In quarta persona, fotografie 1930/1955. La mostra curata da Cecilia Casorati e Francesca Antonini e coordinata da Silvia La Padula, si apre con Optic Topic, multiplo realizzato da Man Ray nel 1974: una maschera d'argento dorato con una serie di piccoli buchi al posto degli occhi che indica simbolicamente dove porre lo sguardo per avvicinarsi all'opera di uno dei piu' grandi interpreti del Surrealismo.
In quarta persona, fotografie 1930 / 1955
La mostra curata da Cecilia Casorati e
Francesca Antonini e coordinata da Silvia La Padula, si apre con Optic
Topic, multiplo realizzato da Man Ray nel 1974: una maschera d'argento
dorato con una serie di piccoli buchi al posto degli occhi che indica
simbolicamente dove porre lo sguardo per avvicinarsi all'opera di uno dei
più grandi interpreti del Surrealismo.
Man Ray - In quarta persona, raccoglie circa CENTO FOTOGRAFIE DI DONNE, tra
cui alcune foto di moda, realizzate nel 1937 e note con il titolo La Mode au
Congo, il portfolio Femmes, che comprende ventisei immagini e la splendida
serie I cinquanta volti di Juliet, i ritratti che Man Ray scattò alla
seconda moglie tra il 1941 e il 1955. Anche in queste riproduzioni, come in
tutta le fotografie di Man Ray si evidenzia come il suo interesse non
risieda principalmente nel modello - corpo o oggetto che sia - che ha di
fronte, quanto piuttosto in ciò che egli immagina o vuole farci immaginare;
nondimeno l'attenzione dell'artista non è puntata verso la manipolazione
dell'istante bloccato e fedelmente riprodotto dalla macchina fotografica,
quanto verso la capacità della fotografia di riprodurre all'infinito
quell'istante, liberando chi guarda (lo spettatore), così come chi è
guardato (il modello), dall'inevitabile logoramento del tempo.
Il titolo - tratto da una dichiarazione di Man Ray relativa alla
consuetudine, sua e di molti suoi contemporanei, di autoritrarsi - rivela
l'assoluta indifferenza dell'artista nella fotografia come strumento di
riproduzione fedele della realtà , come mezzo capace, meglio di qualunque
altro, di creare somiglianza. "Come gli altri pittori, mi sono fatto anch'io
l'autoritratto, anche in fotografia, ma ho avuto sempre la tentazione di
deformare o modificare in modo tale l'immagine da far sparire ogni proposito
di ricercarvi una somiglianza. Si potrebbe dire - in quarta persona."
La fotografia, che, come afferma Man Ray stesso, "può essere arte" e "non è
arte", è stato il territorio privilegiato della sua ricerca artistica. I
ritratti delle donne amate o semplicemente desiderate, degli amici artisti,
le foto di moda, le copertine di libri e riviste, le riproduzioni dei suoi
"oggetti d'affezione" e persino i rayogrammes, benché apparentemente così
diversi, rivelano un denominatore comune: la costante ricerca di belle forme
che siano contemporaneamente espressione intelligente della capacitÃ
dell'arte di stimolare il pensiero.
La rassegna cinematografica, realizzata in collaborazione con Rai Sat Arte,
presenta: Le retour à la raison (1923), combinazione di una breve sequenza e
di una serie di immagini fotografiche, Emak Bakia (1926), girato nei
dintorni di Biarritz e presentato al Vieux Colombier, L'Etoile de mer
(1928), su una poesia di Robert Desnos e infine, nel 1929, il lungometraggio
Le Mystère du château des dés. Inoltre verrà proiettato il documentario The
prophet of the avangarde, realizzato nel 1997 dal regista americano Mel
Stuart, che racconta la storia di Man Ray dalla sua infanzia al periodo
parigino.
Artista d'avanguardia tra i più interessanti ed eclettici, Man Ray
(Philadelphia 1860 Â Parigi 1976) affermatosi come il principale esponente
del dadaismo americano ha scelto la fotografia come mezzo principale della
sua ricerca, utilizzandola come strumento capace di sconcertare lo sguardo
in maniera semplice.
Il catalogo è pubblicato e distribuito da Charta.
13 marzo - 15 maggio: Roma - Galleria Il Segno
15, 16, 17, 18 marzo: Roma - Sala multimediale del Palazzo delle Esposizioni
proiezione dei quattro film realizzati da Man Ray
2 giugno - 28 luglio: Ischia - Torre di Michelangelo