Stefano Romano - Bergamo/Tirana
Ciao Anna,
scusa il ritardo con cui ti rispondo, tanto mi ci è voluto per analizzare, ingoiare digerire e rigurgitare lo "Sgarbi Show".
Nel frattempo però è successo anche qualcos'altro, in quella famosa sezione degli artisti usciti dalle Accademie ci sono finito anche io, ci ho pensato tanto, se accettare o meno, confrontandomi con i colleghi dell'Accademia dalla quale ci hanno selezionato, (l'Accademia di Bergamo) e alla fine abbiamo deciso tutti di partecipare. Questo anche dopo un incontro con Alessandra Pioselli attuale direttrice dell'Accademia di Bergamo.
Perchè? Perchè in fondo il progetto della mostra delle accademie (qualcosa comunque di staccato dal Padiglione vero e proprio) ci sembra una cosa interessante, perchè non è mai stata pensata in Italia una mostra del genere, che potesse far partire un confronto ed un'analisi degli artisti che oggi lavorano nel mondo dell'arte e che provengono dalle accademie. Purtroppo non tutti la pensano allo stesso modo e anche questa mostra sarà “falsata" da assenze e ritiri.
Io penso che sia un'occasione persa piuttosto che una reale contestazione a Sgarbi, per quanto sia difficile all'inizio mandare giù il boccone amaro di chi ha formulato questa proposta. Riguardo il Padiglione, sembra evidente che Sgarbi si nasconde dietro un meccanismo che lo libera da ogni responsabilità sulle scelte, una sorta di "mostra trovata" realizzata sulla falsa riga dell'estetica trovata, tanto bistrattata, e poi sfruttata negli ultimi anni di ricerca in Italia. Chiaramente Sgarbi è un politicante a cui importa poco o niente dell'arte ed è difficile non criticare il suo lavoro, il linguaggio e le offese al lavoro di quanti, come tu stessa scrivi, investono tempo, fatica e sentimenti (e aggiungerei malox) per un lavoro responsabile nel mondo dell'arte.
Sono dispiaciuto, e anche un po' angosciato da questa situazione in cui una "fine" al peggio bisognerà cominciare a metterla, allo sguardo superficiale di alcuni attori dell'arte, al senso di voujerismo con cui si guarda ad un presunto "nuovo", dimenticandosi passati storici insabbiati in nome di un mercato che ha bisogno di essere preso in giro e di mandare avanti il carrozzone. Altrettanto mi dispiace che molti storcano il naso e decidano che l'unico gesto da fare sia non esserci. Chi non c'è non ha diritto di parola, semplice regola della democrazia, secondo cui i cambiamenti vengono fatti in sede elettorale, il solo assenteismo non cambierà niente a meno di un'utopica epidemia di schede bianche come sognava Josè Saramago in un suo romanzo.
Agire non reagire è l'unica strada in cui ho sempre creduto e continuo a credere. Agire attraverso proposte finalmente costruttive e non esclusive di progetti artistici aperti alle sperimentazioni che possano riportare la produzione artistica italiana ad un livello mondiale.
Non so quanto questo mio testo possa esserti utile ma è quello che sono riuscito ad analizzare finora "a bocce ancora ferme" come si dice in gergo calcistico.
A presto
Amerigo Nutolo - Venezia
Pierfabrizio Paradiso - Milano
Stefano Questioli - Chicago
Francesco Lucifora - Modica (Ragusa)