Galleria Emilio Mazzoli
Modena
via Nazario Sauro, 58/a
059 243455 FAX 059 214980
WEB
Christian Achenbach e Jonas Burgert
dal 20/5/2011 al 29/7/2011
lun-sab 9.30-13 e 16-19

Segnalato da

Anna Tessitore




 
calendario eventi  :: 




20/5/2011

Christian Achenbach e Jonas Burgert

Galleria Emilio Mazzoli, Modena

Opera. Per la loro prima personale italiana, i due artisti berlinesi hanno preparato 'Opere' con trame intricate piene di personaggi in continuo movimento su scenografie complesse e poi costumi, ballerini, foreste, fiori scoppiettanti, giocolieri e strumenti musicali.


comunicato stampa

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Sono arrivati in container assicurati e climatizzati ma sarebbe stata più opportuna una carovana da circo per portare da Berlino a Modena i quadri in mostra perché, per la loro prima personale italiana, i due artisti berlinesi hanno preparato Opere con trame intricate piene di personaggi in continuo movimento su scenografie complesse e poi costumi, ballerini, foreste, fiori scoppiettanti, giocolieri e strumenti musicali.

Opere che potevano nascere solo nell’immenso studio che condividono nella vecchia Berlino Est, il più adatto per contenere le loro grandi tele e tutta la bibliografia necessaria al patrimonio infinito di immagini da cui attingono i due artisti.

Il più giovane, Christian Achenbach, si circonda di libri illustrati di storia dell’arte moderna e contemporanea mescolando, senza troppa reverenza, i pattern di Vasarely e Picabia con i soggetti di Duchamp, la libera vitalità di Matisse con i colori di Polke.
A trasformare questo remix pittorico in ritmo ci pensano la sua profonda conoscenza della musica underground degli anni Settanta e Ottanta e la sua attitudine alle bacchette della batteria, che frequenta almeno quanto colori e pennelli. Forse l’essere stato allievo di Daniel Richter gli ha dato il coraggio necessario per tuffarsi con tanta libertà nel sacro mondo della pittura e magari stravolgerlo con uno stile un po’ rock.

Di tutt’altra natura l’universo dark di Jonas Burgert, che prima di dipingere seleziona le immagini più emozionanti dei popoli di ogni parte del mondo. Che siano reportage dal festival di Naadam in Mongolia, fotografie anni Sessanta dei riti iniziatici in Congo, bianconeri di pellegrini alla Mecca o scatti realizzati durante riti funebri Indù non importa, Burgert sceglie quel che serve al suo rituale solo immaginato, che ha però tutta la magia e la sacralità di un evento reale. L’accadere di qualcosa di immateriale, irraccontabile, dominato forse da forze invisibili che si consumano esattamente sotto i nostri occhi.

Opere d’arte che, come nell’Opera teatrale, offrono spazi di invenzione per la messa in scena del pensiero, del desiderio, della fantasia e della psiche, ben oltre le persone, gli animali e le cose che li attraversano.

Catalogo disponibile in Galleria, con testo critico di Mark Gisbourne

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They arrived in containers that were insured and air-conditioned, but a circus caravan would have been more fitting for transporting the paintings from Berlin to Modena. For their first solo exhibition in Italy, the two Berlin artists prepared artworks with intricate plots full of characters in constant movement set against a complex staging of costumes, dancers, forests, bursting with flowers, toys and musical instruments.

Works that could only have developed in the enormous studio that they share in the old East Berlin, the space best suited to accommodate their big canvases and all of the bibliography necessary for the infinite pool of images from which the two artists draw on.

The younger of the two, Christian Achenbach, surrounds himself with illustrated books on the history of modern and contemporary art, mixing, without too much reverence, the patterns of Vasarely and Picabia with the themes of Duchamp, the free vitality of Matisse with the colors of Polke. The fact that this pictorial remix takes on a certain rhythm is due to his deep understanding of underground music of the 70s and 80s and his approach to percussion drumsticks which references colors as much as brushes. Perhaps his having been a student of Daniel Richter gave him the courage necessary to plunge with so much abandon into the sacred world of painting and even distort it with a bit of a rock’n’roll style.

The dark universe of Jonas Burgert is of a completely other nature. Before painting, he selects the most moving images of people from all parts of the world. It’s not important whether these are documents from the festival of Naadam in Mongolia, photographs from the 60s of initiation rites in the Congo, the black and white rivers of the faithful on their way to Mecca, or snapshots taken during Indù funeral rites, Burgert selects those that serve his own imagined ritual, which, nevertheless, has all of the magic and sacredness of a real event.
The occurrence of something immaterial, that cannot be told, dominated perhaps by invisible forces that disappear right before our eyes.

Works of art which, as in the theater, offer spaces of invention for staging thoughts, desires, fantasies and psyches, well beyond the persons, animals and the things who traverse them.

Catalogue - with a critical text by Mark Gisbourne - available at the gallery

Inaugurazione: sabato 21 maggio 2011 ore 18,30

Galleria Emilio Mazzoli
via Nazario Sauro n.58/a - Modena
Orari: dal lunedì al sabato 9,30-13,00; 16,00-19,00

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