Il designer e i suoi gioielli. Mostra di bracciali, collane e spille in resina poliuretanica appositamente realizzati per l'occasione.
'GAETANO PESCE e i suoi gioielli' mostra di bracciali, collane e spille in resina poliuretanica, appositamente realizzati per l’occasione.
Evoluzioni, sorprese: i gioielli in resina sono pezzi unici, realizzati a mano dall'artista.
Prendono forma improvvisamente come un guizzo del pensiero, imprevedibili e irripetibili.
Il materiale scelto – la resina, emblema delle creazioni Pesce – è il trait d'union fra le molteplici discipline
che l'artista ha esplorato, fondendole, durante la sua lunga carriera: design, architettura e scultura.
La realizzazione dei gioielli inizia alla metà dei '90, venti anni dopo le 'Industrial Skin',
quei volti incisi su superfici sottili come pelli che rappresentano le sue prime opere in resina.
I bracciali, le collane e le spille realizzate in resina poliuretanica, si nutrono di trasparenze ambrate e lamine colorate
rosso fuoco, verde smeraldo e azzurro cielo, che assecondano le forme femminili sbocciando sul corpo come opere d'arte.
“La resina è un materiale che può essere impreziosito dalle sue stesse qualità. Per sua natura è flessibile e elastica,
e si adatta al corpo come fosse una seconda pelle”, dice Gaetano Pesce, che da trentatré anni vive a New York,
lavorando tra Stati Uniti e l'Europa.
La mostra Gaetano Pesce e i suoi gioielli è un progetto nato in collaborazione con Adachiara Zevi,
presidente della Fondazione Bruno Zevi.
In occasione della mostra sarà presentato da Roberto D’Agostino, in dialogo con l’artista,
il libro “2002-2012 Gaetano Pesce per la Fondazione Bruno Zevi”, concepito e disegnato da Gaetano Pesce.
Gaetano Pesce nasce nel 1939 a La Spezia. Dopo aver abitato a Venezia, Londra, Helsinki e Parigi, si trasferisce a New York nel 1980 dove tuttora vive.
Dal suo primo manifesto composto all'età di diciassette anni, attraverso gli studi, i viaggi, le sperimentazioni, l'insegnamento, l’esperienza di Pesce è stata globale, le sue innovazioni sempre di stampo pionieristico.
Insegna per 28 anni all’Institut d’Architecture et d’Etudes Urbaines di Strasburgo e tiene lezioni nei più importanti istituti culturali e nelle più rinomate università del mondo.
Le sue opere multidisciplinari sono parte delle collezioni permanenti del MoMa, del Metropolitan Museum di New York, del Victoria and Albert Museum di Londra, del Centre Pompidou di Parigi, del tedesco Vitra Design Museum e del Montreal Museum of Art, e di altri musei in Giappone, Portogallo e Finlandia.
I suoi lavori – in ambito architettonico, di pianificazione urbana, design d'interni per mostre o industriale – si distinguono per l'uso illimitato del colore e l'utilizzo ostinato di materiali rivoluzionari, sviluppati grazie alle nuove tecnologie. La costante ricerca e la fiducia riposta nei materiali avanzati hanno portato, nel caso di Pesce, a innovazioni continue, sia nel linguaggio, sia nei risultati formali e nei modi di produrre. Ad esempio l'iconica Up #5, La Mamma, della serie Up (1969), è stato il primo prodotto di design industriale portatore di un messaggio politico, una denuncia sullo status della donna nel mondo, con la forma di un corpo femminile legato, incatenato, alla sfera poggia piedi, da cui scaturisce così l’immagine del prigioniero.
Tra le mostre più celebri di Pesce, la presenza alla leggendaria Italy: The New Domestic Landscape nel 1972 al MoMa, la retrospettiva al Museo delle Arti Decorative di Parigi del 1975 dal titolo Le futur est peut-être passé, e ancora a Parigi nel 1996 al Centro George Pompidou, un’altra retrospettiva sulla sua carriera dal titolo Gaetano Pesce: le temps des questions e quella alla Triennale di Milano nel 2005 dal titolo Gaetano Pesce: il rumore del tempo.
Tra gli altri riconoscimenti, Pesce è stato insignito con il prestigioso "Chrysler Award for Innovation and Design" nel 1993, l'"Architektur & Wohnen Designer of the Year" nel 2006 e il "Lawrence J. Israel Prize", conferito dal Fashion Institute of Technology di New York, nel 2009.
Inaugurazione 13 novembre 2013 dalle 18,30 alle 21,30
Studio Stefania Miscetti
via delle Mantellate, 14 - Roma
mar-sab 16-20
Ingresso libero