Riprende l'attivita' espositiva della Galleria Temple Gallery di Roma con la mostra delle cose mute a cura di Carlo Alberto Bucci. Otto lavori di Campi, Cardinali, Grazzi e Pierfranceschi. Quattro artisti nati negli anni Cinquanta.
Tiziano Campi, Sauro Cardinali, Aldo Grazzi, Maurizio Pierfranceschi.
A cura di Carlo Alberto Bucci.
L'attività espositiva della Temple Gallery di Roma riprende nel 2001 con la
mostra delle cose mute, che propone otto lavori in tutto, di Campi, Cardinali,
Grazzi e Pierfranceschi. Quattro artisti, nati negli anni Cinquanta, provenienti
da ambiti geografici e culturali diversi, che propongono gli esiti più recenti
di una ricerca che ha preso le mosse negli anni Ottanta. Ognuno degli artisti in
mostra ha realizzato, o scelto apposta per gli spazi della galleria, un'opera di
grandi dimensioni, cui si aggiungono altri quattro lavori di più piccolo formato
degli ultimi anni: otto pezzi, realizzati secondo differenti tecniche e linee di
ricerca, tutti collocati a parete.
La Bandiera di Maurizio Pierfranceschi (nato a Roma nel 1957) è un dipinto ad
olio eseguito su tre tele cucite a formare un'ideale bandiera, sulla quale è
stesa una pittura sostanzialmente monocromatica che prende vita e vibra dal
contatto con le differenti trame del supporto dell'opera. Le Peripezie del nome
di Sauro Cardinali (Perugia, 1951) sono tre dipinti accostati a formare un'unica
opera dominata dalla presenza di forme, di apparente natura organica, che sono
il frutto dell'elaborazione del nome dell'artista. Tiziano Campi (di Sarzana,
1953) propone l'opera Peccato originale, immagini fotografiche tradotte su tela
tramite stampa digitale, che prende a pretesto l'episodio biblico per una
suggestiva messa in pagina di colori accesi e vaporosi, concretizzati intorno al
gesto semplice e incongruo di una buccia di mela arrotolata intorno al ramo di
un albero. Aldo Grazzi (Mantova, 1954) presenta invece le sue reti metalliche,
di diverso formato, e dall'intreccio serrato, all'interno delle quali l'artista
dà vita, attraverso il taglio della trama originaria, a complesse composizioni
geometriche frutto di aggregazioni tra forme che hanno come matrice originaria
quella del corpo umano, sospeso tra sintesi primitiva ed essenzialità meccanica.
Scrive Carlo Alberto Bucci in catalogo, edito grazie al contributo della Banca
di Roma, che "la mostra vuole tornare a pensare l'opera all'interno del
perimetro classico del quadro: in quell'area dove da più di cent'anni si apre
una finestra che non è più spalancata sul reale, ma sulla realtà dell'arte.
L'arte trae da sempre la sua forza dalla possibilità di entrare in contatto con
la realtà esterna per creare qualcosa che prima non c'era, o che non avevamo
pensato potesse esistere. In questo sta la sua meraviglia".
Le opere in mostre sono lette, nel contesto del lavoro di ciascuno artista, dai
testi in catalogo (in italiano e inglese) di Barbara Drudi (Grazzi), Giovanni
Scibilia (Cardinali), Mimmo Stolfi (Pierfranceschi) e Bucci (Campi).
Inaugurazione 6 febbraio 2001, ore 18
Orari: lunedì-giovedì: 10-19; venerdì: 10-16
Temple Gallery, Temple Univerisity Rome, Lungotevere A. da Brescia, 15, 00196
Roma. Tel. 063202808.