Stefano Questioli - Chicago
Cara Anna,
per colpa tua in questa domenica mattina di maggio, dopo la visione della conferenza stampa di Sgarbi, mi sono depresso.
La cosa buffa è che per un certo periodo ho collaborato con l'Istituto di Cultura di Chicago nell'individuazione della lista di nomi per la mostra parallela alla Biennale. Non sto a perdere tempo per raccontarti come e' andata a finire. Nessuno dei miei nomi è stato preso in considerazione. Tanto meglio.
Grazie comunque per avermi scritto e per il tuo sforzo nel tenere vivo il dibattito.
Cercando di restare 'in tema', (senza soffermarmi sui vari 'Denis' Kapoor e sulla sua violenza verbale) ti trascrivo qui alcuni appunti in merito alla conferenza stampa.
Trovo accettabile l'idea che Vittorio Sgarbi richieda la sede del Padiglione Italia dei Giardini di Castello, così non contesto aprioristicamente lo spirito ecumenico che coinvolge sedi distaccate a Venezia, in Italia con le Regioni e nel mondo con la partecipazione degli IIC.
Comunque la sua biennale, in cui i vecchi si mescolano ai giovani, in cui i famosi si mescolano agli sconosciuti, non ha niente di dirompente poiché è pratica comune: da sempre le esposizioni biennali hanno celebrato artisti famosi, e lanciato artisti ancora sconosciuti al grande pubblico.
Ciò che invece è semplicemente inaccettabile è che questo curatore sia nominato per meriti politici; che questo curatore, sia un incompetente, nonostante egli stesso si autodefinisca 'grande esperto di arte antica' millantando oltre 200 titoli (199 dei quali sono feccia e l'unico buono è quello su Botticelli, copiato da un Maestri del Colore del 1964); che lo scopo di questo curatore sia mortificare ed attaccare il mondo dell'arte contemporanea e dei suoi operatori solo perchè ne è sempre stato rigettato.
Più che da un reale sondaggio nei confronti dei protagonisti dell'arte contemporanea, la strategia del patronato di appaltare le nomine ad autorità della cultura, sembra fondamentalmente nascere dal fiele della rivalsa.
Per tanti personaggi di contorno, fra intellettuali di mezza tacca, artisti inutili e burocrati ministeriali, è così arrivato il momento della riscossa. Anche loro finalmente potranno avere un posto al sole della Biennale.
Detto questo andrò a vederla perchè tanti di questi artisti li ignoro e di questo non posso polemizzare, in quanto non è buona pratica criticare prima di conoscere. Mi unisco a te ed a tanti amici nel sentimento di desolazione ed impotenza per la situazone della nostra cultura, avvilita ormai quotidianamente sotto il nostro naso.
Francesco Lucifora - Modica (Ragusa)
Stefano Romano - Bergamo/Tirana
Amerigo Nutolo - Venezia
Pierfabrizio Paradiso - Milano