Ventiminuti e la storia del vicolo cieco. Video. "Ho pensato che nessun progetto artistico sarebbe stato piu' importante dell'azione semplice di ripulire questo vicolo, di prendermene cura. Mi sono fatta prestare una pala dai muratori ed ho iniziato...".
A cura di Antonio Venti
La democrazia rappresentativa ci ha come sedati, ed abituati a credere che il cittadino attivo
sia colui che chiede e non colui che fa. Non c’è dubbio che si debba pretendere dalle
istituzioni attenzione e riguardo per la cosa pubblica, ma è altrettanto vero che organizzarsi e
“fare” in prima persona e insieme ad altri, garantisce non solo la soluzione dei problemi ma
favorisce l’incontro e quindi la coesione sociale.
Antonio Venti
La vita degli abitanti delle città si è spostata in un altrove periferico; la città
policentrica è una città fatta di piccole città satelliti disposte in modo più o
meno ordinato attorno al nucleo storico urbano consolidato. Le polarità
periferiche si estendono in funzione dello spazio edificabile ed urbanizzabile
del territorio intorno.
Molti piccoli centri italiani si sono salvate per le
caratteristiche dei loro confini naturali. Perugia, dotata di un intorno sotto il
profilo dei margini naturali, morbido, e di un territorio ampio e pianeggiante,
ha visto la sua periferia espandersi vertiginosamente nel corso degli ultimi
vent’anni, tanto che se si osservano le mappe, l’area urbana periferica si
ammaglia con i paesi e i piccoli borghi del territorio della provincia.
La vita degli abitanti si concentra nei centri commerciali delle sue molte
periferie. Il centro storico si è svuotato e la città è diventata la tipica città
scrigno dove si organizzano eventi culturali rivolti a diversi target di un turismo
mordi e fuggi che volentieri rimane qualche giorno approfittando di visitare il
centro storico e di partecipare all’evento confezionato con abilità tenendo
conto del suo gusto e della sua sensibilità da viaggiatore non troppo
impegnato.
Solo dunque in alcuni periodi dell’anno la città si riempie di turisti e prende
vita. Quotidianamente il suo centro è vuoto e gli abitanti che sono rimasti,
soffrono della mancanza di servizi di ogni genere, di luoghi dello svago e del
tempo libero, della cultura dell’incontro. L’assenza di tali servizi ha comportato
un aumento di piccole forme di criminalità che a loro volta fanno aumentare
un disagio sociale e una paura da parte dei cittadini della civitas nei confronti
della loro città. Avendo vissuto per qualche giorno nel centro storico di
Perugia ed essendomi trovata a parlare con alcuni abitanti il sentimento che
maggiormente è emerso è stato quello di una paura nei confronti dello spazio
della città, delle sue piazze delle sue strade ed in particolar modo dei suoi
abitanti.
Se non si attuano delle politiche e delle pratiche del fare capaci di generare
coesione e fiducia tra i cittadini che abitano la città, questi fenomeni di paura
e tensione sociale non possono che aumentare. Il nostro compito è quello di
creare delle reti di cittadini che attraverso delle pratiche del fare insieme cose
ed azioni per la loro città, generino un clima di apertura e fiducia nei confronti
di una possibile rigenerazione e rivitalizzazione dello spazio cittadino nella
sua quotidianità e domesticità.
Antonio e Stella in occasione dell’inaugurazione dell’associazione Ventiminuti e della sua
sede nel centro storico di Perugia, mi hanno proposto di pensare ad un intervento artistico
all’interno dei suoi spazi. Riflettendo sulla ricchezza di storie e memorie che le sue pareti e le
sue mura dovevano contenere, mi sono immaginata qualcosa che ne raccontasse attraverso
le parole e i ricordi delle persone che lo hanno vissuto, la sua storia.
Mi hanno proposto un residenza d'artista. Ho accettato perchè ritenevo fosse adatta alla mia
idea. C'era bisogno di alcuni giorni per prendere confidenza con lo spazio, il luogo intorno, la
vecchia Perugia del centro e i suoi abitanti.
Sono arrivata venerdì 31 agosto con alcune idee ma nulla di chiaro. La sera di venerdì io
Antonio e Laura, la mamma di Stella, abbiamo cenato insieme e Laura ci ha raccontato la
storia degli spazi di via della Pernice, sede, in passato, dell’attività lavorativa di Armando
Minuti, il padre di Stella. Mentre Laura raccontava, immaginavo oggetti e persone passare in
quelle stanze ora trasformate. Ho pensato che potesse essere una strada interessante
incontrare le persone e farmi raccontare direttamente da loro la storia di quel luogo.
Sono andata a dormire con questa idea in testa. L'indomani mattina ho preso il taccuino e mi
sono messa a disegnare gli oggetti portati dai mille viaggi di Antonio accuratamente
appoggiati su uno scaffale all'ingresso in bella mostra. Oggetti di tutti i tipi: cravatte, boccette
di profumo, bottigliette di sabbia dei deserti, cappelli, scarpe e indumenti vari, separati da
una retina trasparente messa appositamente da Antonio per proteggerli dalla polvere.
Sembrava mi volessero suggerire qualcosa.
Ad un certo punto mi sono girata ed ho visto in fondo alla parete una porticina, un ingresso
secondario allo spazio. Sono andata in direzione della porta e l'ho aperta. Un vicolo stretto,
sporco, pieno di oggetti e immondizia affastellati casualmente, un odore strano di muri
ammuffiti. Ho pensato che gli abitanti delle case che si affacciavano in quel vicolo fossero
nauseati da quell'immagine. Ventiminuti e la storia del vicolo cieco inizia da qui. Ho
pensato che nessun progetto artistico sarebbe stato più importante dell'azione semplice di
ripulire questo vicolo, di prendermene cura. Mi sono fatta prestare una pala dai muratori ed
ho iniziato... Antonio e Susy mi hanno aiutato. Durante il giorno gli abitanti delle case vicine
sono venuti da noi, li abbiamo conosciuti.
Quella che segue è l'esperienza vissuta con loro.
Maria Chiara Calvani
Hanno partecipato al progetto:
Antonio Venti, Maria Stella Minuti, Laura Minuti, Oreste Bianchini, Giuliana Bianchini, Mariella
Chiarini, Maria Assunta Caproni, Maria Ronconi, Luigi Tittarelli, Rita Pero, Vincenzo
Sorrentino, Giusi Arcella, Clara Sorrentino, Marta Sorrentino, Anna Stella Dottori, Giampiero
Dottori, Stefania Di Fonzo, Tommaso Battista, Manuela Bianchini, Paolo Torresi, Marilena
Torresi, Maria Pia Minuti, Roberto Micchi, Maria Viola Micchi, Olimpia Micchi, Maurizio Minuti,
Matilde Minuti, Margherita Minuti, Rina Berni Marini, Emma Burini.
Maria Chiara Calvani
Artista visiva, lavora principalmente con le installazioni e con il video. Alla base della sua
ricerca artistica c’ è l’esplorazione della dimensione di soglia che unisce il luogo della veglia a
quello del sonno, lo spazio di confine dove il vissuto e l’immaginario onirico di ognuno,
incontrandosi, fanno nascere narrazioni dai contenuti misteriosi carpiti dalla dimensione del
sogno. Nei suoi progetti artistici coinvolge spesso altre persone affidando loro il ruolo di
depositarie e portatrici di storie e vissuti. Coordina il processo e le dinamiche relazionali che
si stabiliscono tra gli elementi di un gruppo. Elabora i contenuti narrativi che emergono da
questi processi, prestando particolare attenzione al silenzio, alla pausa, all’incantamento, al
momento intimo di confronto con l’altro, come luoghi della riflessione, confrontandosi
continuamente con il punto di vista di chi partecipa all’esperienza.
Inaugurazione: sabato 20 ottobre 2012 ore 19,30
Associazione Culturale Ventiminuti
via della Pernice, Perugia
Ingresso libero