I nudi. Con oltre 20 dipinti e 6 pastelli inediti, la mostra racconta i corpi 'spogliati', prorompenti, incombenti e tormentati, concepiti secondo l'idea che raffigura il peso del corpo nel tormento del pensiero e della psiche. In mostra anche tre quadri mai esposti a Venezia: 'Nudo in prospettiva' del 1923 che apre il percorso espositivo, la brillante 'Composizione con nudi e pantofole gialle' del 1923 circa e il prorompente 'Nudo su fondo bianco' del 1928.
A cura di Vittorio Sgarbi
Proseguono con grande successo le iniziative speciali promosse dal Padiglione Italia alla 54. Esposizione
Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia in occasione del 150° dell’Unità d’Italia.
Dopo “Kcho. Monumento Final” e “Enzo Cucchi. Disegn…Io Vincent Van Gogh” in corso a Palazzo Grimani di Venezia,
Vittorio Sgarbi, curatore del Padiglione Italia alla 54. Esposizione internazionale d'arte della Biennale di Venezia,
presenta una straordinaria esposizione dedicata al pittore Fausto Pirandello.
Promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Direzione Generale PaBAAC, dalla Soprintendenza
Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Venezia e dei
comuni della Gronda Lagunare e dalla Fondazione Fausto Pirandello, la mostra è organizzata e prodotta da Arthemisia
Group.
L’esposizione “Fausto Pirandello. I nudi” sarà ospitata nelle suggestive sale di Palazzo Grimani dal 3 luglio al 27 novembre
2011.
Fausto Pirandello nasce a Roma il 17 giugno 1899 e muore il 30 novembre 1975. Al termine della “Grande Guerra” il padre,
Luigi Pirandello, lo sprona a studiare scultura e frequenta un corso di disegno presso Sigismondo Lipinsky. Scopre però che la
creta gli irrita i polmoni e passa alla pittura che non abbandonerà per tutta la vita e che egli stesso definisce come la felicità mia
di dipingere, o il piacere solitario provocato a tratti.
Frequenta l’Accademia di nudo e rimane affascinato, come Pirandello stesso afferma, dalle incredibili libertà estetiche di uomini
come Van Gogh, Gauguin fino al giovane Kokoschka. Tra il 1921 e l’anno successivo inizia un “alunnato” presso Felice Carena
ad Anticoli Corrado, un piccolo borgo famoso per essere il paese degli artisti e delle modelle, una delle quali, Pompilia D’Aprile,
diventerà sua moglie.
Nel 1926 partecipa alla sua prima Biennale di Venezia e nel febbraio del 1928 si trasferisce a Parigi per due anni lasciandosi
entusiasmare dall’arte di Cézanne, Picasso, Braque e Matisse.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale riprende l’attività espositiva partecipando alla Quadriennale di Roma e alla Biennale di
Venezia, intanto conosce e frequenta Lionello Venturi che nel 1954 pubblica un saggio fondamentale dedicato alla pittura di
Pirandello che ne consolida la fama.
LA MOSTRA
Un tema di grande fascino, coltivato da Fausto Pirandello in tutta la sua produzione, è il nudo del corpo femminile. La mostra
racconta, con oltre venti dipinti, tra cui sei pastelli inediti, i corpi “spogliati”, prorompenti, incombenti e tormentati, concepiti
secondo un’intuizione che raffigura il peso del corpo nel tormento del pensiero e della psiche umana.
Un’occasione unica per ammirare dunque tutti questi nudi di Fausto Pirandello, tra cui tre mai esposti a Venezia prima d’ora:
Nudo in prospettiva del 1923 che apre il percorso espositivo, la brillante Composizione con nudi e pantofole gialle del 1923 circa
e il prorompente Nudo su fondo bianco del 1928 che tanto sarebbe piaciuto nella sua grossa coscia a Lucien Freud.
Queste opere fanno parte dei nudi “isolati” di Pirandello; corpi femminili in posa in cui la materia pittorica è pastosa, strumentale
alla loro condizione di essere “soli con se stessi” con la pesantezza di un corpo vissuto come condanna, come lo è Donne al
mare / Bagnanti del 1931 eseguito dopo il soggiorno parigino dell’artista. Questo dipinto documenta il passaggio dai singoli nudi
messi in posa, alle bagnanti in cui ogni cosa è immobile, fino alla scomposizione astratta delle sue opere più mature realizzate
negli anni ’50: il Nudo seduto del 1948, la Donna con occhi azzurri del 1950 o ancora il materico e compatto Nudo del 1949.
Sono queste opere le deformazioni del corpo che riflettono perfettamente le anime tormentate dei soggetti raffigurati.
In Nudo su fondo rosso del 1951 o in Figura riversa del 1953 i corpi divengono schematici e lineari.
La mostra presenta inoltre sei pastelli inediti di Fausto Pirandello che egli stesso definisce come un estemporaneo battito d’ali di
farfalla:
Dirò che il punto d’arrivo di questi pastelli non è a tanto: e il perché è chiaro. Il perché è proprio nella loro natura estemporanea
e indicativa; e in me stesso, che me ne servo nella mia ricerca per studio e per «soggetto». Una successiva elaborazione
avverrà dopo, nell’«invenzione» del quadro, nell’invenzione, precisamente, delle forme compiute.
Non per ciò credo che manchino d’interesse e, a loro modo, di piacevolezza e di grazia. A un critico straniero che una volta li
ha visti schierati sul muro del mio studio, sono parsi farfalle. Non trovando la parola italiana, muoveva le braccia e poi sviava la
mano per rendere l’immagine di quelle. Ce l’ho visto palpitare appresso con molto divertimento. Ci trovammo a un punto, tutti
quanti eravamo presenti, braccia aperte, fino a che la parola non venne e si sostituì all’immagine; che un alito di vento,
penetrato dalla finestra, rese verosimile, agitando i pastelli; e lui edificato.
Teniamocene contenti anche noi che, infine, non presumiamo di passare con questi sotto l’arco di Tito.
Fausto Pirandello, 1952
Questi sei pastelli su carta possono essere quindi considerati come uno studio o una ricerca fine a se stessa oppure una
ispirazione utile per l’elaborazione di altre opere.
In mostra una interessante sezione didattica con un video e alcune fotografie mette a confronto le opere di Fausto Pirandello
con quelle di Lucian Freud: un ideale parallelismo pittorico tra il figlio di Luigi Pirandello, drammaturgo legato ai disturbi della
personalità, e il nipote di Sigmund Freud, padre della psicanalisi e interprete dei turbamenti dell’animo umano.
Il confronto tra i due artisti non nasce dalla loro condizione di parentela ma proprio dalle loro opere. Infatti, già Robert Hughes, il
critico d’arte australiano, aveva notato che in alcune opere di Fausto Pirandello, particolarmente quelle fra il 1923/24 e il 1940,
vi sono molti nudi di uomini e di donne che possiedono nella materia, nella posizione e nell’intreccio dei corpi, una evidente e
straordinaria affinità con i nudi di Lucien Freud, drammatici, intensi e densi di una materia pittorica che è l’equivalente della
carne.
Coordinamento e ricerca Antonio D’Amico
Promossa da
Ministero per i Beni e le Attività Culturali,
Direzione Generale PaBAAC
Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Venezia e dei comuni della Gronda Lagunare
Fondazione Fausto Pirandello
Organizzazione generale Arthemisia Group
Catalogo Silvana Editoriale
Ufficio stampa Arthemisia Group
Ilaria Bolognesi
ib@arthemisia.it
Adele Della Sala
ads@arthemisia.it
press@arthemisia.it
INAUGURAZIONE E CONFERENZA STAMPA: Sabato 2 luglio, ore 18.30
Palazzo Grimani a Santa Maria Formosa
Ramo Grimani, Castello 4858 - Venezia
Orari apertura:
Da martedì a domenica dalle 9.00 alle 19.00
Lunedì dalle 9.00 alle 14.00
La biglietteria chiude 45 minuti prima
Biglietto solo mostre collaterali Biennale:
Intero 7,00 euro
Ridotto 5,00 euro
Biglietto Mostre collaterali Biennale + Veronese
(valido fino al 24/07, giorno di chiusura di Veronese)
Cumulativo 10,00 euro