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SKart Anno 5 Numero 12 marzo-giugno 2012



Ugo Nespolo

Fabiola Palmeri

Il Piccolo Principe del Pianeta Arte



Pocket.Magazine.Arte Contemporanea.Design


SOMMARIO N. 12


4 ArtPoint _ Roberto Casiraghi
8 WhyArt _ Ugo Nespolo
12 Arte ambientale
15 Calendario Musei TORINO
21 Mentone_Nuovo museo J. Cocteau
22 I quadri del re
24 Eni_quando l’energia diventa luogo
26 Arte in breve
29 Calendario Musei Milano
35 Skartour_Roma
40 Hangarbicocca
42 Jannis Kounellis
43 Museimpresa
44 Gallizio Pietroiusti Scalfi
46 Design
48 On the shelf
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Di Ugo Nespolo è stato detto tutto: il suo lavoro e la sua personalità sono stati descritti e commentati dai più autorevoli critici d’arte, da poeti, scrittori, artisti-colleghi, cineasti, musicisti, mercanti d’arte, intellettuali, gente e amici, moltissimi, di ogni dove. Dunque non ve lo raccontiamo al passato, né ci preme analizzarne la sua opera nel dettaglio. Ciò che colpisce sempre dell’uomo-artista Nespolo è la sua inesauribile carica energetica, il suo essere costantemente curioso ed attivo come pochi altri umani possono permettersi. Infatti il tempo non intacca Ugo Nespolo, lui pare essere più in la’ della temporalità, ne ha a disposizione una tutta sua. Il suo nuovo ufficio al Museo del Cinema di Torino (del quale da qualche mese è stato nominato Presidente) è quasi un’estensione dell’immenso studio-loft torinese, dove crea e raccoglie tutti gli oggetti del suo vastissimo, multicolore NespoloWorld.
Qui ora, di fronte alla Mole Antonelliana, Nespolo ha concretizzato la sua lunga e mai conclusa passione per il Cinema, e lavora a mille progetti, uno più affascinante dell’altro. “Quest’ufficio di fronte alla Mole mi piace molto, e proprio nel Museo del Cinema di Torino, che nel 2011 ha raggiunto il numero straordinario di 530.000 visitatori all’anno, vorrei riuscire a portare anche l’Arte Figurativa, che spesso viene pensata e vissuta come se dovesse solo essere proposta nei soliti circuiti elitari. Io penso invece che l’Arte debba uscire dai luoghi mentali correnti”.


Pensa anche che la figura dell’artista debba essere recepita in modo diverso?
Certo. Bisognerebbe modificare la nostra idea dell’artista, per anni vissuto come se fosse un divo pop. Oggi l’artista si lega invece necessariamente al mondo reale, non è un demiurgo e non può essere autoreferenziale. Lo avevano già dimostrato i Futuristi, il Movimento Dada, i Surrealisti. Oggi gli artisti devono riuscire ad avere una forte parte intellettuale.

Ci parla di uno dei progetti a cui sta lavorando concretamente?
Negli ultimi due anni ho approfondito lo studio della sezione aurea nell’ambito delle arti figurative e della matematica. Questa ricerca sulla perfetta proporzione è un pretesto e nasce dalla volontà di rendere di nuovo influente l’Arte che invece è stata resa ininfluente dalla post-modernità. Insieme al filosofo Maurizio Ferraris e al matematico Piergiorgio Odifreddi abbiamo organizzato un gruppo di lavoro finalizzato al potenziamento, anche scientifico, del ruolo dell’Arte. Voglio misurarmi su questi temi, perché sono diventato insofferente al Sistema dell’Arte così com'è attualmente. In sostanza vagheggio l’idea che l’Arte ritrovi una linea teorica e culturale. Ed è in questa direzione che propongo un incontro con la Scienza e la Filosofia, e con il Manifesto del “New Realism” di Maurizio Ferraris e Umberto Eco.

E al tempo stesso gli impegni di mostre personali non si fermano, vero?
Si, viaggerò molto, ma soprattutto si sposteranno i miei lavori. Da maggio ho in programma mostre a Dubai, nel Bahrein, a New Delhi e poi a Mosca e a Jakarta. A Torino, ad ottobre 2012, la GAM esporrà una mia personale sui lavori degli anni 60. La cosa importante è per me comunicare che l’Arte e l’artista devono avere una chiara idea ed esprimerla. Altrimenti non si può parlare di bellezza, anche perché oggi la bellezza è passata su altri oggetti. Oggi è un iPhone ad essere bello.