Silvia Giambrone
Eron
Francesca Pasquali
Giulio Catelli
Claudio Spadoni
Ilaria Bignotti
Davide Caroli
Silvia Cirelli
Sesta edizione il progetto espositivo durante il quale tre giovani critici presentano il lavoro di tre giovani artisti. Ilaria Bignotti propone Francesca Pasquali, Davide Caroli ha scelto Eron, Silvia Cirelli ha selezionato Silvia Giambrone. Ha luogo contemporaneamente la personale del Premio Marina di Ravenna 2013, protagonista Giulio Catelli.
Ideazione del progetto: Claudio Spadoni
Il Museo d’Arte della città di Ravenna, dal mese di novembre fino a gennaio 2014, propone
per il sesto anno il progetto espositivo Critica in Arte realizzato in collaborazione con
l’Assessorato alla Cultura del Comune di Ravenna e con il generoso sostegno della
Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
Critica in Arte vuole avere una valenza "militante" promuovendo un appuntamento
autunnale, durante il quale tre giovani critici presentano il lavoro di tre giovani artisti in una
mostra allestita negli spazi del MAR.
Critica in Arte intende far luce sulle promesse della critica attualmente attiva in Italia e
dedita specificatamente alle espressioni artistiche delle ultime generazioni.
Coordinati da Claudio Spadoni, direttore del MAR, sono stati invitati a partecipare al
progetto Ilaria Bignotti, storica dell’arte e curatrice indipendente; Davide Caroli, curatore
del MAR di Ravenna; Silvia Cirelli, critica d’arte e curatrice indipendente.
Le sezioni della mostra saranno accompagnate da tre monografie presentate dai rispettivi
artisti e critici, i tre cataloghi saranno poi riuniti in un unico cofanetto.
Emblema si intitola il percorso espositivo, ospitato nelle prime due sale, curato da Ilaria
Bignotti e dedicato a Francesca Pasquali (Bologna, 1980), la cui ricerca intreccia il saper
fare all’indagine visuale e concettuale, sempre attenta alla identità del luogo architettonico
nel quale è chiamata a intervenire.
Come suggerisce il titolo del percorso espositivo proposto, ogni sua opera è infatti
emblema di una ricerca dove l’osservazione del dato naturale, animale e vegetale, si traduce
in opere biomorfiche costituite da materiali di diversa tipologia, prevalentemente
provenienti dal mondo industriale, quali i polimerici, gli espansi e la gommapiuma, ma
anche setole sintetiche colorate, elastici e cannucce colorate che l’artista ha nel tempo
assemblato e intrecciato sulla base di reti metalliche e gabbie di nylon destinate a
configurarli in forme spesso trasformabili a seconda degli ambienti espositivi. Così
sapranno suggerire le opere esposte, da Nero 08, opera scultorea che pare fuoriuscire dalla
parete con tentacoli di materia plastica, come dita solleticanti lo sguardo e invitanti al
contatto; a Dring, installazione appositamente realizzata per la mostra e dal nome
onomatopeico, opera sonora e cinetica in movimento reale, all’enigmatico arricciarsi delle
onde plastiche di Frappa, opera che fin dal titolo rivela il legame autobiografico.
Emblematica della persistenze dei linguaggi della storia dell’arte nelle giovani generazioni –
dall’Informale all’Arte Programmata alle esperienze poveriste – l’opera di Francesca
Pasquali chiama costantemente in causa lo spettatore. Anche le sue Straws, se da lontano
paiono crateri lunari e fondali marini, avvicinandosi ad esse si frantumano in mille piccoli
elementi plastico-cromatici: sono cannucce diversamente colorate, ora trasparenti, ora
monocrome, destinate a formare pattern visivi che solo grazie allo sguardo del fruitore
diventano immagini, complice l’artista-alchimista che conosce le segrete relazioni tra le
materie e le forme.
Il percorso espositivo prosegue con Silvia Giambrone (Agrigento, 1981) – curata da Silvia
Cirelli – una giovane artista siciliana la cui ricerca si snoda fra i precari equilibri e le
costanti ambivalenze della sfera emozionale. Silvia Giambrone smaschera le tensioni dei
comportamenti umani, creando un’estetica tanto sottile quanto versatile. La sua è una
poetica che miscela bellezza e sofferenza, evasione e costrizione, complicità e poi inganno,
in un “gioco di specchi” che cattura l’osservatore con un magnetismo sofisticato ma anche
autentico.
L’impronta stilistica di quest’artista è estremamente eclettica e spazia dal video
all’installazione, dalla performance a tradizionali pratiche come il ricamo o l’incisione. La
selezione delle opere in mostra segue un grande pluralismo espressivo e presenta una
ricchezza di linguaggi che, seppur nella loro eterogeneità, traducono una grammatica
lessicale inedita e personale.
Le due sale centrali del Museo ospitano le opere più recenti di Silvia Giambrone,
evidenziandone i tratti tematici distintivi. Sono infatti presentati lavori che svelano
l’esplorazione dei limiti che gli stereotipi sociali ancora impongono alla cultura
contemporanea, in particolar modo a quella del mondo femminile, come nelle opere Made
in Italy, Il Pizzo, Impero, oppure nell’emozionante video Teatro Anatomico - appena premiato
alla Biennale lituana di Kaunas - che riprende la performance realizzata al Macro Mattatoio
nel 2012. La narrazione artistica si sposta poi verso indagini che riflettono anche sui delicati
equilibri fra linguaggio e corpo, sia da un punto di vista sensoriale, come nell’installazione
dal titolo L’appuntamento, che nella sua espressione più lessicale e comunicativa, con il
video Translation, la suggestiva installazione 8 Novembre 2011, o l’opera Il Diario.
Chiude l’allestimento una selezione, curata da Davide Caroli, dei Mindscapes di Eron
(Rimini, 1973), uno dei primi e principali esponenti della street art in Italia, che da diversi
anni si dedica in parallelo anche alla pittura su tela, mantenendosi però fedele alla tecnica e
allo stile della strada.
Questo ciclo rappresenta il punto di sperimentazione e ricerca su cui si sta incentrando il
suo lavoro, sia a livello tecnico - per le varie possibilità che offre la bomboletta a spray su
tela - sia a livello di contenuti.
I paesaggi rappresentati sono luoghi reali, visitati e vissuti dall’artista, i quali una volta
elaborati divengono lo sfondo per le figure che, come in un sogno, escono dalla mente e
dalla mano di Eron, affollando lo spazio e raccontando storie già vissute e viste in altri
contesti.
Il segno che caratterizza queste figure è semplice, come quello di un bambino, nei cui
racconti la differenza tra realtà e invenzione è molto sottile.
In mostra saranno presentati alcuni tra i lavori più importanti di questi ultimi anni, insieme
con alcune tele realizzate appositamente per questo appuntamento; sarà inoltre proiettato
un video che documenta l’imponente lavoro For ever and ever... commissionato ad Eron per
la volta della chiesa di San Martino in Riparotta a Rimini, primo intervento di street art
all’interno di un luogo di culto ancora attivo; a fianco di questo, dal molto grande passando
al molto piccolo, una piccola scultura, traduzione in 3d delle immagini realizzate su tela,
ultimo ulteriore tentativo espressivo dell’artista riminese.
Sponsor ufficiale: Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna
Patrocini: Regione Emilia-Romagna, Provincia di Ravenna
Ente Organizzatore: Comune di Ravenna, Assessorato alla Cultura, Mar - Museo d’Arte della città di Ravenna
Mar - Ufficio relazioni esterne e promozione:
Nada Mamish - Francesca Boschetti tel +39 0544 482017 – 482775 fax +39 0544 212092 ufficio.stampa@museocitta.ra.it
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Giulio Catelli
Il piu' bello dei mari e' quello che non navigammo. Il giovane pittore vincitore del Premio Marina di Ravenna espone al Museo d'Arte della Citta' di Ravenna, i lavori eseguiti durante il periodo di residenza d'artista. Il tema della mostra prende avvio da un verso di Nazim Hikmet ''il piu' bello dei mari e' quello che non navigammo''. Il mare quindi, presente in questa nuova serie di dipinti e' inteso come metafora esistenziale ''un frammento rubato a una visione casuale. Ma il punto di mira'', scrive Andrea Guastella nella presentazione ''e' l'infinito. Lo spazio, il balenare della luce''.
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Inaugurazione: Sabato 14 dicembre ore 18.00
Museo d'Arte della città di Ravenna
via di Roma, 13 RA
Orari:
martedì, giovedì e venerdì: 9.00 - 13.30 / 15.00 - 18.00
mercoledì e sabato: 9.00 - 13.30
domenica 15.00 - 18.00
Chiuso Lunedì
Ingresso gratuito