boîte Anno 5 Numero 13 autunno 2014
Milano, Porta Romana. Corrado Levi e i suoi occhi chiusi. Le sue mani trattengono il silenzio, disegnano la punteggiatura e un elenco di sei “aforismi”.
Come mi prendo cura di me stesso?
Uno: mi prendo cura di me stesso scegliendo e considerandomi allievo degli artisti, scrittori, architetti che stimo, indipendentemente dalla loro età. Mi sento così allievo che posso perdermi nel lavoro degli altri e rimango però attaccato a me stesso con un mignolo appigliato al davanzale di una finestra: mi perdo ma non totalmente, rimane sempre un mignolo che mi salva, dalla “beata perdizione”.
Due: mi prendo cura di me stesso non accanendomi a leggere i libri. Generalmente leggo le prime dieci pagine e poi, se mi piacciono, -raramente- continuo altrimenti li regalo.
Tre: mi prendo cura di me stesso valorizzando le pause, il tedio (di Leopardi), che ha valore quanto l'impegno: so che nel tedio che assale, si lavora comunque.
Quattro: mi prendo cura di me stesso coltivando le passioni, essenzialmente dell'arte, quella che tento di fare io e poi quella che fanno gli altri; ma, anche sulle mie passioni, non mi do tutto, mi rimane il mignolo di riserva che fa sì che, brechtianamente, ci sia un intervallo salubre tra sé e gli altri, se stessi, le cose e il mondo.
Cinque: mi prendo cura di me stesso non mortificandomi troppo sui mancamenti, le omissioni, gli incontri perduti, né andando su di giri per quelli riusciti.
Sei: a forza di prendermi cura di me stesso io mi perderò. Punto.
Sono queste quelle gemme preziose di ingegno e sensibilità che nutrono gli animi di chi le sa ascoltare, che commuovono, con la loro instancabile dedizione, chi ha occhi curiosi e sete di imparare.
“...E FATTI ESPERTO DI COSMOGRAFIA INTERIORE” (H. D. Thoreau)
<< Ci illudiamo tuttavia che da questa raccolta risulti, per il lettore attento, una specie di “storia dell'anima”, che è fatta, si sa, di nulla, ma pure può avere sapore di eterno >>.
Filippo de Pisis da Non c'è posto per la polvere di Corrado Levi, 2012