Enrico Gigi Bacci
Vincenzo Balocchi
Angelo Begelle
Gianni Berengo Gardin
Carlo Bevilacqua
Gian Lorenzo Bigaglia
Gino Bolognini
Giuseppe Bolla
Piergiorgio Branzi
Bruno Bruni
Giuseppe Bruno
Alfredo Camisa
Mario Cattaneo
Carlo Cisventi
Rinaldo Cortese
Carlo Cosulich
Bruno Cot
Sergio Del Pero
Toni Del Tin
Ernesto Fantozzi
Stanislao Farri
Ferruccio Ferroni
Mario Finocchiaro
Riccardo Gasparotto
Giovanni Ghiglione
Giorgio Giacobbi
Mario Giacomelli
Carlo Mantovani
Laura Martinelli Stroili
Pepi Merisio
Nino Migliori
Paolo Monti
Giulio Parmiani
Vittorio Piergiovanni
Ezio Quiresi
Luciano Regini
Stefano Robino
Fulvio Roiter
Bruno Rosso
Luciano Scattola
Carlo Trois
Giuseppe Zanfron
Italo Zannier
Nella fotografia italiana del dopoguerra. La mostra offre un quadro del periodo compreso tra gli anni '50, quando nel cinema la parabola neorealista gia' virava in affresco di costume, fino agli anni '60, nel corso del quale la fotografia italiana abbandonava le ricerche di carattere puramente formale per indagare la realta' del Paese.
Dal
13
luglio
a
Venezia,
Palazzo
Grimani
ospita
la
mostra
Echi
neorealisti
nella
fotografia
italiana
del
dopoguerra,
una
selezione
di
63
immagini
tratte
dall'Archivio
Storico
del
Circolo
Fotografico
La
Gondola.
Promotrice
della
mostra
è
la
Soprintendenza
Speciale
per
il
Patrimonio
storico,
artistico
ed
etnoantropologico
di
Venezia
che
nel
2010
ha
dichiarato
di
eccezionale
interesse
storico
e
artistico
le
5316
fotografie
conservate
presso
l'Archivio
Storico
del
Circolo
Fotografico
La
Gondola.
Un
riconoscimento
al
noto
circolo
veneziano
per
aver
saputo
impedire
la
dispersione
di
un
importante
patrimonio,
costituito
da
immagini
che
garantiscono
una
testimonianza
acuta
e
indagatrice
su
di
un'epoca.
La mostra offre un quadro efficace del periodo compreso tra i primi anni '50, quando nel cinema la parabola neorealista già virava in affresco di costume, fino a oltre gli anni '60,
nel corso del quale la fotografia italiana abbandonava le ricerche di carattere puramente
formale per indagare la realtà del Paese,
rinnovando
ampiamente
le
proprie
possibilità
espressive.
All'interno
della
mostra
si
possono
seguire
due
distinti
percorsi.
Il
primo
riguarda
l'operatività
del
Circolo
La
Gondola
che
fu
anomala
rispetto
al
filone
principale
del
movimento
poiché
si
rivolse
principalmente
alla
città
lagunare,
di
cui
trascurò
la
parte
monumentale,
per
aggirarsi
in
quella
minore,
facendo
affiorare
l'inedito
tessuto
architettonico
nonché
l'ovattato
fluire
della
vita
quotidiana
che
nemmeno
la
guerra
sembrava
aver
scalfito.
Era
un'osservazione
sommessa,
talvolta
lirica,
rivestita
di
forme
nuove
che
Alfredo
Camisa,
fine
osservatore
della
fotografia
dell'epoca,
definì
“lirico/realista”,
termine
che
ben
inquadrava
le
aspirazioni
del
sodalizio
veneziano
e
il
suo
muoversi
in
un
terreno
a
lui
congeniale.
L'altro
fil-‐rouge
della
mostra
riguarda
invece
alcuni
autori
tra
i
più
importanti
del
decennio
1950-‐
1960.
E'
una
carrellata
attraverso
l'Italia,
con
i
primi
accenni
del
boom
economico
che
stava
trasformando
la
realtà
sociale
del
Paese;
la
fotografia
finalmente
si
poneva
quale
testimone
dello
sgretolamento
di
quel
mondo
-‐
soprattutto
contadino
e
piccolo/borghese
-‐
incalzato
da
un
progressivo
benessere
che
tuttavia
non
si
distribuiva
in
forma
omogenea,
lasciando
ampie
sacche
di
disuguaglianza.
Branzi,
Migliori,
Giacomelli
e
tutti
gli
altri
si
mossero
individualmente
dando
ciascuno
la
propria
versione
dei
fatti;
la
mostra
li
presenta
assieme,
con
l'intenzione
di
dare
una
visione
complessiva,
a
più
di
cinquant'anni
di
distanza,
non
tanto
degli
accadimenti
quanto
della
condizione
di
una
significativa
parte
del
Paese.
Espongono:
Enrico
“Gigi”
Bacci,
Vincenzo
Balocchi,
Angelo
Begelle,
Gianni
Berengo
Gardin,
Carlo
Bevilacqua,
Gian
Lorenzo
Bigaglia,
Gino
Bolognini,
Giuseppe
Bolla,
Piergiorgio
Branzi,Bruno
Bruni,
Giuseppe
Bruno,
Alfredo
Camisa,
Mario
Cattaneo,
Carlo
Cisventi,
Rinaldo
Cortese,
Carlo
Cosulich,
Bruno
Cot,
Sergio
Del
Pero,
Toni
Del
Tin,
Ernesto
Fantozzi,
Stanislao
Farri,
Ferruccio
Ferroni,
Mario
Finocchiaro,
Riccardo
Gasparotto,
Giovanni
Ghiglione,
Giorgio
Giacobbi,
Mario
Giacomelli,
Carlo
Mantovani,
Laura
Martinelli
Stroili,
Pepi
Merisio,
Nino
Migliori,
Paolo
Monti,
Giulio
Parmiani,
Vittorio
Piergiovanni,
Ezio
Quiresi,
Luciano
Regini,
Stefano
Robino,Fulvio
Roiter,
Bruno
Rosso,
Luciano
Scattola,
Carlo
Trois,
Giuseppe
Zanfron,
Italo
Zannier.
Note
storiche
Il
neorealismo
nel
cinema
si
manifestò
immediatamente
dopo
la
cessazione
delle
ostilità
presentando
il
suo
primo
capolavoro,
“Roma
città
aperta”
di
Roberto
Rossellini,
già
nel
1945
cui
seguirono
nel
settennio
1946/1953
altre
fondamentali
opere
a
tutti
note.
La
fotografia
del
dopoguerra,
viceversa,
si
estenuò
nella
ricerca
di
uno
specifico
disciplinare
che
l'affrancasse
dalla
pittura
e
dall'indifferenza
della
cultura
ufficiale;
di
conseguenza,
perse
l'opportunità
di
documentare
i
passaggi
salienti
di
quei
momenti
straordinari
per
quanto
questo
fosse
ampiamente
nelle
sue
possibilità.
Il
Manifesto
pubblicato
nel
1947
dal
gruppo
La
Bussola
fondato
da
Giuseppe
Cavalli,
affermava
che
la
fotografia
possedeva
qualità
tali
da
renderla
autonoma
da
qualsiasi
altra
disciplina
figurativa,
ammonendola
tuttavia
di
tenersi
lontana
«dal
binario
morto
della
cronaca»
poiché
«il
documento
non
è
arte».
Alla
fotografia
de
La
Bussola
–
una
fotografia
astratta,
metafisica,
caratterizzata
dal
un
tono
“alto”
e
da
una
grande
purezza
formale
di
ispirazione
crociana
–
guardava
tutta
quella
generazione
di
fotografi
di
estrazione
medio
borghese
che
si
era
formata
nell'anteguerra,
nel
contempo
cominciavano
a
farsi
largo
i
reportage
dei
fotografi
della
F.S.A
e
di
LIFE,
gli
esponenti
della
scuola
umanista
francese,
mentre
in
Germania
Otto
Steinert
dettava
la
via
per
una
fotografia
soggettiva.
I
fotografi
italiani
del
dopoguerra
si
accorsero,
sia
pure
con
ritardo,
che
esisteva
un
Paese
ancora
da
scoprire,
specie
nel
Sud
dove
la
fine
del
conflitto
aveva
portato
in
superficie
la
gravità
di
una
condizione
sociale
per
certi
versi
inimmaginabile.
Molti
di
loro
si
avviarono
dunque
in
questi
“pellegrinaggi”
a
Scanno,
nei
bassi
di
Napoli,
nelle
solfatare
di
Sicilia,
nei
desolati
paesaggi
della
Lucania,
con
spirito
comunque
diverso
da
quello
che
aveva
mosso
il
neorealismo
cinematografico.
Tuttavia,
ancorché
debole
sul
piano
ideologico,
questo
virare
dagli
empirei
del
formalismo
diede
forza
alla
fotografia
italiana
e
ne
rinnovò
ampiamente
le
possibilità
espressive.
Il
Circolo
Fotografico
“La
Gondola”
Il
Circolo
La
Gondola
nasce
nel
1948,
ispirato
soprattutto
dal
pensiero
di
Paolo
Monti,
suo
fondatore
assieme
a
Gino
Bolognini,
Luciano
Scattola
e
Alfredo
Bresciani.
Caratterizzato
per
la
capacità
mediatrice
fra
le
esigenze
formaliste
e
neorealiste
della
fotografia,
il
Circolo
attira
subito
una
generazione
di
giovani
fotografi
che
traggono
ispirazione
soprattutto
da
Venezia,
come
Fulvio
Roiter,
Bepi
Bruno,
Gianni
Berengo
Gardin,
Elio
Ciol,
Bruno
Rosso,
Toni
Del
Tin
e
decine
d'altri.
La
Gondola
diventa
famosa
a
livello
europeo,
tanto
che
si
fa
spesso
riferimento
a
una
"école
de
Venise",
e
crea
una
scuola
di
critica
fotografica
che
contribuisce
al
dibattito
culturale
anche
grazie
a
grandi
mostre
che
fanno
conoscere
il
meglio
della
fotografia
internazionale.
In
epoca
recente,
il
Circolo,
che
aveva
visto
affievolirsi
sempre
più
le
proprie
attività,
ha
una
notevole
ripresa
agli
inizi
degli
anni
Novanta.
Nel
2004
nasce
il
prezioso
Archivio
Storico
e
con
esso
riprendono
le
attività
espositive.
Il
sedimento
culturale
e
critico
accumulato
costituisce
oggi
un
patrimonio
inestimabile,
motivo
di
riferimento
e
fonte
di
continuo
rinnovamento
per
l'ambito
fotografico
non
solo
veneziano.
Mostra
promossa
dalla
Soprintendenza
Speciale
per
il
Patrimonio
storico,
artistico
ed
etnoantropologico
e
per
il
Polo
Museale
della
città
di
Venezia
e
dei
comuni
della
Gronda
lagunare
e
da
Archivio
Storico
del
Circolo
Fotografico
La
Gondola
Prodotta da Venezia Accademia
Comunicazione Civita Tre Venezie
Servizi di accoglienza Verona 83
Catalogo Marsilio
Info: www.cflagondola.it, www.gallerieaccademia.org
Ufficio stampa - Anna Zemella, tel. 0415208493, 335 5426548, annazemella@annazeta.it
Museo di Palazzo Grimani
Castello 4858, Venezia
Orari
Lunedì: 8.15-14.00 (ultimo ingresso ore 13.15). Martedì-Domenica: 8.15-19.15 (ultimo
ingresso ore 18.30)
Ingresso libero