Nuova Accademia di Belle Arti - NABA
Milano
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Design Radicale
dal 1/5/2005 al 2/5/2005
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Segnalato da

Simona Castagna




 
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1/5/2005

Design Radicale

Nuova Accademia di Belle Arti - NABA, Milano

Per il ciclo 'Altra Geografia'. Interventi di: Andrea Branzi, Stefano Boeri, Italo Rota, Gianni Pettena


comunicato stampa

Per il ciclo 'Altra Geografia'. Interventi di: Andrea Branzi, Stefano Boeri, Italo Rota, Gianni Pettena

Incontri a cura di Alessandro Guerriero, Stefania Vaccari, Rachel Fincken, Monica Rivella e Fatima Bianchi

IL RADICAL DESIGN ITALIANO

ITALO ROTA
Italo Rota nasce a Milano nel 1953. Si laurea al Politecnico di Milano in architettura nel 1982. Dal 1976 al 1981 é redattore della rivista Lotus International. Nel 1980 firma con Gae Aulenti i progetti per il Museé D'Orsay e per il nuovo allestimento del Centre Pompidou a Parigi. Nel 2001 realizza la Nuova mediateca di Anzola dell’Emilia, Bologna. Nel 2000 progetta e realizza la chiesa di Santa Margherita Maria Alacocque in Tor Vergata (Roma), come chiusura del Grande Giubileo. Nel 2001 in seguito a concorso internazionale riceve l’incarico dal Comune di Milano per la progettazione integrale del complesso “Arengario Museo del Novecento” in P.zza del Duomo a Milano: realizzazione prevista fine 2005. 2001 per la municipalità di Lugano, CH, sviluppa il progetto di immagine globale e allestimenti interni del nuovo Casino' Kursaal della citta'. Nel 2004 si inaugura la nuova mediateca presso S.Sisto a Perugia e i negozi per la firma Roberto Cavalli a Miami, Mosca e Milano. Ha ricevuto il Gran premio d’urbanistica a Parigi nel 1994 e il premio della Landmark Conservancy dello stato di New York nel 1996 e il premio “Città di Gubbio” nel 2002.

Dal 1996 accanto all’attività professionale svolge una intensa attività didattica e di visiting professor partecipando a workshop e seminari presso il Politecnico di Milano, la Domus Academy a Milano la Facoltà di Architettura di Ferrara e il Politecnico di Torino

GIANNI PETTENA
Nato nel 1940, si laurea nel 1968 presso la Facoltà di Architettura di Firenze dove svolge attività didattica a partire dal 1973 e dove è ora professore di Storia dell'Architettura Contemporanea. Co-fondatore e co-ispiratore alla fine degli anni '60 del movimento della Architettura Radicale' e in seguito della 'Global Tools' svolge, attività sperimentale intesa ad eliminare confini disciplinari e rivisitare e reinventare alfabeti e linguaggi. E' stato chiamato dal Commissario della Biennale di Venezia Architettura dove ha personalmente curato la mostra 'Radicals. Architettura e Design 1960-1975'. Ha presentato per la prima volta in Europa l'opera di Frederick Law Olmsted, considerato il fondatore della moderna architettura del paesaggio. Nel 1999 ha curato un'ampia panoramica sulla 'Architettura sperimentale 1969-1999' e la mostra 'Archipelago', presso il Palazzo Fabroni di Pistoia.ÊCome progettista, svolge la sua opera per il restauro e recupero di edifici storici, per la tutela del patrimonio artistico e architettonico e per la riqualificazione di ambiente e territorio.

ANDREA BRANZI
Andrea Branzi, architetto e designer, nato a Firenze nel 1938, dove si è laureato nel 1967, vive e lavora a Milano. Dal 1964 al 1974 ha fatto parte del gruppo Archizoom Associati, primo gruppo di avanguardia noto in campo internazionale. Dal 1967 si occupa di design industriale e sperimentale, architettura, progettazione urbana, didattica e promozione culturale. E’ Professore Associato alla III Facoltà di Architettura e Disegno Industriale al Politecnico di Milano.

STEFANO BOERI
Stefano Boeri, architetto, direttore della rivista Domus, è professore di Urbanistica presso l'IUAV di Venezia e Visiting professor presso il Berlage Institute di Amsterdam, ha fondato il gruppo di architetti-urbanisti Multiplicity. Curatore di numerose mostre (Bordeaux, Bruxelles, Kassel, Tokyo, Perth) e di volumi quali Mutations con Obrist e Koolhaas, ha progettato installazioni sulla nuova condizione urbana per l'IFA di Parigi, la Biennale di Venezia e la Triennale di Milano. Le sue ricerche si rivolgono alla rivisitazione dei territori urbani europei e delle forme con le quali discipline diverse osservano e rappresentano la città contemporanea.

DESIGN RADICALE
INCONTRI DI DESIGN
Le avanguardie radicali, nell'architettura e nel design internazionali, si sviluppano nel decennio 1965-1975. La mappa mondiale vede particolarmente interessati i seguenti paesi: Austria, Italia, Stati Uniti ( New York e Las Vegas ), Gran Bretagna, Spagna, poi Belgio, Giappone, Germania, Cecoslovacchia. Le tematiche vertono attorno alla politica, alla partecipazione, alla tecnica povera, alla creatività individuale, all'oggetto alternativo, alla morte, all'antropomorfismo, alla vita alternativa. Attorno al tecnologismo di Fuller e al mito agreste della sua cupola geodetica lavorano gli Archigram ( col mito della Instant City ), Cedric Price, i metabilisti giapponesi.

Attorno all'antropomorfismo, al sessualismo e allo spiritualismo di Kiesler lavorano Soleri, Bruce Goff, Hollein, Pichler, gli Haus- Rucker. E poi l'architettura politica del marxismo, l'architettura monumentalista di Louis Kahn, cui fa riferimento il Superstudio. Altri nomi a cui si sono ispirate le avanguardie radicali sono Schonberg, Mahler, Kokoschka, Klimt, Musil, Freud, Steiner, Hoffman, Ginzberg, Pasolini, il teatro di Eugenio Barba e di Grotowsky. Quanto alla mappa italiana il primo nome da fare per importanza e per tempo è quello di Ettore Sottsass con i suoi intuiti cosmopoliti e di dimensione biblica; poi gli Archizoom e Superstudio con le loro lauree e la contestazione del '68 nella facoltà di architettura.

Fondamentale è l'attività della rivista Casabella dal '70 al '75; essa si pone come griglia di riferimento strategico per la progettazione radicale internazionale e italiana, come centro di smistamento di energie, come emittente di idee di punta. Da ricordare gli editoriali di Mendini col titolo "idee in letargo", le "radical notes" di Branzi, la rubrica "Per mancato arrivo dell'aeromobile" di Sottsass, gli articoli di Raggi. Si può dire che Casabella di quel periodo rifletta concentrata l'intera storia dell'architettura radicale italiana. Da ricordare l'ultimo numero curato da Raggi, il numero 441, cui seguì la polemica per la defenestrazione della redazione da parte dell'Electa Editrice. esiste anche un sistema di riviste minori: da ricordare "In" dell'epoca di La Pietra e Pier Paolo Saporito e poi "Che" a Napoli di Almerico De Angelis ed altre minori riviste underground e politiche. Da ricordare anche l'attività informativa di Domus e Casa Vogue.

Le avanguardie radicali italiane svolgono un'attività monoideologica e monoculturale strettissima, con un pubblico identificatissimo, in un ruolo di opposizione. Il loro sistema molto intrecciato di conoscenze e di collaborazioni porta nell'anno 1973, alla costituzione della Global Tools, libera scuola per lo sviluppo della creatività individuale cui hanno aderito praticamente tutti i gruppi radicali italiani. La Global Tools sviluppa alcuni seminari, svolge molte discussioni, realizza due seminari, è articolata in quattro sezioni: costruzione, corpo, teoria, informazione, sopravvivenza. Poco a poco si logora in discussioni e si spegne.

Viene edito da Casabella il libro "Architettura radicale" di Navone e Orlandoni, con saggi di vari autori fra i quali Celant, che riassume e collega i principali momenti dell'attività radicale, i collegamenti con l'arte povera e con altri autori fra i quali Summa, Bartolucci, la cultura bolognese. L'attività si svolge fra élite, populismo, complesso borghese, utopia letteraria. Esiste un collegamento tanto stretto quanto retorico fra la neo-avanguardia e il sottoproletariato. Si presenta un intrico un po' nevrotico di problemi emblematici più che di soluzioni. Il dibattito avviene attraverso il sistema di culture minoritarie internazionali, specialmente su Casabella, senza la quale forse una serie di voci sarebbe rimasta inespressa.

Le città con le quali si hanno contatti sistematici sono: Vienna, New York, Los Angeles, Barcellona, Napoli, Firenze, Londra, Venezia, Milano, Torino. Gli operatori sono giovanissimi e all'inizio culturalmente emarginati. Si lavora su certe massime: l'idea di realizzare subito al vero delle utopie, con una visione eretica dell'architettura (per esempio i Cavart che costruiscono direttamente le capanne). L'intenzione di svolgere uno scardinamento, un terremoto disciplinare della composizione architettonica, opponendosi alla stilematica tradizionale ( per esempio Pettena che realizza delle facciate di ghiaccio). L'interesse per grandissimi problemi di sopravvivenza fatti intervenire direttamente nel progetto (per esempio gli oggetti rituali di Gaetano Pesce, di Mendini, di Raggi).

La no-stop city degli Archizoom come ideologia politica, i monumenti del Superstudio come soluzioni al problema energetico, gli oggetti performance degli UFO come vita alternativa, gli oggetti disequilibranti di Ugo La Pietra. Il chiodo fisso di recuperare la creatività delle masse, il loro diritto ad esprimere e a realizzare il loro ambiente, mettono in crisi la funzione dell'architetto, del tecnico, dello specialista (per esempio Dalisi che progetta con i bambini del sottoproletariato a Napoli, gli Strum che progettano su istanze degli operai della Fiat). L'idea di recuperare il lavoro manuale nella progettazione con un nuovo rapporto fra lavoro intellettuale ed esecuzione, con la riproposta dell'artigianato e del mestiere contro la dialettica universitaria ( per esempio gli architetti panettieri, calzolai, parrucchieri, vasai nella Global Tools).

Il terreno su cui ci si muove è incerto e labile, sono sabbie mobili, sono ricerche condotte sul filo del rasoio di possibili equivoci. La parabola dell'architettura radicale ha un grosso senso specialmente per la forza delle immagini emesse e per la lucida visione apocalittica delle difficoltà per il futuro lontano dell'umanità. Ma si tratta di una parabola, di una traiettoria. Dopo gli anni '75 la ricerca si trascina su un terreno sempre più intellettualistico e consunto. Infatti dopo l'avvento delle sinistre l'attività libertaria di una cultura architettonica alternativa non ha più un nemico visibile.

Si è nel bel mezzo di quel problema degli intellettuali che hanno vinto le lotte degli anni '70 e soffrono di disagio di essere divenuti una maggioranza. La lotta non è più fra destra e sinistra ma tutta interna alle sinistre. Gli architetti e i designer d'avanguardia nel momento in cui entrano nei musei e vengono acquisiti dalla cultura ufficiale cambiano lavoro, si disperdono, seguono altre strade.

Una notevole ripresa di interesse per la materia, sotto un aspetto espressivo e teorico del tutto rinnovato e sotto il possibile nome di neo-radicalismo, è data dall'attività che alla fine degli anni '70 ruota attorno allo Studio Alchimia di Milano di Alessandro Guerriero, cui collaborano De Lucchi, Mendini, Navone, Branzi, Sottsass. Ricerche e lavori sul decoro e sul banale condotti anche da Raggi e Puppa (mostre e scenografie) e teorizzati e diffusi sulle riviste Modo e Domus.

Per informazioni:

Incontro: ore 18.00

Ufficio Comunicazione NABA - Simona Castagna
Via Darwin, 20 – 20143 Milano
Tel. 02 97372.286 - Fax 02 97372.280
Email: simona.castagna@naba.it

Ufficio stampa NABA - Locomia – Mariachiara Ronzoni
Via San Damiano, 4 - 20122 Milano
Tel. 02 783807 - Fax 02 76005788 - Email: chiara@locomia.it

NABA – Nuova Accademia di Belle Arti
Via Darwin 20, Milano

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