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Diorama Mag Anno 2 Numero 3 autunno 2012



Electronic Voice Phenomena

Jelena Miskin





SOMMARIO N. 3

2 WUNDERKAMMER

4 EDITORIALE

8 INTRODUZIONE
Interferenze
/ Lorenza Novelli

10 EDITORIALI
In barba a Playboy
/ Zoe De Luca

16 ARTE
Theresa Byrnes
/ Virginia Villari

18 ARTE
La nascita di un (anti) genere
/ Eleonora Salvi

24 ARTE
Cybernetic Serendipity
/ Lorenza Novelli

28 ARCHIVIO
Bacteria Dress
/ Chiara Fraise Salvatori

30 COSTUME
Segnato dall’intromissione dell’occulto nella scienza generato dall’intervento dell’errore nella linearità del processo tecnico
/ Virginia Devoto

36 MUSICA
Electronic Voice Phenomena
/Jelena Miskin

40 MUSICA
Selezione musicale
/Jelena Miskin

42 ARTE
Creazione ed incomprensione di un reale irregolare
/ Zoe De Luca

50 LETTERATURA
Meringhe di Mercoledi
/ Samuele Fioravanti

52 BIOGRAFIE
Il “bambino elettronico bugiardo”
/ Elia Solverano

56 TEXTURE
Fototeca
/ Virginia Devoto

64 CONCEPT
Archimede

68 ARTE
David Maljkovic
/ Eleonora Salvi

72 FOTOGRAFIA
Becomings
/ Thomas Sing

78 ARCHITETTURA
Spomenik
/ Chiara Fraise Salvatori

84 ARCHIVIO
L’Originale Miscellanea di Schott

86 MODA
EX.NO 1 - VOID
/ Virginia Devoto

92 COSTUME
/ Virginia Devoto

94 CINEMA
Scandalo ad Hollywood
/ Emanuele Amaduzzi

98 CINEMA
Recensioni

100 POESIA
Oscurato, Paul Celan

102 ARTE
Ricordo alterato
/ Zoe De Luca

110 MUSICA
Radioland
/ Nicola Giunta

114 ARTE
Building Recycling: progettare ma temporaneamente
/ Alessandra Casadei

116 LETTERATURA
Il guardiano prevaricatore
/ Lorenza Novelli

126 WUNDERKAMMER
ARTICOLI DAGLI ALTRI NUMERI

Sigrid Calon
Zoe De Luca
n. 7 primavera - estate 2014

Interno Otolab
Virginia Devoto
n. 6 autunno-inverno 2013

A plunge in the Third Landscape
Eleonora Salvi
n. 5 primavera-estate 2013

Ogni sua parte somiglia all'intero
Virginia Devoto
n. 4 inverno 2013

The Rubber Man

Chiara Fraise Salvatori
n. 2 primavera-estate 2012

L’orizzonte è un continente
Alessandro Ciacci
n. 1 inverno 2012


Friedrich Jurgenson

Thomas Edison ed il suo primo fonografo, 1877

CM von Hausswolff e Michael Esposito, The Ghosts of Effingham, AshInternational, 2010

Da sempre i tecnici del suono e chi in genere si occupa di comunicazioni è a conoscenza di interferenze che vengono eliminate e dimenticate come “disturbo tecnico”. Il più curioso e bizzarro è sicuramente l’EVP, Electronic Voice Phenomena, un’intrusione vocale dall’origine sconosciuta in grado di interferire con canali trasmissivi e apparecchiature di registrazione.
Si sarebbe potuto pensare che l'avvento delle tecniche di registrazione e riproduzione meccanizzata di suoni e immagini nel corso del diciannovesimo secolo avrebbe segnato la fine di esperienze soprannaturali, incontri spettrali e comunicazioni extraterrestri di ogni tipo, fornendo prove inconfutabili che tutto questo era solo l'immaginazione di alcuni visionari. Ma è accaduto proprio il contrario: l'occulto e lo spiritualismo erano in piena espansione, traslando prontamente le tecnologie emergenti nel campo dell'irrazionale, lontano dal progresso della scienza e della ragione e, in questo improbabile mood storico, Thomas Alva Edison fu una sorta di nonno per gli EVP a causa del fonografo e della sua peculiarità di registrazione.
Hegel definì il suono come “la scomparsa dell’essere nell’atto dell’essere”, ma l’invenzione di Edison sospese tale dipartita. “Il parlare è diventato, per così dire, immortale” dichiarò il Scientific American in seguito ad una dimostrazione del fonografo a cilindro. Correva l’anno 1920 quando sempre un intervistatore del Scientific American interrogò Edison circa la possibilità di contattare i morti e, in questa occasione, l’ideatore del fonografo si rivelò deciso a costruire un nuovo congegno, un miglior sostituto per i metodi grezzi finora utilizzati come i tavoli ribaltabili e tavole Ouija, così sensibile da contattare “personalità in un altro ambito dell'esistenza”. Ma Edison morì nel 1931 senza lasciare ai posteri alcuna documentazione sulle sue intenzioni.

Dopo decenni di “silenzio”, una nuova ondata di interesse emerse con Friedrich Jürgenson al quale venne attribuito il merito di aver dato entità a questi fenomeni. Era il 12 giugno 1959 quando Jürgenson stava cercando riposo nella campagna svedese e, interessato alle numerosissime voci degli uccelli, prese un registratore e lo mise in funzione. Al riascolto, oltre il canto degli uccelli, udì una voce umana. La prima reazione fu di naturale incredulità seguita da un tentativo di archiviare il tutto come disturbo, ma per fortuna la curiosità e la costanza di Jürgenson lo porteranno, anche se con fasi alterne, a continuare gli esperimenti.
Nel 1964, Konstantin Raudive, psicologo allievo di Carl Jung, dopo aver letto il libro di Friedrich Jürgenson, Voices from Space, rimase così impressionato da intraprendere immediatamente la ricerca in tale ambito. I fenomeni di voce elettronica (EVP) sono stati studiati da Raudive in collaborazione a un parapsicologo tedesco, Hans Bender e, successivamente alla pubblicazione del libro sulla sua ricerca, Breakthrough del 1971, questi fenomeni sono spesso denominati Raudive Voices. Con l'aiuto di vari esperti di elettronica furono registrate oltre 100.000 cassette audio, la maggior parte delle quali sono state effettuate sotto quelle che vengono descritte come “severe condizioni di laboratorio”. L’enorme database di registrazioni vede la madre di Raudive come personalità statisticamente contattata più di frequente; la donna si rivolgeva al figlio in latgaliano (un dialetto della Lettonia).

Nel 2002 la label belga Sub Rosa pubblicherà ‘the Voices of the Dead, un soundwork particolarmente suggestivo e un omaggio globale per tutti gli esploratori dell’ignoto, contenente alcune tracce riportate dai nastri magnetici originali degli archivi dello stesso Raudive e di Gerhard Stempnik integrate dal lavoro di diversi musicisti tra cui Calla, Lee Ranaldo, David Toop.
Gli approcci alla registrazione EVP furono diversi, e facevano riferimento a voci del microfono dove si lascia semplicemente il registratore in funzione, senza parlare (Raudive indica che il microfono si può anche staccare); voci radio, dove si registra il rumore bianco di una radio che non è sintonizzata ad alcuna stazione; voci diodi, tramite l’uso di una radio con diodo a cristallo.
I fenomeni elettronici dell’EVP sono stati ripresi recentemente da diversi artisti come Tony Oursler, Carsten Holler e Leif Elggren, e la ricerca è stata inesorabilmente promossa dal compositore svedese e veterano della scena musicale elettronica, Carl Michael von Hausswolff. Come co-monarca del Regno di Elgaland-Vargaland (non ufficialmente riconosciuto), CM von Hausswolff ha emesso un editto che abolisce la morte e ha invitato i defunti a diventare cittadini del loro stato virtuale e, al fine di comunicare con i loro spiriti, ha preso spunto dal ormai leggendario ricercatore Jürgenson, ponendosi però nella veste di artista: “Le mie ricerche non hanno nulla a che fare con la ricerca scientifica. Non credo che un comportamento artistico può essere basato su altro che l'intuizione. Il mio lavoro ha niente da aggiungere alla ricerca lanciata da Jürgenson o Raudive”. Il CM von Hausswolff curatore di mostre, detiene anche il merito di aver fondato la Friedrich Jürgenson Foundation per preservare l’enorme quantitativo di registrazioni in seguito alla morte del ricercatore avvenuta nel 1987. L’archivio fu trasferito nel 2004 al Zentrum Für Kunst und Media in Karlsruhe e una parte di materiale è reperibile su supporto CD edito da Ash International sotto l’iniziativa denominata PARC, che comprende anche le incisioni sonore di Konstantin Raudive e Raymond Cass, specialista inglese in materia di fenomeni EVP.

In Operations Of Spirit Communication, edito dall’etichetta tedesca Die Stadt, CM von Hausswolff dedica l’opera allo stesso Jürgenson e al Hafler Trio Andrew McKenzie. Questa operazione, ispirata dalle tecniche degli Electronic Voice Phenomena, è un agglomerato di suoni e visioni tra tecnologie analogiche e digitali come oscilloscopi, dispositivi radar e sonar: le attrezzature ready-made stavano mostrando le possibilità dell’interazione con fantasmi e altre forme di vita che vivono all'interno di un certo spazio o all'interno delle reti elettriche. Esplorando elettricità e frequenze Von Hausswolff ne risveglia gli elementi nascosti e da forma alle strutture dietro il visibile. Operations Of Spirit Communication implica ovviamente una musica di tipo meno tangibile e anzi, per la maggior parte del tempo, consiste in un ronzio disincarnato, che funge da mezzo per manipolazioni sonore granulari. E la cover dell’album, raffigurante una soffitta con apparecchiature da transcomunicazione è la perfetta introduzione atmosferica alla registrazione, che affronta il tema inquietante della metafonia o, per dirla in modo meno accademico, del modo di parlare con i morti. 


Filosoficamente Jacques Derrida definisce l’Hantologie, ontologia del fantasma, ciò che per definizione elude l’ontologia, perché il fantasma propriamente non esiste. Il termine relativo, hauntological, è stato adottato dal critico musicale inglese Simon Reynolds per descrivere un’influenza ricorrente nella musica elettronica creata principalmente da artisti del Regno Unito che utilizzano e manipolano campioni presi dal passato tra cui segnali sonori captati dall’etere, tracce radio ronzanti, registrazioni su vecchi cilindri di cera ecc.; sussiste una realtà di suoni alternativa sommersa da cui gli spiritisti sonori attingono per plasmare nuovi soundscapes.
La perfetta ontologia dei fantasmi potrebbe essere The Ghosts of Effingham, un cilindro di cera luminescente pubblicato nel 2010 dall'etichetta Ash International, il quarto della serie dedicata all’esplorazione degli Electronic Voice Phenomena. Progettato da Michael Esposito e CM Von Hausswolff, il cilindro contiene un pezzo di quattro minuti di musica che mescola frequenze sonore e pezzi sovrapposti di EVP registrati nella fattoria di famiglia di Esposito in Illinois, esattamente centotrentatre anni dopo che Edison inventò il fonografo. Due diverse versioni MP3 sono fornite con il cilindro. Il primo dei due è la traccia originale, mentre il secondo è una registrazione suonata sul fonografo Fireside Edison (1909) con tutta l’alterazione del suono che ciò comporta. Ad accentuare la sensazione straniante di questa visione ‘haunted’ contribuisce la peculiare luminescenza del cilindro, richiamo iconico ai resoconti riportanti eventi soprannaturali da parte dei movimenti spiritualisti della metà del diciannovesimo secolo.
The Ghosts of Effingham è così apparizione ed entità interferenziale tra passato e presente, evocazione tra suono e immagine che induce nello spettatore la sensazione di trovarsi di fronte a una piega temporale. Nella riesumazione di un passato che non è mai stato presente, in vecchi suoni, rumorismi e spiritismi sonori si attua una specie di memoria alterata e spettrale, che immerge l’ascoltatore in un mondo alternativo. Una musica dalle qualità anacronistiche, spesso polverosa, sfocata e malinconica, descritta da Reynolds come una miscela del moderno e dell’antico disagio.