La modernite' elegante. La mostra, promossa in collaborazione con la Pinacoteca di Barletta, citta' natale di De Nittis, comprende oltre 110 oli e pastelli, appartenenti a collezioni pubbliche e private italiane, francesi e statunitensi, alcuni dei quali mai prima presentati al pubblico. Un percorso tematico e storico dell'arista che espose ai Saloni del 1869 e del 1884 e che partecipo' alla prima esposizione impressionista organizzata nell'atelier del fotografo Nadar nel 1874. La mostra e' a cura di Emanuela Angiuli, Gilles Chazal, Dominque Morel.
a Cura di Emanuela Angiuli, direttore della Pinacoteca “Giuseppe De Nittis” di Barletta
Gilles Chazal, conservateur général, directeur du Pertit Palais
Dominque Morel, consevatoeur en chef au Petit Palais
Giuseppe De Nittis (1846 – 1884) è la figura di maggior spicco tra gli artisti italiani che vissero a Parigi nella seconda metà dell’Ottocento. Contemporaneo di Boldini e dei macchiaioli, fu amico di Caillebotte, di Manet e Degas.
Questa mostra, promossa in collaborazione con la Pinacoteca di Barletta, città natale di De Nittis, situata nelle vicinanze di Bari, in Puglia, comprende oltre 110 oli e pastelli, appartenenti a collezioni pubbliche e private italiane, francesi e statunitensi, alcuni dei quali mai prima presentati al pubblico.
E’ un percorso tematico e storico nell’arista che espose ai Saloni del 1869 e del 1884 e che partecipò alla prima esposizione impressionista organizzata nell’atelier del fotografo Nadar nel 1874.
Pittore della vita moderna, De Nittis è interessato alla vita dei boulevards, ai cantieri parigini, alle corse ippiche d’Auteuil o di Longchamp, attento osservatore delle toilettes femminili e dei modi di un pubblico elegante. E’ un paesaggista sensibile, abilissimo nel trasporre i contrasti luminosi del suo paese natale quanto i cieli brumosi dell’Ile de France, o le nebbie londinesi.
Con Manet e Degas, è tra i primi a sperimentare la tecnica del pastello nelle opere di grave formato ed è tra i migliori esponenti del “giapponesismo” in pittura, sapendo, soprattutto nelle sue opere ultime, proporre particolari arditezze nella composizione delle sue tele
Le sezioni della Mostra al Petit Palais
UN ITALIANO A PARIGI
Giuseppe De Nittis nasce a Barletta 25 febbraio 1846 da una famiglia di ricchi proprietari terrieri. Da ragazzo mostra una naturale predisposizione per la pittura. Nel 1860 s’iscrive all'Accademia di Belle Arti di Napoli da dove è espulso tre anni dopo per indisciplina. Ribelle a qualsiasi insegnamento tradizionale, scopre la libertà di dipingere dal vero. Nel 1867, compie il suo primo viaggio a Parigi. Dipinge scene storiche nello stile di Meissonier e Fortuny. Nel 1869, sposa Léontine Gruvelle. Lascia Parigi durante la guerra franco-prussiana, ma vi si trasferisce definitivamente nel 1872. Nel 1878, De Nittis incontra Edmond de Goncourt che diventerà suo amico e confidente. Lo stesso anno, durante un viaggio a Napoli, dipinge «Pranzo a Posillipo», rievocazione nostalgica dei suoi anni giovanili. Nell’ «Autoritratto», egli si rappresenta all'apice della sua carriera, poco prima che la malattia lo assalga, in posa nelle stanze della sua casa in rue de Viète, dove si è trasferito con la moglie e il figlio nel 1880.
LA LUCE DEL SUD
Con Marco de Gregorio e Federico Rossano, De Nittis fonda a Napoli nel 1863 la Scuola di Resina. Contrapponendosi alla pittura di storia, è sua ispirazione promuovere una pittura di paesaggio, libera da tutti i condizionamenti letterari o accademici. In «L’Ofantino» gli elementi narrativi – il bue in primo piano, il carro che proietta l’ombra sul muro – dominano ancora la visione del paesaggio. Al contrario, in «Appuntamento nel bosco di Portici», i giochi di luce ed ombra diventano il vero soggetto della pittura al di là dell’episodio della donna che passeggia solitaria, assorta nella lettura. «La strada da Napoli a Brindisi» riscuote un grande successo al Salon del 1872. I critici sono entusiasti del modo in cui De Nittis dipinge le ombre per evocare "il caldo opprimente del giorno." De Nittis dipinge paesaggi panoramici dove il cielo, l’acqua e la terra sono dipinti in stretti orizzonti paralleli (Sulle rive dell’Ofanto). In «Passa il treno» si insinua per la prima volta una visione malinconica del paesaggio con il pennacchio di fumo che taglia in corsa il dipinto.
ALL’OMBRA DEL VESUVIO
L'esposizione presenta tredici vedute del Vesuvio realizzate dall'artista quando soggiornava a Napoli nel 1871 -1872. Parecchie di esse sono delle descrizioni quasi-scientifiche di fenomeni geologici sopraggiunti in occasione di un'eruzione del Vesuvio che De Nittis riferisce con precisione nelle sue Notes et Souvenirs. Alcuni di questi paesaggi sono stati accostati da Vittorio Pica alle Vedute del Monte Fuji dipinte da Hokusaï. Altri autori hanno sottolineato la stupefacente modernità di questi studi di rocce e lave, variazioni di colori e di forme molto vicine a composizioni astratte.
Il mercante di De Nittis, Goupil, si stupisce che l'artista abbia trascurato il senso del pittoresco, desiderando che riempisse paesaggi di figure e personaggi. Sembra che De Nittis abbia accondisceso a tali richieste di sapore commerciale giacché in «La Discesa del Vesuvio», inserisce un gruppo di turisti che tornano dal vulcano. La composizione questa volta è sapientemente meditata e il tocco perfettamente padroneggiato.
EN PLAIN AIR
A Parigi, Giuseppe De Nittis fa velocemente conoscenza dei pittori impressionisti, in particolare di Caillebotte e Degas che lo invitano a partecipare nel 1874 alla prima esposizione della Nouvelle peinture. Nel 1870 Manet gli regala un quadro intitolato Au Jardin per ringraziarlo di averlo ospitato nella sua casa di campagna. A loro contatto, Di Nittis dipinge molti soggetti e scene all’aria aperta, ritraendo spesso la sua donna, Léontine, sull'acqua o in un giardino. Pittura della felicità e dell'istante, come proiettata a conservare il ricordo di particolari momenti gioiosi.
PARIGI E LE RIVE DELLA SENNA
«De Nittis, è il vero e talentueux paesaggista delle vie parigine» scrive Jules di Goncourt nel suo Giornale il 2 giugno1883. Al Salon del 1876, espone una veduta di place des Pyramides che attira l’attenzione di Emile Zola. Il quadro è acquistato dallo Stato e sarà ben presto esposto al museo del Luxembourg con «Le Rovine delleTuileries», presentato al Salon del 1883, opera che De Nittis riacquista dal suo mercante Goupil per offrirlo al museo. De Nittis coglie le trasformazioni della Parigi moderna senza tralasciare le impalcature o i cantieri delle ricostruzioni successive alle distruzioni della Comune o della guerra del 1870. Egli è anche un incantevole interprete delle rive della Senna e dei ponti che scavalcano il fiume. Usa con destrezza il pastello che incanta Goncourt il quale descrive la sua abilità nel rendere " l'aria nebbiosa di Parigi", " il grigio del suo lastricato" e " il profilo dei passanti.
LONDRA E IL TAMIGI
A partire da 1873-1874, De Nittis lavora, durante programmati soggiorni, a Londra. Stringe amicizia con James Tissot che operando dal 1871 nella capitale britannica ha ottenuto successi commerciali lusinghieri. Qui fa la conoscenza del banchiere Kaye Knowles che gli chiede dieci quadri. Come un moderno Canaletto, sceglie i luoghi più emblematici della capitale britannica: La Banca di Inghilterra, la Nazionale Gallery, Westminster, Trafalgar Square e Piccadilly. Dipinge l'animazione della città moderna con una grande attenzione per il dettaglio e il realismo. Accanto a questa produzione ufficiale per Knowles, si dedica a una serie di paesaggi " atmosferici" influenzati da Turner e Whistler. Rappresenta così Westminster con le sue caratteristiche torri immerse nella nebbia. Il suo gusto per le inquadrature insolite suggeriscono rimandi evocativi ai quadri dipinti, sugli stessi soggetti, da Monet e Manet nello stesso periodo.
LE CORSE
I Campi di corse di Auteuil e di Longchamp diventano uni dei temi favoriti di De Nittis. Luoghi di incontro e di socievolezza, offrono al pittore l'opportunità di tracciare le eleganti silhouette delle parigine che sistemano l’ occhialetto per vedere una carrozza lanciata al trotto o stanno in piedi su una sedia per spiare l'arrivo del cavallo vincitore. Di fatto, a differenza di Degas, De Nittis si interessa più agli aspetti mondani della corsa che alla corsa in sé. Egli non segna in un tratto potente la figura del fantino che fa corpo con la montatura, preferendo la descrizione del pubblico elegante che frequenta i campi da corsa. Ed è un incomparabile interprete delle mode femminili di cui sa catturare "il transitorio, il fuggitivo, il contingente", secondo la definizione della modernità cara a Baudelaire.
NEL SALOTTO DELLA PRINCIPESSA MATILDE
Grazie all’amicizia con Edmond de Goncourt, Di Nittis fa la conoscenza della principessa Mathilde, la quale nel suo salotto di via di Berri riceve scrittori, artisti, musicisti. Accanto al quadro conservato a Barletta, è esposto per la prima volta in una mostra dedicata a De Nittis, un importante pastello prestato dal museo di Beaufort-en-Vallé. Dal 1883, datano anche tutta una serie di figure ritratte in interni. De Nittis schizza con fermezza la linea di una schiena, il contorno di un profilo ed immerge le sue modelle nella penombra suggestiva delle confidenze come anche nelle scene di intimità femminili.
«LE MARIAGE AVEC LA MUSE JAPONAISE»
Assieme a Edmonde Goncourt e al critico Philippe Burty, De Nittis è un appassionato di arte giapponese. Nel suo Giornale, Goncourt descrive la lussuosa casa dell'artista: " È un palazzotto, il domestico in cravatta bianca, l'appartamento dal confort inglese, dove l'artista si svela per delle giapponeserie di una fantasia o di un colore adorabilmente esotici. E De Nittis ha in casa dei foukousas che fanno macchie le più chiare e più allegre sui muri. Tra le altre, delle gru di una calligrafia un po’ barocca, poggiate su un fondo rosa ribes che fanno la gioia degli occhi." Il gusto per il Giappone che De Nittis divide con altri artisti come Degas e Manet, si ritrova anche nei suoi quadri. Negli anni 1878-1881, De Nittis dipinge frequentemente sullo sfondo dei suoi quadri, i paraventi che verosimilmente erano nelle sue stanze. Egli realizza anche, a più riprese, pitture a forma di ventaglio con motivi e tecniche d’ispirazione giapponese.
RITRATTI E FIGURE
Léontine Gruvelle che De Nittis sposa nel 1869 alla vigilia dei suoi esordi al Salon, fu per l'artista musa e ispiratrice. De Nittis la ritrae in diverse pose, da sola o con il figlio Jacques. «Giornata di inverno» è senza dubbio il ritratto più elaborato ed anche più rappresentativo di Léontine. Il pittore guarda la sua donna seduta davanti ad una finestra oltre la quale si scorge un magnifico paesaggio di neve. Egli esegue anche a pastello un ritratto molto bello di madame Heredia, la donna del poeta dei Trophées e madre di Marie di Régnier. Con Degas e Manet, De Nittis è uno dei primi artisti del diciannovesimo secolo ad utilizzare il pastello per le composizioni di grande formato. Sedotto dalla facilità di impiego di questo medium che gli permette di lavorare velocemente, realizza mirabili effetti di sfumato fluidi e vaporosi. Una delle ultime opere del pittore è la bellissima «Colazione in giardino» in cui ritrae intorno alla tavola della colazione la moglie e il figlio, mentre sulla tovaglia un tovagliolo sgualcito sembra evocare l’ assenza dell’artista stesso.
Ufficio Stampa
Caroline Delga tel. 01.53434014
caroline.delga@paris.fr
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Tel. 049.663499 info@studioesseci.net
Vernice per la Stampa 20 ottobre 2010, dalle 11 alle 13
Petit Palais, Musée des Beaux-arts de la Ville de Paris
Avenue Winston Churchill 75008 Paris
Apertura: da martedì a domenica: 10-18
Giovedì fino alle 20. Chiuso il lunedì.
Ingresso: intero 10 euro; ridotto 7,50