Progettisti:

Riqualificazione urbana: Marcello Fabbri, Mauro Saito

Parco lineare: Marcello Fabbri, C. Presta

Curatore progetti artisti: Bartolomeo Pietromarchi


Presentazione:

La nascita del quartiere Lanera a Matera è un episodio importante del dibattito non solo architettonico e urbanistico ma anche politico e culturale, che si svolse in Italia nel dopoguerra e negli anni Cinquanta e che accentrò la propria attenzione su Matera, come luogo esemplare della situazione meridionale.

Gli interventi per affrontare il problema dei Sassi, dove era concentrata la popolazione contadina, videro confrontarsi due opinioni: da un lato la tendenza a portare questa popolazione in campagna - tendenza che a sua volta vide confrontarsi la posizione della Riforma Agraria, favorevole ad un insediamento sparso, e quella indicata da urbanisti, come Quaroni, che proponeva insediamenti accentrati - e dall'altro, lo sfollamento dei Sassi che tendeva invece ad uno sviluppo urbano della città

Come è noto il piano regolatore di Luigi Piccinato mediò fra queste varie proposte, realizzando una nuova e originale struttura urbana fondata sulla organizzazione dei quartieri decentrati, e su alcuni villaggi rurali che dovevano aggiungersi al borgo La Martella, già realizzato dall'UNRRA Casas.

In ogni caso il carattere delle soluzioni urbanistiche risentiva dei risultati dell'indagine sociale (una novità metodologica, per il nostro paese), promossa e realizzata dall'INU, presieduto da Adriano Olivetti, tramite l'agenzia operativa UNRRA Casas: dall'indagine risaltavano i caratteri di socialità e di coesione comunitaria sui quali si fondava la struttura sociale dei Sassi materani.

È noto lo schema tipologico di un "vicinato" che simboleggiava i contenuti dell'indagine.

Pertanto, quando fu indetto il concorso per la progettazione dei quartieri previsti dal piano di Piccinato, quasi tutti i progetti concorrenti fondarono la struttura del nuovo quartiere su una articolazione di spazi comuni che si ispiravano agli spazi comunitari dei Sassi.

In particolare, il quartiere Lanera, pur avendo alla base un nucleo come elemento generatore, prese ispirazione da uno spazio illustre della città materana: il terminale di via Ridola, che si allarga prospetticamente verso il fondale di Palazzo Lanfranchi.

Anche se le "poetiche" progettuali urbanistiche di quei tempi erano ispirate agli esempi, soprattutto scandinavi, divulgati dalla rivista Urbanistica, il quartiere Lanera tende a configurare uno spazio urbano, che trovava soprattutto espressione nel Corso sul quale gravitavano nuclei di aggregati edilizi.

Elemento fondamentale di questa definizione è la casa alta centrale: un cubo di mattoni sospeso su una poderosa struttura cementizia.

Dall'alto del crinale della collina i nuclei "discendono" su questo "corso" avendo come sfondo panoramico il centro urbano, e il campanile della Cattedrale; le alberature esistenti vengono inquadrate in un sistema del verde che ritma la scansione dei nuclei edilizi.

Le superfici bianche degli edifici (ed il loro ritmo planimetrico) ricordano le poetiche del Movimento Moderno, ma l'uso del mattone a faccia vista - nell'edificio centrale, nelle scale, nel coronamento delle case - vuole smorzare le crudezze razionaliste per inserirsi nell'ambiente.

Il quartiere è stato realizzato con cura ed è un elemento fondamentale nell'immagine della città. Alcune costruzioni casuali sorte sul corso, e tutta l'edilizia sorta successivamente a valle del quartiere, pongono il problema di una integrazione del quartiere stesso con il centro urbano, tramite la ristrutturazione della fascia intermedia che comprende la vecchia ferrovia locale, da trasformarsi in attrezzatura metropolitana di trasporto su ferro.

 

 

 

Federico Del Prete Quartiere Lanera, Matera