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Andrea Oppenheimer
I campioni italiani del Pop Surrealism approdano ai Musei Capitolini. Opere di grandi dimensioni realizzate da artisti che tingono il banale di surreale in un panorama reale ed impossibile al tempo stesso.
a cura di Andrea Oppenheimer
Nato con l'etichetta non sempre apprezzata di Low Brow (proprio per prendere le distanze dall'arte fatta «da e per» l'élite), il Pop Surrealism ci rende spettatori di una piccola ma significativa rivoluzione. Sono gli artisti per primi ed il pubblico subito dopo a capire e saper leggere il tempo che viviamo, dimostrando grande preparazione ed infinito interesse nei confronti di quel che si presenta come nuovo ma immediatamente recepibile grazie a codici e sottocodici comunicativi con cui siamo costretti a convivere.
Il Pop Surrealism si pone in tutto il mondo come la corrente culturale più attuale, scardinando finalmente il concetto di arte "contemporanea", dichiarandola semplicemente «contemporanea agli anni '70, quindi ormai passata».
L'immaginario collettivo che presentiamo è quindi ricco di icone della nostra infanzia e adolescenza, quando non sapevamo di essere già dei target commerciali studiati dalle multinazionali. Vi offriremo uno scenario ricco di apparenti contraddizioni, di specificità hollywoodiane e di gigli fiorentini. Il ritorno al piacere della tecnica più raffinata utilizzata per rappresentare il quotidiano, vedrà il banale che si tinge di surreale in un panorama reale ed impossibile al tempo stesso.
Degli artisti in mostra alcuni già da tempo abitano all'estero, altri non lasceranno mai l'Italia, altri ancora si sono appena affacciati ad un mondo dell'arte in continuo cambiamento, e si godono il momento, quasi inconsapevoli di vivere un fenomeno del tutto inedito, dove il pubblico ne sa più del gallerista e dove l'artista è fiero di essere un artigiano padrone delle proprie capacità.
Il Pop Surrealism è l'unico movimento che racchiude le peculiarità dell'immediato, che attraversa il significato squarciando il significante, in un perfetto seppur apparentemente impossibile connubio tra la realtà e il sogno, dove l'uno influenza l'altro nella realtà "vera" e non solo nella rappresentazione di essa.
In un'epoca diversa sarebbe stato facile mettere a tacere questo movimento da parte dei polverosi accademici difensori della propria poltrona, relegandolo a una sottocultura, ma il nostro presente, supportato da tecnologie che rendono possibile la condivisione in tempo reale di immagini e pensieri in qualunque parte del mondo, ha reso possibile il manifestarsi di una presa di coscienza unica: non può essere relegata a sottocultura ciò che è, di fatto, accessibile a tutti come contenuti e riferimenti concettuali di critica e sarcasmo nei confronti della società di massa.
Con queste premesse ci proponiamo di analizzare il movimento Pop Surrealista italiano, definendone i poliedrici confini e indagandone le similitudini con i suoi rappresentanti californiani, ma anche le dovute differenze, andando a scoprire come le ultime generazioni si sono cibate di cultura visuale americana e giapponese moderna, traendone ispirazione ma modellandole con lo spirito del tempo.
Inaugurazione: giovedì 13 ottobre 2011, ore 17.00 (chiusura improrogabile ore 19.00)
Musei Capitolini Centrale Montemartini
via Ostiense 106 - Roma
Orari: dal martedì alla domenica 9.00 - 19.00
Biglietto euro 4,50 (entrata al Museo)