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boîte Anno 5 Numero 13 autunno 2014



La tua porzione di stelle

Antonella Scaramuzzino



Scatola d'arte, di studi , d'idee e di altri pensieri


SOMMARIO Boîte #13 - Ricordo d’estate 2014


tutta l’arte è stata contemporanea
Federica Boràgina / L’arte. Istruzioni per l’uso

testimoni oculisti
Kevin Mc Manus / Sincerely, Yoko Ono
Emma I. Panza e Curandi Katz / L’Istituzione soggettiva. Sui consigli e le loro conseguenze

camera con vista
Giulia Brivio / WATPTABTCOAA. Roberto Fassone

amarcord
Laura Santamaria / Yona Friedman Museum. Le Musée du Quotidien
Magiciens de la Terre
Ilaria Bernardi / The Numbers Shows

biblioteca universale
Sulle istruzioni

idee con intorno una linea
Cecilia Viganò / Leggere attentamente il foglietto illustrativo

cesta dei granchi
Daniele Capra / Istruzioni per il non uso di un aggettivo

locanda dei forestieri
Nicola Cavallaro / Un Posto a Milano: ricetta per panzanella

inventario privato
Giulia Brivio / Tristan Tzara, I Saltimbanchi

aspettando godot
Federica Boràgina / Fanculo “teatro”. Conversazione con Ippolito Chiarello

appunti di viaggio
Fulvio Ravagnani / Please read carefully
Bianca Trevisan / Istruzioni in progress. Hans Ulrich Obrist, Do it
Elide Brunati / Istruzioni per montaggi sbagliati

prendi cura di te stesso
La tua porzione di stelle (a cura di Antonella Scaramuzzino) / Corrado Levi

Lucrezia Roda per Boîte, dal progetto Yona Friedman Museum: behind the scenes


Grazie a Patrizio Peterlini e Fondazione Luigi Bonotto, Venezia; Jon Hendricks; Marco Paltrinieri; Elisa Saturno e Un Posto a Milano
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n. 11 estate 2013

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n. 10 inverno 2012

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Giorgio Bonomi
n. 9 primavera 2012

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n. 8 primavera 2011


Corrado Levi durante una lezione alla Falcoltà di Architettura, Milano 1980 (da Corrado Levi, Soggettività Opere Luoghi, et al. / Edizioni, Milano 2013)

Milano, Porta Romana. Corrado Levi e i suoi occhi chiusi. Le sue mani trattengono il silenzio, disegnano la punteggiatura e un elenco di sei “aforismi”.

Come mi prendo cura di me stesso?

Uno: mi prendo cura di me stesso scegliendo e considerandomi allievo degli artisti, scrittori, architetti che stimo, indipendentemente dalla loro età. Mi sento così allievo che posso perdermi nel lavoro degli altri e rimango però attaccato a me stesso con un mignolo appigliato al davanzale di una finestra: mi perdo ma non totalmente, rimane sempre un mignolo che mi salva, dalla “beata perdizione”.

Due: mi prendo cura di me stesso non accanendomi a leggere i libri. Generalmente leggo le prime dieci pagine e poi, se mi piacciono, -raramente- continuo altrimenti li regalo.

Tre: mi prendo cura di me stesso valorizzando le pause, il tedio (di Leopardi), che ha valore quanto l'impegno: so che nel tedio che assale, si lavora comunque.

Quattro: mi prendo cura di me stesso coltivando le passioni, essenzialmente dell'arte, quella che tento di fare io e poi quella che fanno gli altri; ma, anche sulle mie passioni, non mi do tutto, mi rimane il mignolo di riserva che fa sì che, brechtianamente, ci sia un intervallo salubre tra sé e gli altri, se stessi, le cose e il mondo.

Cinque: mi prendo cura di me stesso non mortificandomi troppo sui mancamenti, le omissioni, gli incontri perduti, né andando su di giri per quelli riusciti.

Sei: a forza di prendermi cura di me stesso io mi perderò. Punto.


Sono queste quelle gemme preziose di ingegno e sensibilità che nutrono gli animi di chi le sa ascoltare, che commuovono, con la loro instancabile dedizione, chi ha occhi curiosi e sete di imparare.


“...E FATTI ESPERTO DI COSMOGRAFIA INTERIORE” (H. D. Thoreau)




<< Ci illudiamo tuttavia che da questa raccolta risulti, per il lettore attento, una specie di “storia dell'anima”, che è fatta, si sa, di nulla, ma pure può avere sapore di eterno >>.


Filippo de Pisis da Non c'è posto per la polvere di Corrado Levi, 2012