The Ebb Tide. Il fluire di Esistenze, di Vite, di racconti senza tempo e provenienti da luoghi poco riconoscibili o dichiarati. Nei suoi scatti Motisi avanza nel tentativo di essere meno descrittivo possibile.
a cura di Martina Colajanni
In Inghilterra, nel sud del Galles, si trova la riva Usk dove una piccola comunità di pescatori vive. Il fiume, le modeste barche messe a nuovo da tempi più o meno recenti ed interni di abitazioni semplici ed essenziali ci parlano, in modo accorto e silenzioso, di quei luoghi e della loro gente.
Il fascino di una semplice storia, il suo modo di interagire con noi e la sua più intima volontà di comunicarci gli umori di cui si tinge. Anche una coppia di sposi, ad esempio, può divenire punto di partenza come tanti purchè ci dica qualcosa di sé.
Pietro Motisi avanza nella sua ricerca nel tentativo di essere meno descrittivo possibile, donandosi attentamente a piccoli frammenti di realtà incontrati lungo il suo viaggio. Gli stessi che si ritrovano nella serie The Ebb Tide e che puntualizzano la presenza fisica dell’artista nei luoghi di cui si rende testimone. Non spettatore passivo, quindi, ma interlocutore partecipe di accadimenti o di imprevisti, quasi a voler delineare un carattere da studioso calato in un preciso luogo di indagine.
Ponendolo alla stessa stregua, l’artista diviene quindi un investigatore insaziabile di esperienze e di certezze, non assolute, ma circoscritte ad un territorio. Le forti relazioni, instaurate da Pietro con la gente del luogo, stabiliscono innanzitutto l’importanza del contatto umano tanto più modo per comprendere il proprio interlocutore. Quest’ultimo, oramai soggetto principale, acquista un tale rilievo tanto da divenire preziosa fonte da cui attingere maggiori informazioni.
The Ebb Tide non è solo il suo significato letterale ma anche ciò che di più profondo si vuole intendere. Il fluire di Esistenze, di Vite, di racconti senza tempo e provenienti da luoghi poco riconoscibili o dichiarati. I colori, le ambientazioni, la fisiogniomica completano l’elenco degli strumenti essenziali per avanzare nella comprensione dell’opera di Pietro, verso la quale lo stesso ci rende agevolati spettatori.
Dai suoi scatti improvvisati, e da quelli maggiormente ragionati, viene declinata ogni responsabilità alla sensibilità del momento. Non è dato sapere nome e cognome dei personaggi proprio perché la ricerca dell’artista non è documentaristica ma si amplifica sfiorando il metaforico e il poetico. A tratti concettuale, lascia sempre una soglia di libertà nell’interpretazione, la quale può rivestirsi di molteplici significati quanti sono gli individui che si apprestano a scorgerla.
Il nostro sentire e il sentire degli altri generano insieme un’empatia collettiva e una presenza costante nel presente. Di questa alchimia si nutre l’opera di Pietro Motisi.
Inaugurazione 12 gennaio ore 19
RizHoma.housegallery
piazza Marina, 51 Palermo
su appuntamento dal Lunedì al Venerdì dalle 16 alle 19