Fondazione Merz
Torino
via Limone, 24
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WEB
Arte e Fotografia: due mostre
dal 4/3/2013 al 4/5/2013
mar - dom 11-19

Segnalato da

Nadia Biscaldi




 
calendario eventi  :: 




4/3/2013

Arte e Fotografia: due mostre

Fondazione Merz, Torino

Le mostre si soffermano sulla vicinanza tra "artista" e "fotografo"; Rene' Burri cattura l'essenza e la spontaneita' dello scultore svizzero Jean Tinguely attraverso una serie di scatti realizzati tra il 1967 e il 1991, mentre Harry Gruyaert racconta la valle millenaria della regione del Tafilalt in Marocco, luogo dal quale l'artista Nicus Luca' ricava le pietre fossili con cui realizza i libri-scultura in mostra.


comunicato stampa

RENÉ BURRI “Jean Tinguely“
A cura di Lorenza Bravetta e Maria Centonze

HARRY GRUYAERT E NICUS LUCÀ “Dimenticare a memoria”
A cura di Maria Centonze

Dal 6 marzo al 5 maggio 2013 la Fondazione Merz presenta le mostre RENÉ BURRI “Jean Tinguely” e HARRY GRUYAERT E NICUS LUCÀ “Dimenticare a memoria”, realizzate in collaborazione con Magnum Photos.

Prosegue quindi la collaborazione tra la Fondazione Merz e l’agenzia fotografica Magnum Photos, iniziata nel 2012 con la mostra del grande fotografo Josef Koudelka, con l’intento di favorire una sempre maggiore integrazione tra due espressioni visive quali arte e fotografia, per arricchire la lettura di fenomeni artistici e linguaggi visivi.

Le mostre si soffermano proprio su questa vicinanza tra “artista” e “fotografo”; René Burri cattura l’essenza e la spontaneità dello scultore svizzero Jean Tinguely attraverso una serie di scatti realizzati tra il 1967 e il 1991, mentre Harry Gruyaert racconta la valle millenaria della regione del Tafilalt in Marocco, luogo dal quale l’artista Nicus Lucà ricava le pietre fossili con cui realizza i libri-sculture in mostra.

La mostra RENÉ BURRI “Jean Tinguely”, allestita nell’ampia sala al piano terra, raccoglie 122 scatti in bianco e nero e a colori realizzate dal fotografo svizzero all’artista nell’arco di un ventennio.

Burri osserva l’amico al lavoro nel suo studio, durante la realizzazione della scultura monumentale “Le Cyclop” vicino a Parigi, durante l’allestimento dei suoi lavori all’Esposizione Internazionale di Montreal, a Basilea e a Venezia. La serie fotografica si spinge oltre i confini dell’immagine ufficiale per catturare, con la disponibilità e complicità del soggetto fotografico, l’essenza, la personalità e la creatività dell’artista.

Al piano interrato la mostra Dimenticare a Memoria presenta i lavori del fotografo belga Harry Gruyaert e dell’artista torinese Nicus Lucà. I 12 scatti a colori di Gruyaert realizzati in Marocco, nella regione del Tafilalt, trasportano l’osservatore in atmosfere inconsuete e misteriose; le foto di paesaggi naturali, di città adagiate sulle montagne, ma anche di esseri umani, somigliano a dipinti nei quali la luce e il colore entrano nello spazio per sottolineare i soggetti.

L’artista torinese Nicus Lucà realizza una biblioteca di 150 volumi tagliati in pietra fossile proveniente proprio dalla regione del Tafilalt, nel sud-est del Marocco, il più grande giacimento di fossili risalente al paleozoico del Nord Africa, e incisi con titoli di libri celebri. L’artista ruba agli scrittori la loro opera, si appropria delle loro parole che imprigiona per sempre in questa pietra millenaria che è una pittura di varietà infinita creata dal tempo e formata quando ancora la scrittura non esisteva. Ogni volume diventa una scultura che il visitatore può toccare, leggere e immaginare.

La mostra HARRY GRUYAERT E NICUS LUCÀ “Dimenticare a memoria” è realizzata in collaborazione con Eva Menzio, con il contributo di Lunetta 11, Caterina Fossati, Riva Monaco Boat Service.

Renè Burri
Renè Burri, fotografo svizzero nato nel 1933, studia alla scuola di arti applicate di Zurigo.
Tra il 1953 e il 1955 lavora come regista e realizza i suoi primi documentari; in questo periodo durante il servizio militare, inizia a usare una macchina fotografica Leica.
Grazie a un servizio fotografico sull'educazione musicale di bambini sordomuti, nel 1956 viene assunto come corrispondente dalla celebre agenzia fotografica Magnum. Il lavoro incontra grandi consensi e viene pubblicato sulla prestigiosa rivista “Life” e su altre importanti riviste europee.
Tra il 1956 e il 1958 viaggia come corrispondente di Magnum tra Europa e Medio Oriente e America Latina, dove realizza per la rivista Du il reportage su El Gaucho. Sempre per questa rivista svizzera fotografa artisti come Giacometti, Picasso e Le Corbusier.
Nel 1959 diventa membro di Magnum e comincia a lavorare per il suo progetto editoriale Die Deutschen a cura di Robert Delpire. Nel 1963 realizza il celebre ritratto del rivoluzionario cubano Ernesto Che Guevara mentre fuma il sigaro.
Nel 1965 trascorre cinque mesi in Cina dove realizza, per la neonata Magnum Films, il documentario The Two Faces of China prodotto in co-produzione con la BBC.
Nel 1982 viene eletto Presidente di Magnum Francia e nello stesso anno inaugura la Magnum Gallery a Parigi.
Nel 1998 Burri riceve il premio Dr. Erich Salomon della Società tedesca di fotografia – DGPh.
Nel 2004 alla Maison Européenne de la Photografie di Parigi viene allestita una grande retrospettiva. Da allora la mostra è stata presentata a Berlino e a Losanna nel 2004, a Milano e a Zurigo nel 2005, a Manchester nel 2006. Da giugno 2007 la mostra è in tournée in più paesi dell’America Latina: Cuba, Messico, Argentina, Venezuela, Colombia.
Renè Burri vive e lavora tra Zurigo e Parigi.

Harry Gruyaert
Belgio, 1941
“Alla fine degli anni ’60 vivevo a Londra e mi sono reso conto del potere della televisione di fare il lavaggio del cervello… Mi interessava fare un ritratto dell’Inghilterra fotografando lo schermo della televisione.” Harry Gruyaert
Dal Belgio al Marocco, attraverso l’India e più di recente l’Egitto, Harry Gruyaert registra per oltre trent’anni le sottili vibrazioni cromatiche della luce orientale ed occidentale.
Dal 1959 al 1962 studia alla Scuola per il cinema e la fotografia di Bruxelles. Inizia in seguito a esercitare la professione di fotografo freelance a Parigi, lavorando contemporaneamente per la televisione fiamminga come direttore della fotografia. Nel 1969 Gruyaert fa il primo dei suoi molti viaggi in Marocco.
La sua immersione totale nei colori e nei paesaggi marocchini gli valgono il premio Kodak nel 1976 e culminano nel 1990 con la pubblicazione del volume Morocco. Va in India per la prima volta nel 1976, e in Egitto nel 1987.
Lungi dall’esotismo stereotipato, la visione dei paesi lontani di Harry Gruyaert trasporta l’osservatore in atmosfere inconsuete e in un certo qual modo misteriose.
Nel 1972 fotografa le Olimpiadi di Monaco e nello stesso anno i primi voli dell’Apollo su uno schermo televisivo. Quest’ultimo progetto, in cui l’autore gioca con i colori dello schermo, è presentato con il titolo TV Shots su Zoom, ed è esposto nel 1974 alla Delpire Gallery, alla Phillips de Pury & Co. a New York e come istallazione a Parigi durante il Mois de la Photo nel 2008.
Nel 1981 Gruyaert entra a far parte di Magnum Photos.
Pubblica nel 2000 Made in Belgium e nel 2003 Rivages, una raccolta di immagini di spiagge di tutto il mondo, PhotoPoche nel 2006 e TV Shots nel 2007. Nei suoi ultimi lavori abbandona il processo Cibachrome a favore della stampa digitale. Più adatta a riprodurre le ricche sfumature di colore delle sue pellicole, la stampa digitale offre nuove possibilità per il suo lavoro, un passo avanti verso il suo obiettivo di origine: dare al colore i mezzi necessari a esprimere la sua vera esistenza.

Nicus Lucà, nato a Torino nel 1961 dove vive e lavora.
“Ha cominciato la sua carriera artistica come musicista e cantautore rock e punk negli anni ’80 e da allora opera sia come individuo, che come parte di un gruppo. Convinto che l’arte acquisti un maggiore senso se realizzata come somma di esperienze e discipline e campi differenti, Nicus ha fondato nel 2000 Pop Club, un luogo virtuale in cui, come in una galassia, con coincidenze programmate o casuali, si incontrano competenze creative diverse.
Trasformare emozioni private in emozioni per gli altri è il meccanismo che genera l’opera di Nicus, recepita dall’interlocutore con significati sempre diversi: l’importante per l’artista è che l’opera produca un’emozione, catturi attenzione, provochi una reazione.
Non esiste una separazione tra il lavoro e la vita: per Nicus essere un artista è un modo di esistere, non un lavoro.”
Enrico De Bandi

Immagine: Renè Burri, Swiss Sculptor Jean TIinguely with his sculpture "Si c'est noir, je m'appelle Jean" (1960) for his retrospective at the Kunsthaus Zurich, 1982
© René Burri/Magnum Photos

Nadia Biscaldi - responsabile ufficio stampa
tel +39 011 19719436 fax +39 011 19719805 press@fondazionemerz.org

Inaugurazione 5 marzo ore 19

Fondazione Merz
via Limone, 24 10141 Torino
Orari: martedì - domenica 11 - 19
Biglietti € 5,00 intero, € 3,50 ridotto (studenti, gruppi organizzati min. 10 persone)
Gratuito: bambini fino a 10 anni, maggiori di 65 anni, disabili e ogni prima domenica del mese

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