Una mostra, una performance, una serie di immagini e installazioni. Gli artisti: Maurizio Chelucci, Susan Kammere, Carlo Gianferro, GianDomenico Marini si sono confrontati, e con i rispettivi linguaggi, hanno dato una loro lettura di quello che oggi puo' identificarsi come la nuova inquisizione.
Inserita nella 5a Giornata del Contemporaneo, manifestazione nazionale patrocinata dall’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, “i nuovi inquisitori” è una mostra di immagini, installazioni, performance prodotta da Abusidarte per la MassenzioArte. Gli artisti: Maurizio Chelucci, Susan Kamerer, Carlo Gianferro, GianDomenico Marini, attivi nella produzione di eventi e performance legate al gruppo Abusidarte, si confrontano e con i rispettivi linguaggi danno una loro lettura di quello che oggi può identificarsi come la nuova inquisizione.
Interventi:
Inquisire: indagine condotta con l'uso di pesanti pressioni psicologiche...eppure le logiche inquisitorie non si esauriscono.
Maurizio Chelucci presenta per questo progetto un’istallazione nella quale ci troviamo di fronte a dei volti femminili che rappresentano uno spaccato familiare: madre e figlie che, coerentemente con i tempi, ribaltano le sudditanze storiche chiedendo conto, indagando.
Il fruitore è passivo, inerte, oggetto, la personalità si annulla necessariamente; incapace di fare fronte a questo mutamento dove la figura paterna scompare per lasciare il posto ad una nuova cultura che nel corso degli ultimi decenni ha messo in crisi i ruoli, spesso ribaltandoli.
Per Carlo Gianferro l'inquisizione all'interno dei luoghi di lavoro ha assunto un nuovo termine: "mobbing", pratica usata nei confronti dei dipendenti che provoca a volte una catastrofe emotiva, la “stanza del capo” è il luogo del potere che l'impiegato cerca di evitare come un moderno Fantozzi....
Inquisire, di per se, non è un'attività negativa: uno scienziato inquisisce ed anche un artista lo fa. Però, istintivamente, si pensa a quell'accezione negativa legata al fatto che l'inquisire è stato spesso usato intenzionalmente per screditare e condannare "a prescindere" la vittima predestinata. In Killer Paparazzi, Giandomenico Marini ha voluto mettere in luce questo aspetto. Spesso la stampa, la cattiva stampa, opera questo processo. Ma cosa succede se si inventa di sana pianta una storia e si adduce una foto come documentazione della realtà dei fatti? Se il tutto è ironico e grottesco come in Killer Paparazzi ... non succede nulla. Ma se fosse solo un po' più realistico?
Facendo una ricerca sul tema della mostra, ci racconta Susan Kammerer, sono stata colpita dalla vita e delle opere di Giordano Bruno. Sono rimasta affascinata dal suo vigoroso appello alla ragione e alla logica come base per determinare la verità.
Mi ha impressionato la rivolta dell’uomo contro un pensiero esistente ed il desiderio di andare oltre.
La ricerca della verità consiste nel guardare fuori dai confini, avere l’abilità di domandare, interpretare e capire la vita in tutte le sue forme. L’universo è infinito, ma è solo la libertà di pensiero che ci permette di riconoscerlo come tale.
Shadows of Ideas è una serie di otto fotografie che simboleggia il numero di anni che Giordano Bruno è rimasto imprigionato e torturato per le sue idee. Un uomo può essere rinchiuso in uno spazio limitato, ma ricercherà sempre l’infinito.
Catturando la luce, la macchina fotografica rivela una verità, ma mostra anche una realtà non chiara, indefinita o quasi nascosta.
Qual è il vero soggetto di ogni fotografia?
Qual è la verità completa?
Come in tutte le cose, solo con osservazione, approfondimento e studio le verità possono finalmente rivelarsi.
Le fotografie sono ombre delle idee e ombre della verità.
MassenzioArte
Via del Commercio 12, Roma
Orari: 16,30-19
Ingresso libero