Lumi. Sono una trentina i dipinti in esposizione: capitali storiche e modernissime metropoli sono animate da luci e bagliori, chiarori improvvisi e luminosita' diffuse che contrastano con l'oscurita' di fondo dei notturni che l'autore predilige come ambientazione per i suoi paesaggi urbani.
Il filo conduttore della ricerca di Ottieri, nonché il tema della mostra, è da sempre la città.
L’autore ama rappresentarla servendosi del monocromo, sfumando un unico colore dalle tonalità più sature a quelle più trasparenti: un viale di Madrid totalmente blu, palazzi ed alberi compresi, una visione aerea di HongKong ove tutto è color Lacca di Garanza, anche il cielo, o ancora uno scorcio del centro di Roma completamente giallo, anche il Colosseo. Non è certo casuale la scelta del colore ma senz’altro di secondaria importanza, sebbene sia la prima cosa che ci colpisce, e anche con una certa violenza. Uno sguardo più attento svela luminosità, contrasti, volumi, prospettive e asimmetrie che anche in assenza del colore si imporrebbero con grande forza.
La luce è la vera chiave di lettura, da qui nasce il titolo della mostra: Lumi.
Capitali storiche e modernissime metropoli sono animate da luci e bagliori, chiarori improvvisi e luminosità diffuse che contrastano con l’oscurità di fondo dei notturni che l’autore predilige come ambientazione per i suoi paesaggi urbani. L’epoca dei Lumi non è certo la nostra, ma indubbiamente le visioni urbane che Ottieri ci propone evocano l’uomo illuminato, l’abilità fisica e cognitiva che ha permesso al genere umano di progredire e di creare il proprio habitat: la città.
Aspetto non irrilevante è la predilezione di Ottieri per i grandi formati che sembrano avvolgere e fagocitare l’osservatore. E’ sulle ampie superfici infatti che Ottieri ama lavorare, a volte anche su più tele contemporaneamente dando origine a dittici e trittici che arrivano sino a 4 metri di larghezza. Si ha a volte l’impressione di essere risucchiati verso il fulcro del dipinto: piazze, strade, edifici presentano spesso un’insolita prospettiva ed una sorta di circolarità che sembra attivare una forza centrifuga che fa convergere ogni cosa verso il centro, portando con sé lo sguardo dell’osservatore.
Architetto di formazione e di professione, Tommaso Ottieri si dedica alla pittura inizialmente solo nei ritagli di tempo per poi divenire, in tempi più recenti, la sua principale occupazione. Sono dapprima gli edifici ai quali lavora come architetto a comparire sulle tele, ma in seguito lo sguardo si allarga e si eleva oltre i confini della sua città, Napoli, e sorvola i centri urbani di mezzo mondo. Poco importa se si tratta di Milano, Parigi, Hong Kong, quello che conta è la città, la polis, il luogo di aggregazione del genere umano, quel mondo fatto di pietre e mattoni ove si gettano le basi della convivenza civile. La città è per lui come un organismo vivente, fatto di carne e sangue, che giorno dopo giorno si consuma, si altera, si modifica. Significative sono a questo proposito le parole dello stesso Ottieri “Le città raccontano la storia dell’umanità. Tutto viene impastato dal sangue di chi ci vive, dal sudore di chi costruisce, dagli umori, dagli odori”. L’autore desidera quindi partire da una città per raccontare agli uomini cose e vicende che li riguardano, vuole sì rappresentarla ma vuole disegnare nel contempo le nostre vite che la attraversano, che la impregnano e inevitabilmente la modificano.
Saranno una trentina i dipinti in esposizione. Alcuni lavori saranno peraltro esposti all’edizione 2012 di ArteFiera Bologna, concomitante alla mostra.
Tommaso Ottieri nasce nel 1971 a Napoli, dove vive e lavora. Studia architettura all'Università Federico II di Napoli ed alla Robert Gordon University di Aberdeen (UK). Nel 1996 apre il suo studio in Oia, Santorini (Grecia). Nel 1998 apre il suo studio a Napoli, dove tuttora vive e lavora.
Inaugurazione 21 gennaio ore 18
Galleria Forni Bologna
via Farini 26 - 40124 Bologna
Orario: 9,30 - 13 e 16 - 19,30 chiuso lunedì e festivi