Giancarlo Ossola
Giuseppe Banchieri
Aligi Sassu
Giovanni Frangi
Paolo Vallorz
Jean Clair
Andrea Mariconti
Jesus Ibanez
Corrado Colombi
Rosa Maria Rinaldi
Agostino Arrivabene
Paesaggi contemporanei. La mostra, che conta circa una ventina di opere, si sviluppa a partire da un dipinto storico di Aligi Sassu: Pini ai Piani di Ivrea, un olio del 1939, che consegna la chiave di lettura del rinnovato modo di intendere la pittura di paesaggio nel Novecento.
Cos'è il paesaggio contemporaneo? Tra ritorno alla natura e fascino della dimensione urbana, tra un senso del reale come luogo magico e dimensioni incantate più vere del vero, prova a darne conto Naturæ, collettiva che si inaugura domenica 23 maggio (ore 17) negli spazi di ZERO.OTTO Arte Contemporanea, a Lodi (c.so Adda, 42). “Naturæ” alla latina, per indicare la necessaria pluralità e l'ambiguità - in quella fusione dei caratteri finali che è compresenza di singolo e molteplice - di un genere ormai svincolato dal problema della rappresentazione e sempre più specchio di uno sguardo. Paesaggi, dunque, che si portano sulle soglie, e talvolta le superano, dell'autoritratto interiore.
La mostra, che conta una ventina circa di opere, si sviluppa a partire da un dipinto storico di Aligi Sassu: Pini ai Piani di Ivrea, un olio del 1939, che consegna la chiave di lettura del rinnovato modo di intendere la pittura di paesaggio nel Novecento. Poi un balzo di mezzo secolo per opere che vanno dagli anni Ottanta a oggi. A partire da due maestri dell’arte italiana come Giancarlo Ossola e Giuseppe Banchieri, fautori di due modi antitetici di intendere la pittura eppure accomunati dall’approccio esistenziale al reale. Il cielo è al centro invece di un grande pastello su carta di un 25enne e già maturo Giovanni Frangi (SS 35, 1984) e di due tele di Paolo Vallorz, tra i più grandi paesaggisti italiani, stimato, tra gli altri, da Jean Clair che lo volle alla Biennale di Venezia del 1995.
Se nel pastello Giugno Attilio Forgioli si dimostra innamorato dei colori e dei profumi dell’estate mediterranea, Andrea Mariconti, nuovamente ospite di ZERO.OTTO dopo il successo della personale Blackcoal di marzo, ammanta le scogliere irlandesi nello spleen delle sue nebbie intinte nella cenere. Altri lavori registrano invece la complessità dell’ambiente attuale, come le tre tele di Jesus Ibañez, tra i massimi esponenti del Realismo spagnolo, che sotto la limpidezza dell’immagine celano riflessioni pittoriche su naturale e artificiale. Come le opere di Corrado Colombi (vincitore del Premio Arte Mondadori 2009), paesaggi saturi e incandescenti o, all’opposto, alle soglie dell’evanescenza, in cui lo sguardo nulla esclude dal campo visivo e tutto indaga nella consapevolezza di un senso superiore. O come le sofisticate tele di Rosa Maria Rinaldi, in cui immagine fotografica e intervento pittorico decostruiscono e ricompongono il reale in ipotetiche geografie che profumano di utopia. Sogni congelati sono invece i paesaggi di Agostino Arrivabene, in cui la pittura analitica e fiamminga si scontra con la dimensione fantastica e primordiale dei luoghi. Spazi onirici e quindi pienamente contemporanei. E forse persino più reali di quelli da altri dipinti “sul motivo” eppure così prossimi a immagini di una natura tutta interiore.
Immagine: Giuseppe Banchieri, Marina, 1994, olio su tavola cm 20x315
Inaugurazione 23 maggio ore 17
Zero.otto arte contemporanea
corso Adda, 42 - Lodi
Orario: giov 17.30-19.30, ven 10-12 e 17.30-19.30, sab 10-12.30 e 16-19.30, dom 10-12.30
Ingresso libero