Christina Jonsson. Agenzia cubista ingaggera' 4 ragazze che balleranno nello spazio pressoche' tricubico della Galleria Sumithra per i tre giorni di 3x3. Dei Public relations distribuiranno per Ravenna gli inviti della mostra per far si che il pubblico sia folto. Jonsson curera' ogni dettaglio, dal logo dell'agenzia, agli inviti, muniti di cartina geografica con indicazioni del luogo in cui si svolgeranno le performances, alla promozione delle serate, alla musica, alle luci, alla scenografia, all'abbigliamento delle cubiste, che confezionera' con le proprie mani.
Con il Patrocinio del comune di Ravenna
Assessorato alla Cultura
a cura di Rosetta Berardi e Loretta Zaganelli
testo di Loretta Zaganelli
CHRISTINA JONSSON
Christina Jonsson, artista, studentessa dell'Accademia di Belle Arti, cubista
e ragazza immagine per professione, per una volta si propone come imprenditrice
di un'agenzia cubista. Non crediate che sia semplice, un impresario deve
correlare molti dettagli, a cominciare dalle ragazze che sceglie, al loro modo
di presentarsi, agli appuntamenti da gestire. Jonsson progetterà tre
appuntamenti in modo totale, sarà l'imprenditrice di un'opera d'arte a 360 °,
cui scopo sarà quello di ricreare i meccanismi dello star sistem anche per
indagare sulle dinamiche dei sogni che alimenta. Agenzia cubista ingaggerà 4
ragazze che balleranno nello spazio pressoché tricubico della Galleria Sumithra
per i tre giorni di 3 x 3. Dei Public relations distribuiranno per Ravenna gli
inviti della mostra per far si che il pubblico sia folto. Jonsson curerà ogni
dettaglio, dal logo dell'agenzia, agli inviti, muniti di cartina geografica con
indicazioni del luogo in cui si svolgeranno le performances, alla promozione
delle serate, alla musica, alle luci, alla scenografia, all'abbigliamento delle
cubiste, che confezionerà con le proprie mani.
Per entrare occorrerà far la fila nelle apposite corsie a forma di serpentone,
e dopo aver atteso, passare sotto lo sguardo vigile di un buttafuori, come
succede sempre al popolo della notte. Qualcuno potrebbe dire: "Che c'è di
nuovo?" C'è che per tre sere, una galleria d'arte ospiterà una discoteca
artificiale. Ma non sono artificiali tutte le discoteche? C'è che 4 ragazze,
cubiste per professione, balleranno in una galleria, vestendo i panni delle
icone degli ultimi dieci anni, le cubiste o veline. Finzione e realtà troveranno
ragione d'essere in tre serate dedicate allo svago e alla comunicatività della
musica, a beffarsi in minima parte della staticità tipica delle gallerie,
cercando di smuovere i soliti fruitori immobili, mescolandoli a frequentatori di
discoteche, mettendo in essere un micro - mondo, in cui l'artista, regista,
ballerina ed in parte attrice, è dentro l'opera e ci guarda, osserva noi
fruitori, ci fissa, dal suo particolare punto di vista, quello dell'icona creata
dai mass media, in questo caso, auto - gestita, auto - sponsorizzata, un mito
pieno, perché dietro le maschere, c'è anche lei Christina Jonsson, con le sue
esperienze, a provarci che il gioco è finto solo in parte, non c'è il vuoto, ma
un'artista, con la sua identità . Essere visibili comporta spreco di energie,
fatica ricompensata solo in minima parte dall'approvazione del pubblico. Esser -
ci quelle tre sere, vorrà dire vedere da vicino cosa comporta essere al centro
dell'attenzione, sfidando sé stessi. La sfida è quella di far proprio un
sistema. Sondarlo con la propria identità per capire quanto è potente. Per farlo
non ci saranno sondaggi ingannevoli, solo incroci di sguardi tra chi si trova al
centro del podio e chi osserva, una messa in scena e un gioco di specchi, per
farci capire che senza gli individui, senza di noi, lo star sistem, sarebbe
nulla.
Lo spazio de-frammentato
L'arte spesso ci aiuta a sopravvivere, mostrandoci le cose in modo diverso,
offrendoci vie d'uscita mentali, se non pratiche, che ci indicano possibili
scelte per vivere i nostri spazi e fruirli con diversa consapevolezza. Pensando
agli eventi recenti, durante la guerra in Iraq, (paese/spazio occupato dagli
americani per essere "liberato"), sono state lanciate dagli americani, bombe a
frammentazione. Il principio di tali ordigni, è quello di ridurre in schegge
tutto ciò che viene avvicinato in un certo raggio d'azione. Tutto: esseri umani,
oggetti, edifici, suppellettili. Il risultato è rendere irriconoscibili gli
spazi vissuti. Restano solo frammenti di corpi e di oggetti, schegge impazzite.
Esiste invece un procedimento dei PC che agisce nel modo contrario. Si chiama
de-frammentazione e consiste nell'eliminazione dello spazio superfluo esistente
in memoria tra un file e l'altro, lasciando in essere solo lo spazio necessario
ai vari file per esistere. Resta solo spazio pulito e protetto dall'eccesso,
come vuoto vitale. Questo procedimento ha molto in comune con il modo di
rapportarsi nei confronti dello spazio da parte degli artisti scelti quest'anno
da Rosetta Berardi e Loretta Zaganelli per 3 x 3. Il vuoto, durante le tre
mostre, diventerà contenitore di performance insolite. Non sarà allestito e
ripensato come spazio a sé, ma come luogo ospite di micro sistemi e contenitore
di progetti autonomi.
La rassegna d'arte contemporanea, 3 x 3, nata per rendere visibile l'arte dei
giovani artisti che lavorano nella zona ravennate, giunge nel 2003 alla sua
seconda tappa, con l'intento di farci riflettere sulla gestione dei luoghi
deputati all'arte. Per tre settimane la Galleria Sumithra, diventerÃ
contenitore di happenings, performance e installazioni, in cui ci sarà dato
fruire eventi rivelatori che ci metteranno di fronte a nuove dinamiche e nuovi
approcci verso lo spazio definito solitamente "Galleria", spazio messo spesso in
crisi, nel corso degli ultimi 40 anni, dagli artisti di tutto il mondo. Se negli
anni settanta, l'arte veniva portata fuori dalla galleria per interagire con la
vita esterna, ora invade gli spazi classici, galleria e musei, facendoli
divenire contenitori idonei in questo caso per: una micro - discoteca, (con
Christina Jonsson dal 16 al 18 ottobre); una boutique ri-adattata alla vendita
reale di opere d'arte (con Adriana Cavallaro dal 2 al 4 ottobre); un luogo del
silenzio sacro (con Antonio Rinaldi dal 9 all'11 ottobre). Diventerà contenitore
di progetti che intendono far interagire lo spettatore, in una nuova ottica
"situazionista" per far si che chi osserva, sia dentro lo spettacolo, come un
protagonista consapevole.
> inaugura il 16 ottobre 2003 ore 18.30 - 20.00 > fino al 18 ottobre
> dalle 17.30 alle 19.30
Sumithra
43/45 Via Pasolini 48100 Ravenna
Telefono 0544/34779 Telefax 0544/34149