Una collezione di luoghi, 41 letture sulla vita urbana contemporanea.
A cura di Stefano Boeri e Fabrizio Gallanti.
Mercoledì 2 febbraio, riprende il ciclo di conferenze multiplicity.
Con tale iniziativa la Triennale intendeva ed intende manifestare il suo ruolo culturale a livello internazionale, ospitando una serie di conferenze che affrontassero alcune delle questioni centrali, proprie della contemporaneità .
Nel corso di dieci mesi, una serie di ospiti provenienti sia da aree geografiche diverse sia da matrici disciplinari assai vaste, ha contribuito a costruire una collezione di luoghi, dove la presentazione di situazioni geografiche e spaziali concrete potesse introdurre questioni e tematiche particolarmente significative.
Abbiamo ascoltato le memorie dell'immigrazione e della sovrapposizione di differenti matrici culturali all'interno di un luogo tramite i racconti di Assia Djebar su Strasburgo e di Jerome Charyn su New York; assaporato la concitazione e la densità della città asiatica, eletta a prototipo del paesaggio urbano post-capitalista, nelle conferenze di Roemer van Toorn e di Hou Hanru; esplorato la produzione architettonica di figure quali Wiel Arets, Kazuyo Sejima e Jean Nouvel; verificato quali siano le nuove pratiche di lettura e progetto del territorio con le presentazioni di Eduard Bru su Barcellona, di Roberto Collovà su Palermo e di Stalker su Roma; analizzato i rapporti tra nuovi sistemi economici e politici e forma dello spazio tramite le presentazioni di Dolores Hayden sul Connecticut e di Camilo José Vergara sui ghetti statunitensi.
In alcuni casi gli interventi hanno approfittato dello spunto offerto da un luogo per articolare riflessioni più generali come è stato con Manuel De Landa, che a partire dal caso di New York ha costruito un viaggio complesso all'interno della storia delle città , Vittorio Gregotti che si è soffermato sulla crisi dell'architettura europea e Guido Martinotti che ha trattato, a partire dal caso di Singapore, di alcuni aspetti sociologici caratteristici della cultura contemporanea. In altri casi i luoghi sono delle condizioni generalizzate, maggiormente astratte e non identificabili con un sito specifico come gli aeroporti di Martha Rosler, la città sorvegliata elettronicamente di David Lyon o invasa dalle immagini dei mass media presentate da John Urry. La geografia costruita dalle conferenze si è presentata quindi come vasta ed eterogenea, mescolando contributi differenti, non riconducibili ad una classificazione o ad una tassonomia semplificate: in qualche caso il racconto è stato autobiografico come per la Parigi di Jean-François Chevrier o la Venezia di Daniele Del Giudice, oppure è stato il resoconto di un viaggio, come nella Nairobi attraversata da Gianni Celati o nel Texas di Paul Shepheard.
E ancora abbiamo ascoltato di luoghi che rappresentano l'oggetto e lo sfondo di una ricerca intellettuale ed artistica, come la Den-città di Hans Ulrich Obrist, le piccole città europee fotografate da Mikael Levin e Israele di Amos Gitai oppure di trattazioni analitiche che dalle vicende passate della storia dell'architettura desumevano nuove categorie di interpretazione della contemporaneità , come nel caso dell'intervento di Beatriz Colomina sugli Eames o di Kenneth Frampton sulle megaforme urbane.
Il caleidoscopio è estremamente vasto, composto da angolature narrative assai differenti.
Il ciclo prosegue per i prossimi tre mesi e presenterà gli interventi di ospiti quali Giorgio Agamben, Andrea Branzi, Giancarlo De Carlo, Okwui Enwezor, Zaha Hadid, Richard Ingersoll, Toyo Ito, Rem Koolhaas, Winy Maas (MVRDV), Carlo Olmo, Bernardo Secchi, Yorgos Simeoforidis, Dietmar Steiner, Jeff Wall.
Mercoledì 2 febbraio alle ore 21 presso la sala Impluvium della Triennale di Milano, Okwui Enwezor presenterà la conferenza dal titolo "Tre fasi di un monumento: il marciapiede di Liisa Roberts".
Okwui Enwezor è stato direttore della Biennale di Johannesburg nel 1997, ed è il direttore artistico della prossima documenta X I, nel 2002 a Kassel in Germania e Adjunct Curator presso l’Art Institute di Chicago.
Fa parte dell’"advisory board" della Foundation Art e del Sankofa Visual Art Centre a New York.
Nato in Nigeria è editore e fondatore di Born in Nigeria, "Nka: Journal of Contemporary African Art", una rivista di arte e critica pubblicata con l’Africana Studies Centre presso la Cornell University a New York. Poeta, critico e curatore Enwezor ha scritto sull’arte contemporanea e sugli artisti africani. Ha collaborato con pubblicazioni quali Flash Art, Atlantica e Third Text.
Nella sua conferenza, Okwui Enwezor utilizzerà come punto di partenza e di articolazione di una serie di ragionamenti sul tema del monumento e del rapporto con lo spazio urbano, il lavoro di una giovane videoartista, Liisa Roberts.
In particolare il riferimento dell’intervento è un’opera dal titolo "Sidewalk" nella quale l’artista ha creato, presso la galleria ArtPace a SanAntonio una installazione sonora che estende lo spazio della galleria all’interno della città . Il lavoro della Roberts è iniziato realizzando una serie di interviste con gli abitanti del luogo, registrando le loro storie e memorie relative ai monumenti personali e storici. Queste interviste formano una colonna sonora complessa, che crea uno spazio definito da diversi suoni e diversi luoghi.
Triennale di Milano
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Il ciclo di conferenze è realizzato con il contributo della Fondazione
Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde