Opere dove la scena e' quella irrisolta dell'attimo, e' quella dell'abbandono, ma anche quella della disperazione muta e stridente in cui sembra che nemmeno piu' i colori prendano parte alle emozioni. Le immagini sono partorite dai luoghi freddi e virtuali costruiti da Internet poi masticate e rigettate nel sistema caldo e ordinato della pittura.
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A cura di Mario Savini
Francesca Gentili ci consegna una sequenza di opere dove la scena è quella
irrisolta dell'attimo, è quella dell'abbandono, ma anche quella della
disperazione muta e stridente in cui sembra che nemmeno più i colori
prendano parte alle emozioni. Le immagini sono partorite dai luoghi freddi e
virtuali costruiti da Internet poi masticate e rigettate nel sistema caldo e
ordinato della pittura.
Da qui, le visioni dialogano con un ordine quasi
scultoreo e si infittiscono più di misteri trasparenti che di esibizioni
catartiche. Ancora c'è un'attenzione sfocata, non perfettamente nitida sui
movimenti e il quadro è quello di una memoria autentica, non immaginata, ma
sospesa e perduta in uno strabismo verticale. Il fruitore è, allora,
spettatore impotente, è l'uomo che assiste alle apparenze altrui, ma è
completamente incapace di riversarle nella propria intimità .
Insomma, è come
dire che ognuno vive e si accetta per la propria solitudine, oggi più che
mai disperata e gettata a sicura amplificazione. Francesca Gentili descrive
uno spaccato sconvolgente della vita d'oggi, dando una lettura appropriata
alle pulsioni interiori che spesso custodiscono la nostra quotidianità : l'
apparenza è sinonimo di incertezza perché è peso che spinge sulle nostre
attenzioni come movimento disinteressato e caparbiamente erosivo.
I corpi
rappresentati sono allora consumati, quasi distorti da una luce ancora
inevitabilmente crudele, sono costruzione nuda e spaesata al centro di un'
imperfezione istantanea senza spazio né tempo. Vita e morte sono i pilastri
che accudiscono le sensazioni umane, sono spinte di passaggi figurati, in
eterno, alla ricerca di un "luogo".
Inaugurazione: sabato 5 ottobre ore 18.00
Orario: feriali dalle 17.00 alle 20.00 - festivi dalle 10.30 alle 12.00
Centro d'Arte L'IDIOMA
Via delle Torri, 21
63100 ASCOLI PICENO
Tel. 0736 254740