L'edicola digitale delle riviste italiane di arte e cultura contemporanea

::   stampa  

Equipèco Anno 4 Numero 12 estate 2007



Joan Miró

Carmine Mario Muliere

«Bisogna dipingere calpestando la terra perché la forza entra dai piedi.»



Trimestrale di arte e cultura


1_Sommario

2_Carmine Mario Muliere
Editoriale - INTER: i campioni d’italia siamo ancora noi

3_Walter Mauro
Musica - Duke Ellington
sinfonico: l’occasione di un chiarimento

4_Redazionale
Edizioni Equipèco
Incontri culturali alla DANTE
Presentazione del libro di Walter Mauro: Il Doppio Segno

16_Daniela D’Ortenzio
Arte - La metafisica di Giorgio de Chirico

19_Carmine Mario Muliere
Arte - Joan Mirò

24_Zerynthia
Arte - Osservatorio Cosmico -
Editing Projects

25_Angelo Bianco
Arte - Robert Pettena - Under Observation

26_Redazionale
Arte - Simcha Shirman - Il Corpo è il Pensiero

29_Antonella Arnaboldi
Arte - Dinner’s Ready!

32_Maria Serena Lanfranca
Arte - Luigi Boille, tra materia, gesto e segno

34_Ginevra Bria
Arte - Bodzianowski - Giulietta project

35_Redazionale
Arte - Federico Cavallini - Installazione di un giorno

37_Alessandro Masi
Laboratorio di messaggi
Venezia - Le recenti vicende di Palazzo Grassi

38_Veronica Caruso
Arte - Franca Florio,
la Principessa di Palermo -in un ritratto di Boldini

40_Carmine Mario Muliere
Arte - Ilaria Occhigrossi - Impersonale

42_Claudio Mazzenga
Arte - Arte e Scienza - Parte IX

45_Severino Briccarello
Laboratorio di Messaggi - Alessandro Masi - Jekyll, Hyde
e lo strano caso dell’arte contemporanea. Lo strano caso non è cosí strano - Riflessioni in margine alla lettura del saggio

47_Muliere
Arte - In-finito Attuale -
Abito d’Artista

48_Irene de Vico Fallani
Arte - Il Collezionismo? - Un fenomeno culturale senza tempo

53_Olga Gladkova
Arte - Sostenere l’Arte: Impresa e Mecenatismo nella transizione russa

59_Redazionale
Arte - Cristina Carbone - Ganesh

61_Redazionale
Architettura - Architettura nel Tempo

64_Timoteo Salomone
Fotografia - Dino Risi e Mario Monicelli - I due grandi vecchi Maestri della Commedia umana

70_Redazionale
Arte_Alchimia - Pro Fumum

72_Giorgia M. Righi
Storia - Akhenaton - Il primo personaggio della storia

75_Francesco Maurizio Pullara
Esoterico_essoterico - Entrare nella contemporaneità. L’Eterno.

76_Redazionale
Fotografia - Raffaele Ruberto, Luogo d’origine

77_Alberto Bertotto
Storia - La rivoluzione fascista: tra Etica, Estetica e Mistica

83_Fabio Milioni
Letteratura esoterica - Basilio Valentino - Sesonda parte

86_Marco Miglio
Cinema - L’uomo senza sonno

89_Carmine Mario Muliere
Cinema - Peter Greenaway -
Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante

92_Stefano Betti
Cinema - Il Rito di Ingmar Bergman

93_Alfredo Di Prinzio
Arte - Segni zodiacali

96_Alfredo Di Prinzio
Opinioni - Viva i mediocri!

98_Pirofilo
Racconto - 10° capitolo

101_Cecilia Prati
Letteratura - Platone 5°

103_Redazionale
Letteratura_Libri
Società Dante Alighieri

104_Enrico Pietrangeli
Letteratura_Libri
Daniela Bionda - Orgianas
Cinzia Tani - Rosso

106_Redazionale
Letteratura_Libri
Giorgia M. Righi -
La Chiave della Vita

107_Flavio De Bernardinis
Letteratura_Libri
Stefano Betti - Emma e i cattivi compagni

108_Ugo Serani
Poesia - Pessoa - Sonetti

109_Redazionale
Poesia - Accrocca

110_Carmine Mario Muliere
Quello che è in Alto ArtisticaMente Agenda - Appunti con la mano sinistra

111_Redazionale
Letteratura_Libri
Edizioni Equipèco
ARTICOLI DAGLI ALTRI NUMERI

L’Archivio delle carte di Enrico Prampolini
Anna Maria Di Stefano
n. 37 autunno 2013

Yue Minjun
Michela Santini
n. 36 estate 2013

Alberto Di Fabio
Raffaele Quattrone
n. 35 primavera 2013

Le fonti della pittura aborigena
Judith Ryan e Philip Batty
n. 34 inverno 2012

Bill Viola
Luca Maffeo
n. 33 autunno 2012

Jan Fabre
Michela Santini
n. 32 estate 2012


Miró
La fattoria
olio su tela, cm 132×147; 1921-’22
Collezione privata

Miró
Nudo
olio su tela, cm 92×73; 1926
Philadelphia, Museum of Art, Collezione Arensberg

Miró
L’ala dell’usignolo cerchiata di blu raggiunge il cuore del papavero che dorme nella prateria adorna di papaveri
cm 195×130

Joan Miró, (20 aprile 1893, Barcellona - 25 dicembre 1983, Palma di Maiorca), a sette anni segue i corsi di disegno del Señor Civil. A quattordici anni si iscrive alla scuola di Belle Arti di Lonja. Questi dati testimoniano un’attività di 83 anni dedicata alla sua incessante ricerca artistica manifestata attraverso molteplici tecniche: disegno, inchiostro, guazzo, acquarelli, pittura, scultura: bronzo, legno, ceramica; gli arazzi, le grandi composizioni murali
.
Edward Lucie-Smith, critico inglese, scrive di Lui: «...Dato che il surrealismo sottolinea con tanta forza la spontaneità e le intuizioni del subcosciente, risulterà forse sorprendente che alcuni dei suoi piú noti esponenti adoperino una tecnica accademica, fino al punto di far sembrare che rigettino molte delle scoperte dell’epoca precedente. Ma artisti come Dalí e René Magritte sono cosí intenti a mostrarci la loro visione il piú chiaramente possibile che scelgono per presentarcela il modo ch’essi sperano piú accessibile. È questa la ragione per cui un artista come Magritte è rimasto stilisticamente inerte lungo tutta la sua carriera. La pittura non fu mai per lui fine a se stessa, ma solo un conveniente mezzo di comunicazione.
Un certo numero di esponenti imortanti del surrealismo pensava che questo fosse un sacrificio delle qualità che il pittore dovrebbe ancora possedere.
Uno di essi era Joàn Miró, il cui Interno olandese del 1928 mostra un trattamento dei problemi spaziali che deve molto al cubismo. In questo quadro possiamo osservare gli inizi di uno stile che Miró avrebbe molto sviluppato in seguito, un modo di dipingere che era piuttosto un modo di scrivere, in cui delle forme emblematiche vengono allineate sulla tela come se si trattasse di una serie di geroglifici. (...) Questo sviluppo era pregno di conseguenze per l’arte successiva al 1945.
»1

E Giulio Carlo Argan: «(...) I miti di Picasso sono allarmanti, mettono in guardia il mondo; il mitologismo conformista di Léger lo rassicura e, senza volerlo, l’inganna.
L’altra faccia della medaglia, Miró: un pittore spagnolo, da principio tendenzialmente fauve e poi nel ‘24, a Parigi, a fianco di Masson tra i maggiori esponenti del surrealismo.
Facendone la rivelazione dell’inconscio, il surrealismo riconosce che l’arte non ha piú una circolazione e una funzione sociali: a meno che la sua funzione non consista proprio nel liberare l’individuo e la società dalla repressione della ragione per restituirlo all’autenticità degli istinti, alla capacità di vivere in comunione mitico-magica col mondo. Non serve cercare, come Léger, di costruire miti razionali, il mito è sempre irrazionale. La pittura di Mirò è caratterizzata dall’assoluta mancanza di censure: evita perfino di attribuire alle immagini significati simbolici perché le giustificherebbero, e la giustificazione è ancora una censura.
La mancanza di giustificazione non è mancanza di motivazione. Se le immagini di Mirò si configurano come stelle o falci di luna o corolle e stami di fiori v’è certamente una motivazione inconscia; ma è tale l’evidenza, la purezza del segno e del colore che non si cerca alcun significato secondo al di là della percezione. La profondità dell’inconscio si risolve totalmente nella superficie dell’immagine visiva. Tra la motivazione occulta e l’evidenza scoperta dell’immagine c’è soltanto l’azione del pittore. La motivazione non è una causa a cui corrisponde logicamente un effetto, è un impulso che si trasmette e perdura nel gesto che forma l’immagine. La si può leggere nella vibrazione delle linee e nella fosforescenza dei colori, come una corrente elettrica che rende incandescente il circuito che percorre. L’immagine non è una proiezione, ma un prolungamento dell’essere profondo dell’artista: un venire a galla per respirare una boccata d’aria, brillare per un istante nel sole.
È facile accorgersi che la dimensione psichica in cui si muove Miró è la stessa di Klee, ma il moto è inverso: Klee s’immerge ed esplora, Mirò risale e affiora. Il mito non è al di là (come per Léger), ma al di qua della coscienza: ed alla soglia della coscienza la percezione si arresta. È il segno stesso, come traccia del gesto, che conduce all’origine del mito, al punto d’indistinzione e comunicazione tra vita biologica e psichica: ad una condizione veramente naturale dell’essere, in cui non può esservi nulla di oscuro, di torbido, di minaccioso. I falsi miti, non i veri, sono pericolosi; i miti conformi alla ragione, come quelli di Léger, incutono timore; con gli altri, i contrari, si può tranquillamente giocare
».2

Infine, Guy Weelen: «...Per certi pittori, il silenzio, la tenacia nello sforzo sono altrettanto importanti dei colori. Un solo luogo, sempre lo stesso, lo studio, permette loro di vivere davanti alla tela bianca le avventure piú inimmaginabili. È probabile che Miró sia uno di loro.
Conta per Miró la fantasia del linguaggio. L’ha dimostrato giostrando sulle tele con frasi, con lettere, ma anche scrivendo diverse poesie
».

Cosa possiamo aggiungere?. Vogliamo soltanto testimoniare -attraverso queste pagine-, che l’artista è colui che riesce a liberarsi dalla formalità accademica rendendo cosí le proprie opere veicoli di comunicabilità per eccellenza.
L’immagine, infatti, è il mezzo piú immediato per fare ciò: l’occhio non ha filtri né metafore che impediscano la comprensione; altresí, registrano nella mente direttamente e, a volte, senza che ce ne rendiamo conto; e non occupano lo spazio della nostra memoria anzi, possono forse resettarla: è un fatto eccezionale quando accada: si può esperimentare e vivere la dimensione dell’Essere totale e personale contemporaneamente: condizione che permette l’interazione che avviene senza l’intervento del pensiero poiché si realizza un fatto affine che può essere tangibile ed elettivo. Egli riesce a trovare un equlibrio eccezionale anche tra parola e immagine:

«L’ala dell’usignolo cerchiata di blu raggiunge il cuore del papavero che dorme nellaprateria adorna di papaveri».

Miró, come Klee -che abbiamo presentato sul numero scorso- è un altro artista che ci ha fatto vivere questa esperienza.


Note
1- Edward Lucie-Smith, ARTE OGGI - Dall’Espressionismo astratto all’Iperrealismo, pp.44-46, Arnoldo Mondadori Editore, 1976.
2- Giulio Carlo Argan, Storia dell’Arte classica e italiana - Vol. 5° - L’Arte Moderna, pp.356-357, Ed. Sansoni 1980.
3-Guy Weelen, Miró, p.8, Ed. Garzanti 1984.