Il tempo che serve. L'esposizione e' composta dai due video Il tempo che serve Parte prima e Parte terza, dalla serie fotografica Le sette svolte e dal gruppo di acquarelli intitolati Story board. Il tema dell'insieme e' la guerra, affrontato attraverso riflessioni che riguardano la memoria e la conflittualita', intesa in senso stretto ma anche come metafora dei rapporti tra individui e tra individui e societa'.
Il tempo che serve
La mostra: È questa la seconda personale di Marco Vaglieri negli spazi della galleria Luigi Franco, dopo quella del gennaio 1999. L'esposizione è composta dai due video Il tempo che serve Parte prima e Parte terza, dalla serie fotografica Le sette svolte e dal gruppo di acquarelli intitolati Story board. Il tema dell'insieme è la guerra, affrontato attraverso riflessioni che riguardano la memoria e la conflittualità , intesa in senso stretto ma anche come metafora dei rapporti tra individui e tra individui e società . È il risultato di una ricerca che l'artista ha compiuto sulla saggistica storico-memorialista e di analisi della Prima guerra mondiale. La scelta di partire da una guerra così lontana, risponde a diverse ragioni. Guerra geograficamente situata in zone vicine al luogo dove l'artista vive, si ripropone concretamente nella forma del residuo da disseppellire e diviene proprio per questo metafora archeologica di un rimosso che evita le associazioni tra passato e presente, tra memoria e viva attualità .
Il tempo che serve - Parte prima (video proiezione, colore, suono, 22') ha un impianto letterario che fa riferimento al genere memorialistico. "Attori" del video sono una voce narrante e un obice arrugginito che vola e rotola inesorabilmente sullo sfondo di un cielo completamente nero. Intorno a questa immagine costante e ipnotica (realizzata con un'animazione in 3D), si condensa l'ascolto del testo. Recitato da una voce femminile, nonostante il protagonista sia un soldato, il testo è un racconto per frammenti. Come una sorta di diario che intreccia i ricordi alle riflessioni, vive dell'attrito tra colui che sarà distrutto (la voce) e la cosa che lo distruggerà (l'obice) e dunque si sviluppa dalla tensione tra uomo e destino.
Ne Il tempo che serve - Parte terza (video proiezione, colore, suono, ) il protagonista è l'artista stesso, impegnato in un vagabondaggio sui campi di battaglia della I Guerra Mondiale, alla ricerca di vestigia del conflitto: trincee abbandonate, residuati, sacrari e cimiteri. L'autore compare per la più parte come silhouette lontana, persa in un paesaggio montano incontaminato (zona slovena dell'Alto Isonzo). Alla bellezza della natura delle montagne, tradizionalmente legata all'idea di sublime, fa capo il rinvenimento, per tracce e frammenti, del dramma che lì ha avuto luogo. Il tono contemplativo e sentimentale del video, la ricerca dell'esperienza autentica, diretta, quasi archeologica dell'evento bellico, si svolge e si dipana in una passeggiata meditativa il cui tema di fondo è il rapporto con il passato. Attraverso una riflessione solitaria sulla memoria, Vaglieri affronta questioni legate alla distinzione tra vita militare e vita civile e dunque tra conflittualità e convivenza.
Strettamente correlate alle immagini di questo video sono Le sette svolte, una serie composta da dittici che associano sette fotografie a colori di residuati immersi nella natura (gavette, piatti, elmetti, schegge ecc.), a sette scritte bianche in campo nero. Il testo poetico, composto dall'artista e ripartito nelle stazioni di una settimana, ovvero l'unità temporale della creazione, scandisce in realtà una perdita individuale, progressiva e irreversibile: dell'amore, dei famigliari, di se stessi, di dio.
Con Story-board Vaglieri mostra ciò che fungerà da sfondo al video, non ancora realizzato, Il tempo che serve - Parte seconda. Si tratta di una serie di acquarelli di grande formato (cm 70 x 100), pressoché monocromi con variazioni di colore che vanno dalle terre al nero. Sono tutti paesaggi trasfigurati da un'azione violenta e, pur destinati a un girato, fanno riferimento al vedutismo ottocentesco e all'estetica delle rovine. Minuziosamente realistici gli acquarelli fanno da specchio a quella forma mentale che filtra e distanzia l'effetto distruttivo della guerra, confinandolo in immagine remota.
apertura: sabato 16 novembre 2002, h. 21,30-24; durata 16 novembre 2002- 31 gennaio 2003
tel. 011.5211336 fax 011.5211066
orario: martedì-sabato, h. 15,30-19,30
luogo: Luigi Franco Arte Contemporanea, via S. Agostino 23/q, 10122 Torino