, tra cui quella al Palais de Tokyo, dove sono tornata rientrando da New York. Ho preferito la Francia all’Italia per tutto quello che offre anche culturalmente.
Quale indicazione daresti a un "collega" che volesse arrivare a Venezia?
Di lavorare tanto, come sto facendo io ora.


GIORGIO ANDREOTTA CALÒ

L’artista nasce a Venezia nel 1979. Studia scultura all’Accademia di Venezia ed alla KHB KunstHochSchule di Berlino diplomandosi con un lavoro di ricerca sull’opera di Gordon Matta-Clark. È uno degli artisti in residenza alla Rijksakademie di Amsterdam per il biennio 2009-2010 ed è vincitore del Premio Lum per l’Arte contemporanea nel 2010. Riservato, forse per scaramanzia, preferisce non rispondere a nessuna domanda prima dell’apertura della Biennale.