Attraversare le contingenze allargando le prospettive

16/12/2010
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furiBondi


"Cari compagni ex comunisti, ecco perchè dovreste sfiduciarmi"

Lettera di Sandro Bondi riscritta in versione dadaista. Una miscellanea di dichiarazioni del passato come in un collage alla Tristan Tzara.
A cura di Il Paese è reale (DRR)




Come è noto ho militato nel passato, giovanissimo, nelle fila del Partito comunista italiano, fino ad essere eletto primo sindaco comunista del mio comune. Come cattolico di sinistra, secondo la definizione che ne diede il compianto e amico don Gianni Baget Bozzo, ho aderito con entusiasmo, passione e totale condivisione a quella politica, di grande afflato culturale e morale, rappresentata da Enrico Berlinguer.

Mi sono riconosciuto, molto prima degli esponenti della destra italiana, nella questione morale propugnata allora da Enrico Berlinguer, prima che divenisse una clava giustizialista per abbattere gli avversari politici e conquistare il potere senza avere fatto prima i conti con la storia del comunismo. Si è visto poi quali frutti produca la rivendicazione di una presunta superiorità morale, soprattutto quando essa si abbini ad una cultura sostanzialmente illiberale e giustizialista.

Il fatto è che la cultura in Italia, sin dall'epoca di Gramsci e di Bottai, è stata sempre considerata lo strumento più importante per ottenere consenso. Personalmente, da ex comunista che ha meditato sulle antinomie del Novecento, prima di aderire alla rivoluzione neoliberale berlusconiana, appena nominato Ministro della Cultura ho cercato di superare questa concezione tipica dei regimi totalitari, per restituire piena libertà agli uomini di cultura.

Per far fronte all'esigenza di modernizzare i nostri musei, è stata istituita una nuova direzione generale per la valorizzazione del patrimonio, affidandone la guida a un manager esperto e capace come Mario Resca, anche a costo di vedere criticare questa scelta con argomenti spesso fallaci e pretestuosi, in un'indifferenza pressoché assoluta alle priorità della sua missione che mira ad introdurre un approccio manageriale nella gestione dei musei e delle aree archeologiche, per dare nuovo slancio al turismo in Italia nel contesto internazionale sfruttando le enormi potenzialità che il web offre a milioni di utenti in tutto il mondo.

Coltivo la mia spiritualità con molta fatica e molte contraddizioni. Viviamo in un’epoca priva di spiritualità e, dunque, di bellezza. Come Ministro sono determinato a custodire e conservare tutto il valore artistico che ci viene dal passato. Ma vorrei anche riuscire a promuovere e sostenere nuovi artisti. Faccio fatica a trovare segni di bellezza nell’arte contemporanea: se visito una mostra faccio come molti, cioè fingo di capire. Ma, sinceramente, non capisco.

Ho detto in più occasioni, e ripeto qui a Venezia, che oltre a custodire il patrimonio di bellezza della nostra storia e del nostro passato, abbiamo anche il dovere di arricchire questa eredità di nuove opere di bellezza, testimonianze della nostra civiltà. Dobbiamo dimostrare che non si è inaridita la nostra creatività spirituale e che siamo ancora in grado di creare bellezza e soprattutto costruzioni rispettose della dignità di ogni uomo e della sua vita. L’Italia è ricca di opere del passato e povera di opere artistiche del presente.

Non capisco fino in fondo gli attacchi alla mia persona da parte di alcuni esponenti della cosiddetta corrente del Presidente della Camera. Nel Pdl, infatti, sono stato e sono fra coloro che hanno preso sul serio l’apertura di uno spazio di confronto democratico, partecipandovi naturalmente con le mie idee e le mie proposte, come ho dimostrato anche nel corso dell’incontro per la presentazione della rivista di studi politici diretta da Alessandro Campi, con uno spirito di apertura e di ricerca di una soluzione positiva.

Non chiedo privilegi o immunità. Chiedo soltanto il rispetto della mia persona prima ancora che del mio ruolo politico e istituzionale. Mi domando e vi domando: come può una persona tutelarsi da questo fango, da queste brutali insinuazioni? Come può una persona difendersi da accuse fatte circolare e continuamente alimentate dal circuito mediatico senza avere la possibilità di far valere i propri diritti di cittadino, esposto al pubblico ludibrio e alla disapprovazione morale e politica prima ancora che a qualsiasi verifica e esame giudiziario? Come è possibile rimanere integri, anche fisicamente, quando ogni giorno il proprio nome viene associato ad ogni genere di supposizioni senza alcuna verifica e controllo di attendibilità delle stesse notizie che vengono propalate?

Io sono venuto qui per senso del dovere a rendere conto della situazione di Pompei. Però penso che oggi il Parlamento avrebbe dovuto riunirsi per esprimere solidarietà agli amministratori e al popolo del Veneto che è alle prese con catastrofe naturale di grandissime proporzioni. Invece stiamo qui a discutere del crollo di un tetto, di questo si tratta. E in più con una aggressione ingiustificata nei miei confronti.

Gli americani sono capaci di rinnovare ogni volta il genere epico, di fare film che innalzano i sentimenti, aprono il cuore e elevano la mente a grandi ideali senza per questo cadere nel sentimentalismo e nella retorica. Cosa che non appartiene agli ultimi decenni del nostro cinema, pieno di pessimismo e mestizia, incapace di raccontare grandi storie e grandi uomini (che pure esistono anche da noi), sempre alle prese con l'infelicità e le recriminazioni di un'Italia che viene rappresentata solo con il luogo della volgarità e della bruttura e del latrocinio.

E perchè un italiano e anche un ministro non dovrebbero indignarsi per la proiezione ad un importante festival cinematografico di un documentario che offre un'immagine distorta del nostro Paese? Infine: è possibile interrogarsi sul tipo di cultura che in Italia produce questo genere di film? Davvero un ministro non può esprimersi su un film? Quando ho espresso un giudizio positivo su Gomorra tratto dal libro di Saviano allora la sinistra ha gradito.
Perchè non dovrei esprimere la mia opinione sul film di Sabina Guzzanti? Anzi, voglio dire la mia sul cinema italiano anche se verrò aggredito dalle vestali di una cultura che sa solo mettere all'indice le opinioni "non autorizzate".

Presidente, se ritieni io sono pronto a farmi da parte prima della mozione di sfiducia.

Grazie dell'attenzione.

Il Paese è reale (DRR) 

Quelle riportate sono tutte dichiarazioni rilasciate dal Ministro della Cultura Sandro Bondi. Ecco le fonti da cui sono state tratte:

1) Il Foglio, 16/12/2010

2 ) http://www.ilpopolodellaliberta.it , 15 luglio 2010

3, 4 ) il Giornale dell'Arte, 1 maggio 2010

5 ) la Repubblica, novembre 2009

6 ) http://www.beniculturali.it , 14 settembre 2008

7 ) http://www.ilpopolodellaliberta.it , 15 luglio 2010

8 ) Corriere della Sera , 22 maggio 2010

9 ) Corriere del mezzogiorno , 11 novembre 2010

10,11 ) il Giornale , maggio 2010

12 ) la Repubblica , 27 novembre 2010


Ed ecco la lettera originale del Ministro, pubblicata da Il Foglio il 16/12/2010 :

Cari compagni ex comunisti, vi spiego perché non dovreste sfiduciarmi

Come è noto ho militato nel passato, giovanissimo, nelle fila del Partito comunista italiano, fino ad essere eletto primo sindaco comunista del mio comune. Come cattolico di sinistra, secondo la definizione che ne diede il compianto e amico don Gianni Baget Bozzo, ho aderito con entusiasmo, passione e totale condivisione a quella politica, di grande afflato culturale e morale, rappresentata da Enrico Berlinguer. Il mio abbandono della sinistra è avvenuto dopo aver preso atto, insieme a tanti altri amici della cosiddetta corrente migliorista, dell'impossibilità di una evoluzione socialdemocratica del Pci.
I fatti successivi mi hanno dato ampiamente ragione. Anzi io stesso non avevo potuto immaginare il passaggio da una sinistra di impianto comunista ad una sinistra ormai in preda all'estremismo più demagogico, al giustizialismo più becero e al laicismo più sfrenato, piuttosto che ad un approdo autenticamente riformista.
Non provo certamente piacere di fronte alla crisi drammatica in cui si trova da anni la sinistra italiana, al contrario ne provo vero dispiacere, perché l'assenza in Italia di una sinistra riformista è la ragione più potente delle difficoltà in cui si trovano la società e l'intero sistema politico italiano. Le mie polemiche contro la sinistra nascono da questa mia esperienza e da questi convincimenti.
In alcuni momenti, penso in particolare a quello in cui D'Alema assunse la presidenza della commissione Bicamerale per le riforme e, successivamente, quando Veltroni incontrò Berlusconi e pose le basi di un bipolarismo normale, ho sperato e ho anche contribuito personalmente a sostenere un corso politico che avrebbe potuto condurre ad una democrazia finalmente pacificata. Purtroppo così non è stato.
In questo quadro, qualsiasi discorso sui contenuti, sia pure da prospettive diverse, risulta impossibile e passa sempre in second'ordine. Così è stato sulla questione della cultura. Mi è stato impossibile, in parte forse anche per i miei errori personali, ma soprattutto credo per un clima di ostilità preconcetta che ha subito circondato il mio lavoro. Le difficoltà economiche, all'origine dei tagli che hanno colpito anche la cultura, hanno fatto il resto.
Tutto questo però giustifica una mozione di sfiducia individuale nei miei confronti? Qual è la ragione per cui la presentate? I crolli avvenuti a Pompei? Non posso crederci. Sapete bene che altri crolli sono avvenuti nel passato, e probabilmente avverranno anche nel futuro, senza che a nessuno passi per la testa di chiedere le dimissioni del ministro pro tempore alla Cultura. Mi imputate forse la colpa di non aver chiesto con la necessaria forza e determinazione maggiori fondi alla cultura?
Anche questo non corrisponde alla realtà. L'ho fatto e nei prossimi giorni sarò probabilmente in grado di annunciare alcuni risultati ottenuti per quanto riguarda il rifinanziamento degli incentivi fiscali a favore del cinema e del fondo unico per lo spettacolo.
Tuttavia, desidero rivendicare anche un mio approccio alle questioni culturali, che non ritengo si esauriscano nella richiesta di maggiori fondi, ma soprattutto nella realizzazione di profonde e necessarie riforme del settore, come ad esempio quella riguardante la riforma degli enti lirici. Non posso credere che per la sinistra questo sia un motivo sufficiente per chiedere le mie dimissioni, attraverso una mozione di sfiducia individuale.
Siccome riconosco ancora nei principali leader della sinistra, in particolare a Bersani, Veltroni e Fassino, un residuo di rispetto nei confronti degli avversari politici, vi chiedo di fermarvi, di riflettere prima di presentare contro di me un atto parlamentare così spropositato, pretestuoso e dirompente sul piano umano, che rappresenterebbe un'onta non per me che lo subisco ma per voi che lo promuovete.
Grazie dell'attenzione.
Sandro Bondi, ministro della Cultura