Attraversare le contingenze allargando le prospettive

09/01/2013
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Arte e nuda verità



Yasim Abdisalam, rifugiato Somalo parla alla press conference, Casco, 14 Dicembre 2012




Conflicted Phonemes by Janna Ullrich and Lawrence Abu Hamdan




Un momento del progetto 'Aural Contract: The Whole Truth'




Yasim Abdisalam e Adriana van Dooijeweert, Chairwoman of the Advisory Committee on Migration Affairs, Casco, 14 Dicembre 2012




Conflicted Phonemes, graphic project by J. Ullrich and L. A. Hamdan




Yasim Abdisalam, rifugiato Somalo parla alla press conference, Casco, 14 Dicembre 2012




Casco - Office for Art, Design and Theory, ha presentato presso il proprio spazio di Utrecht una serie di appuntamenti come culmine del progetto di Lawrence Abu Hamdan "Aural Contract: The Whole Truth"

di Emma I. Panza

Realtà che da più di vent'anni persegue programmi di ricerca nell'ambito delle pratiche curatoriali e partecipative, Casco, dalla sua sede Olandese, riesce a far coesistere una progettualità pensata per contesti estremamente specifici con una rete di collaborazioni internazionali di tutto rispetto. Dimostrando un forte interesse per lo sviluppo di una riflessione attiva e critica circa il ruolo dell'arte nei confronti del contesto socio-politico, quest'organizzazione si muove tra modalità di interazione informali, pratiche sperimentali e collaborazioni, ottenendo una risonanza che va al di là di confini territoriali e disciplinari.

Il progetto "Aural Contract: The Whole Truth", presentato lo scorso ottobre e concluso a dicembre, permette di avere un'idea di quali siano le azioni messe in campo da un'istituzione no-profit seriamente impegnata a sostenere l'attività di giovani artisti non ancora affermati.
Lawrence Abu Hamdan, nato ad Amman, vive e lavora tra Beirut e Londra, dove sta perseguendo un PhD presso il Centre for Research Architecture del Goldsmith College; suoi progetti e performance sono stati ospitati presso Homeworks 5 e 98Weeks, a Beirut, WYSPA, a Gdansk, Reanimation Library, a New York e Chisenhale Gallery, a Londra. Ciò su cui sta lavorando dal 2010 a oggi è Aural Contract, serie di workshop, mostre e ricerche iniziate con il supporto di The Showroom, Londra, e incentrate sull'utilizzo legale e politico di registrazioni vocali.

Il primo risultato è stato la creazione di un archivio sonoro, una raccolta di estratti audio, registrazioni effettuate in prima persona e spezzoni di tracce dai vari contenuti: deposizioni e dialoghi giuridici come il processo di Saddam Hussein, film come Decoder o reading come Un Re in Ascolto, di Italo Calvino. Gli stadi successivi di questa ricerca si sono focalizzati sull'utilizzo controverso della voce da parte degli organismi preposti al controllo dell'immigrazione, riscontrando problematiche presenti sia in Gran Bretagna che nei Paesi Bassi.

Nel caso del progetto commissionato e supportato da Casco, Lawrence ha evidenziato come le autorità Olandesi abbiano negato e tuttora continuino a negare asilo politico alle centinaia di profughi provenienti dal sud della Somalia, zona soggetta ad attacchi da parte di gruppi islamici e alle relative controffensive militari USA avvenute nel 2007.

Un team di linguisti specializzati, costituito dal Ministerie van Binnenlandse Zaken en Koninkrijksrelaties, negli ultimi anni sta svolgendo test per determinare l'origine esatta dei rifugiati che si dichiarano provenienti dalla Somalia del sud, dimostrando come dal loro punto di vista la maggior parte di questi provenga invece dal nord del paese, territorio considerato sicuro.

Come fare affidamento ai risultati delle analisi linguistiche, contro la parola di persone il cui background culturale prevede che ci sia un naturale melting pot linguistico? In Somalia, dove continue emigrazioni, spostamenti interni e relativi scambi linguistici sono naturalmente causati dalla frammentazione tra clan, carestie e guerre, la scienza della sociolinguistica è messa seriamente alla prova.
La dimostrazione è stata data durante due momenti cruciali di condivisione con il pubblico, che hanno costituito il vero fulcro del progetto di Lawrence, più interessato a ottenere risultati sul piano esistenziale che una formalizzazione che può esaurirsi in sé stessa.

Il primo di questi è stato un talk con Susan Schuppli, docente di Architettura Forense del Goldsmith, secondo la quale l'elemento vocale in questi casi è considerato una vera e propria prova, un'evidenza materiale della quale i parlanti vengono in un certo senso deprivati. All'altro appuntamento, una conferenza stampa pubblica, hanno partecipato la linguista Maaike Verrips (The Language Studio), i rappresentanti della fondazione Stichting LOS, che hanno fatto da mediatori tra il team di lavoro creato da Lawrence con Casco e un gruppo di Somali, e Adriana van Dooijeweert, Chairwoman of the Advisory Committee on Migration Affairs (ACVZ). All'incontro era presente anche la giovane designer olandese Janna Ullrich, che ha presentato il concept e la realizzazione grafica di Conflicted Phonemes un apparato di mappe e schemi studiato appositamente per visualizzare le complessità e le vicende di un Paese come la Somalia.

In questa circostanza, alcuni rappresentanti dei rifugiati Somali la cui richiesta di asilo politico è stata rigettata ingiustamente, hanno espresso il loro punto di vista su come la scienza della linguistica debba fare i conti con una realtà sociale, geografica e politica molto più complessa di quanto si possa immaginare in termini teorici. Ma sicuramente, Il momento più sentito e forse il più efficace dell'intero progetto, è stato dato dal confronto diretto con la giudice dell'ACVZ, durante il quale è emerso il dramma di questa condizione: cosa è meglio scegliere tra il carcere o il rimpatrio in un territorio di guerra?


Maggiori informazioni sulla mostra Aural Contract di Lawrence Abu Hamdan presso Casco ad Utrecht


Emma I. Panza, laureata in Storia dell'Arte con una tesi sui Luoghi delle Utopie, dal Situazionismo a Yona Friedman, ha conseguito un master in Eventi d'Arte. Dal 2008 è co-fondatrice del progetto indipendente Temporary Black Space, con il quale si occupa di indagare i limiti della ricerca curatoriale. Attualmente collabora con Casco, Olanda.