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Espoarte Anno 8 Numero 48 agosto-settembre 2007



Cracking Art

Elena Forin

Intervista a Omar Ronda



Contemporary Art magazine


[GIOVANI]
34 Elena Monzo
40 Andrea Salvatori
44 Magda Tóthová
48 Peppe Perone
52 Andrea Cammarano

[PROTAGONISTI]
58 Cracking Art Group
64 Arturo Schwarz

[SPECIAL GUEST]
70 Bertozzi & Casoni
74 Alessandro Bulgini
78 Paolo Consorti

[RUBRICHE]
84 Speciale Biennale
98 No man's Land

[Dossier Luoghi Spazi]
102 Fiumara d'arte

107 Editoria

[Progetti&Dintorni]
108 Public Art a Trieste e dintorni
110 MyLand
112 Plan S
113 Waterstream
114 Jochen Gerz
115 ad'a. Area d'azione cinque
116 Progettoggetto

[Profili]
118 Medhat Shafik

[EVENTI]
124 Matthew Barney & Joseph Beuys
126 Bruce Nauman
128 Piero Manzoni
130 Julian Schnabel
132 Damien Hirst
134 Georg Baselitz
136 Silenzio. Una mostra da ascoltare
138 Bernardí Roig
140 Israele Arte Contemporanea
142 Bill Viola

[Recensioni]
144 Fathi Hassan
146 Vettor Pisani
147 Katharina Fritsch
148 Fulton/Losi
149 Transiti

[IN GALLERIA]
152 Franz Ackermann
153 Ghada Amer
154 Paola Di Bello
155 Robert Polidori
156 Pittura/Materiale
157 Tom Johnson
158 Ilana Halperin & Adam Putnam
159 Francesco Bocchini
160 Hiraki Sawa
162 Luigi Ontani
163 Fabio Mauri
164 Matteo Basilé
165 Margrét Haraldsdottir Blöndal
166 Arthur Tress
167 Antony Gormley
168 Gert Verhoeven
169 The Gao Brothers

[New Entry]
170 First Gallery
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Chiostro del Bramante
Roma, 2007

Blue Penguin Bridge, 2005
installazione realizzata a Biella per la mostra
Sul filo della lana
a cura di Philippe Daverio

Installazione a Venezia
in occasione della Biennale 2007


Questo e molto altro dice il Manifesto del terzo millennio concepito da Omar Ronda e sottoscritto dagli altri membri del gruppo: la plastica, frutto del Cracking catalitico (da cui il nome) che trasforma il petrolio in plastica, ha in sé le radici di una storia che dura da millenni, quella dell’uomo e del suo mondo. Una storia piena di trasformazioni e di avvenimenti, un brano culturale vastissimo e profondo, in cui natura umana, artificiale e ambientale si uniscono in una formula concettuale che ha sfidato le norme attuali dell’arte contemporanea, scegliendo una modalità espressiva che unisce le logiche del gruppo a quelle dell’indagine individuale, che si esprime per manifesti (due finora, quello della fondazione nel 1993 e quello del 2001) ed azioni performative coinvolgenti, in cui animali colorati e decisamente fuori scala invadono i luoghi più vari, da quelli deputati all’arte a quelli della vita più quotidiana, dai supermercati alle autostrade.
E poi, si diceva, la dimensione del gruppo non limita l’espressione individuale di questi artisti (Omar Ronda, William Sweetlove, Renzo Nucara, Marco Veronese, Alex Angi, Carlo Rizzetti e Kicco), che lavorano anche come singoli interpretando, ciascuno secondo le proprie urgenze, le problematiche e le tensioni del nostro tempo, conferendo, come dei moderni Re Mida, plasticosità a tutto ciò di cui si occupano.

Elena Forin: Il vostro percorso è pieno di eventi importanti, dalla Biennale di Venezia nel 2001 fino all’attuale mostra al Chiostro del Bramante a Roma. Com’è nata la vostra storia?
Omar Ronda: È una storia bellissima iniziata nel 1993, una storia fatta di arte, artisti, stima e grande amicizia, legata ad una filosofia che ci unisce e ci porta sempre avanti per affrontare nuove sfide. Ogni giorno è diverso, pieno di stimoli, proposte, idee rivoluzionarie, progetti ed eventi. Una vita vissuta in modo davvero intenso. Oggi i musei ci cercano e i grandi galleristi vendono le nostre opere ai veri collezionisti. A settembre la prossima mostra alla Fondazione Mazzotta di Milano, con un catalogo presentato da Piero Adorno e da Calude Lorrain con un intervento di Dario Fo, poi a Venezia per un evento al Bauer in contemporanea alla Biennale del Cinema, poi a Bruxelles e forse a Nizza. A fine anno uscirà un grande libro edito da Skirà e tante, tante altre piccole e grandi cose.

L’idea di un manifesto programmatico, si colloca nella tradizione avanguardistica dell’artista consapevole delle problematiche del suo tempo. Quali responsabilità ha oggi l’artista e quali sono per voi le tensioni più urgenti di questa fase storica?
L’artista è un uomo del presente e in quanto tale deve essere coinvolto dai problemi che assillano la gente e il pianeta, dalle emergenze ambientali alla tutela della vita e della libertà. Noi vogliamo vedere il mondo in senso positivo, per il nostro lavoro utilizziamo un materiale molto controverso: la plastica, ed è proprio per questo che ci siamo schierati in difesa della natura e dell’ambiente.

Cracking Art ha deciso, come gruppo, di esprimersi spesso tramite performance ed eventi: perché questa scelta e che legame avete con i gruppi storici che per primi hanno posto in relazione l’arte a queste dinamiche?
È la nostra scelta, la nostra strategia, quella di creare grandi eventi di gruppo per andare vicino alla gente, in mezzo alla gente, fuori dalle gallerie dedicate a poche persone, ma soprattutto nelle piazze, nelle città, nei centri commerciali. Cerchiamo luoghi dove le persone possano toccare i nostri animali di plastica, li possano spostare e interagire con le installazioni. In questo siamo e ci sentiamo veramente popolari ed è uno dei motivi che ci tiene uniti e ci fa crescere.

Un altro elemento fondamentale nella vostra ricerca, individuale e di gruppo, è la forte carica iconica. Qual è il rapporto con la Pop Art?
La Pop Art è un movimento fondamentale di questa epoca, nessun artista contemporaneo può ignorare questo fenomeno: noi siamo figli del nostro tempo, ci riconosciamo culturalmente in Marcel Duchamp e nel Dadaismo, siamo i cugini di Arman e di Ben, parenti dei graffitisti e figli di Beuys, Christo e Warhol. Non si possono nascondere le eredità genetiche e culturali. Ma noi crediamo di aver aggiunto un anello alla catena evolutiva dell’arte contribuendovi con un nuovo codice, un codice aperto, diverso, il codice CRACKING!

La plastica è per voi portatrice di una cultura storica e naturale millenaria: quanto è stato difficile sostenere un’idea così rivoluzionaria?
Non è stato così difficile, a parte gli sputi iniziali di chi disprezza il nuovo. Possiamo essere orgogliosi di aver fatto comprendere subito il messaggio a personalità del calibro di Tommaso Trini, Lucrezia De Domizio e Harald Szeemann, grandi personaggi, intellettuali puri, e di non essere mai scesi a compromessi con i soliti mafiosi prezzolati. La nostra filosofia delle materie ha trovato riscontri positivi specialmente all’estero, in Belgio e in Olanda, e ora piano piano anche in Italia e nel resto del mondo. Oggi dobbiamo ancora difenderci dai nemici, da coloro che vogliono soffocare tutti gli altri, dai tromboni che monopolizzano i musei e gli spazi pubblici, da quelli che vivono e tramano nell’ombra contro la giovane arte e tutto ciò che minaccia il loro potere.

Pinguini a Milano, gabbiani a Firenze, tartarughe a Venezia e ora coccodrilli a Roma: quale sarà la prossima “invasione”?
Di recente si è inaugurata una grande mostra all’Orio Center di Bergamo, il più grande centro commerciale d’Europa, 100.000 metri quadrati invasi dai nostri animali, 5.000 bestie e bestioni multicolori in plastica riciclata in mezzo alla gente, a migliaia di persone: sono previsti oltre 3.000.000 di visitatori in quattro mesi. Questo è quello che vogliamo, un messaggio globale che coinvolga i media e la comunicazione di massa, l’arte a disposizione di tutti, degli anziani, dei bambini, degli handicappati, degli extracomunitari, di quelli che non sono mai entrati in un museo e che magari si vogliono rubare un pinguino e un delfino da portare a casa nascosto nel carrello della spesa.
Per il futuro sogniamo cose sempre più gigantesche, installazioni che facciano pensare, rabbrividire i galleristi con la puzza sotto al naso, vomitare gli artisti “giusti”, incazzare i sovrintendenti e gridare allo scandalo i piccoli borghesi dell’arte, quelli per cui è “giusto” solo quello che dicono Celant o la Giannelli. Vogliamo essere fuori da tutto, dagli schemi e dalle regole, vogliamo essere esagerati e ridondanti, vogliamo divertirci e far divertire, vogliamo scegliere un posto panoramico per goderci la fine del mondo!



Cracking Art Group è nato nel 1993 ed è composto da sette artisti: Omar Ronda, William Sweetlove, Renzo Nucara, Marco Veronese, Alex Angi, Carlo Rizzetti e Kicco.


Selezione Eventi recenti:
2007

- Una Mostra Bestiale, Circolo della Stampa, Milano
- Art Paris 07, William Sweetlove - Galleri GKM Siwert Bergstrom, Parigi
- Seul Museum of Modern Art (Korea)
-?Orecchiette al gusto di Design, a cura di Anty Pansera e Laura Giugiaro, Chiostro e Biblioteca dell'incoronata, Milano
- 5 x Nouveaux Pop, Galleri GKM Silwert Bergstorm, Malmo, Svezia
-?Crackingart, Tornabuoni Arte, Firenze
- Animals, William Sweetlove, Galleria Barbara Mahler, Lugano
- Piemonte Torino Design, Kyoto (Giappone) Istituto Italiano di Cultura e Hanoi (Vietnam) Museo di Belle Arti
- Animal Cracking Art, Chiostro del Bramante, Roma
- Orio Center, Orio al Serio (BG)

2006
- XX Winter Olimpic Games, Torino 2006
- The Cracking Art Group, U.F.O. United Foundation Ostend (Ostenda, Belgio) Museo d'Arte Moderna di Lousiville Kuntucky USA
- Les Nouveaux Pop, a cura di Jean-Luc Chaulumeau, Villa Tamariss Centre d'Art, La Sien sur Mer, Tolone
- Marylin, Omar Ronda Galleria Barbara Mahler c/o UBS, Lugano
- Cracking Art, Pinguini Rosa a Conzano, Comune di Conzano (AL)
- Cracking Art - l'arte che non c'era, Galleria Santo Ficara, Firenze
- Via del Sale. Arte Contemporanea dalla Langa al Mare, a cura di Silvana Peira e Nico Orengo, Spotorno (SV)
- Omaggio a Picasso, Pinacoteca Comunale Marco Moretti, Civitanova Marche (MC)
- Cracking Art, Cavour Art Festival, Città di Terni
- Vespa Arte Italiana, a cura di Valerio Dehò, Chiesa e Chiostro di Sant’Agostino, Pietrasanta (LU)e Berna, Svizzera
- Omar Ronda - Mani da Designer, Sala Bolaffi, Torino
- Salvador Dalì ed i surrealisti, a cura di Ilaria Ortolina e Laura Ravasi, Pinacoteca Comunale Marco Moretti, Civitanova Marche (MC)
- Omar Ronda. Fusioni Genetiche. L'origine della Cracking Art, Galleria Atrium, Lecce
- Piemonte Torino Design - Exhibition and Convention Center, Pazhou Canton, Cina
-La Tas d'esprits - Les Limites de l'art ? Pourquoi l'art ? Où va l'art ?, a cura di Ben Vautier - Parigi


Gallerie di riferimento:
Tornabuoni Arte, Firenze
Galleria Guy Pieters, Knokke-Heist (Belgio)