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Ipso Facto (1999 - 2000) Anno 3 Numero 8 Settembre-Dicembre 2000



Editoriale

E.G.



Rivista d'arte contemporanea
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Ferand Léger, Paesaggio, 1954.

Chuck Close, Paul, 1994.
Sette astronauti sulla Luna. Immagine manipolata.

Novità e continuazione anche in questo ottavo numero di “Ipso Facto”. Intanto un minimo di rinnovamento grafico che contiamo vada nella direzione della maggiore leggibilità della rivista, visivamente più leggera e meno densa. Poi la particolarità del primo testo, di Erika Billeter sul tema del giardino dell’Eden, in cui la quantità di immagini rispetto alla brevità del testo rovescia il rapporto più consueto tra i due: è anche questo un modo di aprire questioni e suggerire accostamenti inediti o impensati, anche questo un modo per entrare più da vicino nella storia artistica. Come continuano a fare il testo di Ludger Derenthal, alla sua ultima puntata, su Max Ernst e i protagonisti del Surrealismo e quello di Jean-Yves Jouannais sugli “artisti senza opera”, che pure si conclude: che fervore di creazione e di invenzione, di scambi e di condivisioni scaturisce dallo sguardo ravvicinato a certi periodi e contesti storici!
Continuiamo a interessarci a nostro modo dei nuovi media: William J. Mitchell ci offre un altro capitolo della sua analisi del rapporto tra immagine presunta oggettiva, specie quella fotografica, e sua manipolabilità attraverso le nuove tecnologie, e per questo uno sguardo sul cambiamento di statuto dell’immagine e nuove questioni che si aprono intorno al problema; Richard Schiff invece ricorda come il paragone tra analogico e digitale può ripercuotersi su altri aspetti dell’opera degli artisti, come la manualità, il piacere, lo sguardo; María Fernández da parte sua affronta di petto il divario estetico e ideologico che si apre tra diversi modi di considerare le conquiste delle nuove tecnologie, soprattutto quello di due mondi ancora separati quali sono quello ricco e quello povero.
Con quale delicatezza, ma anche decisione, il tema ideologico è presente anche nel testo che l’artista Felix Gonzalez-Torres ha scritto all’incontro imprevisto con un’opera di Roni Horn che gli è apparsa come una risposta necessaria alle discrepanze del reale. Primo testo d’artista su un’opera di un altro artista, apriamo per la prima volta questo capitolo che ci sta particolarmente a cuore.
Infine Giuseppe Zuccarino definisce “linguaggio magico” quello dell’artista che scrive, appunto, qui Gastone Novelli, di cui recensisce i libri e i taccuini in cui disegni e appunti, scrittura e illustrazione si annodano in modo efficace e sempre ricco di suggestioni.
La copertina è di Gianfranco Baruchello, che ha composto uno dei suoi lavori integrandovi il nome della rivista. Un vero onore che ci risarcisce del nostro impegno. Così come altre iniziative che nascono intorno alla rivista, oltre che al suo nome: un nuovo multiplo realizzato dall’artista Gianluca Codeghini e il primo volume di una collana che speriamo numerosa, le “edizioni Ipso Facto”, che vuole raccogliere eventi particolari, in catalogo o in edizione speciale, libro d’artista o altro: un campo aperto e ricco che contiamo di coltivare con originalità. Le informazioni relative sono nelle ultime pagine di questo numero.