Opere di Aziz Elhihi su fotografie di Antonio Ria. L'esposizione presenta 35 acrilici su carta con fotografie in bianco e nero, 1998, cm 120 x 90.
Opere di Aziz Elhihi su fotografie di Antonio Ria
Dal 28 novembre 2003 al 17 gennaio 2004 la fabbrica (Losone, Canton Ticino)
ospita la mostra
'Segni riaffioranti', opere di Aziz Elhihi su fotografie di Antonio Ria.
L'esposizione, che si inserisce nel programma degli eventi e mostre di arti
figurative de la fabbrica coordinati da Riccardo Lisi, presenta 35 acrilici su
carta con fotografie in bianco e nero, 1998, cm 120 x 90; è accompagnata da un
catalogo, pubblicato da ELR Edizioni Le Ricerche di Losone, a cura di Antonio
Ria, con introduzione di Giuseppe Curonici.
Il pittore Aziz Elhihi è nato a Meknes, in Marocco, nel 1960. A vent'anni si
trasferisce in Svizzera e dal 1991 vive nel Cantone Ticino, a Morbio Inferiore.
Dal 1989 espone le sue opere in mostre personali e collettive in Svizzera,
Francia, Italia, Marocco, Germania e Egitto. Nel 1999 ha pubblicato in Germania
con l'editore Rommerskirchen il libro d'artista Signatur 30.
Scrive nel catalogo: 'Le fotografie scattate da Antonio Ria nel Sud del Marocco
richiamano in me la memoria delle mie origini, indimenticabili e spesso presenti
nel mio lavoro di pittore, anche se non in maniera realistica. Con l'intervento
pittorico sulle fotografie di Antonio ho inteso rappresentare - attraverso i
miei ricordi e il mio vissuto - le scene, i colori, i sentimenti che esse
evocano in me. Queste immagini ritraggono case o dettagli architettonici,
personaggi, paesaggi, ai quali ho cercato di sovrapporre la vita che ho
conosciuto, con tutte le sue storie, le tradizioni. Sono immagini in bianco e
nero che però in me evocano colori intensi: i colori della terra, delle case,
del deserto, del mare, del cielo, della luce. Sono anche i colori della vita,
dei mercati, con i loro personaggi e animali, e poi i tessuti e i tappeti
berberi ricamati o annodati con simboli tipici. Questi stessi simboli che
ricorrono dappertutto, anche sulle mani delle donne decorate con l'hé!
n né, e anche sulle fotografie di Antonio; segni o simboli berberi
sono pure presenti nel mio lavoro, qualche volta in modo del tutto
inconsapevole. Con questa mia interpretazione della fotografia in bianco e nero
di Antonio Ria, il linguaggio fotografico si unisce e a volte si fonde con
quello pittorico fortemente cromatico e gestuale. Ne risulta un'immagine unica,
sintesi di due sguardi diversi e contrastanti sulla cultura berbero-marocchina,
e cioè quello realistico della fotografia e quello fantastico del racconto
dipinto'.
Antonio Ria (fotografo, giornalista e saggista) è nato ad Alezio (Lecce) nel
1945 e vive a Milano dal 1980. Dopo gli studi di filosofia del linguaggio e di
teologia, ha iniziato trent'anni fa una ricerca etno-fotografica che, prendendo
l'avvio dal mondo delle tradizioni popolari, si è progressivamente spostata
verso una fotografia di indagine sociale e di reportage: ricerche confluite in
numerose mostre, in trasmissioni radiofoniche (è collaboratore della Radio della
Svizzera italiana) e in alcuni libri, fra cui La treccia di Tatiana (con testi
di Lalla Romano, Einaudi 1986), Italians in Manchester (1990), Poesia diretta
(con testi di Franco Beltrametti, 1992) e La doppia memoria. Feste religiose
degli italo-americani a New York (con testi di Ferdinando Scianna e Franco La
Cecla, 1998).
Così nel catalogo inizia il suo racconto, che accompagna le immagini: 'Le
fotografie che Aziz Elhihi ha incorporato nelle sue opere pittoriche risalgono a
un mio viaggio in Marocco del 1983, nella valle del Drâa, alla ricerca di segni
riaffioranti, nella cultura e nella natura. Alla scoperta di una civiltà , quella
berbera, altera e autonoma, e della sua
scrittura che è come sommersa, ma che ogni tanto riemerge, attraverso vari
segni. Come un fiume sommerso, come il Drâa, appunto, che scorre sotterraneo...'.
Commenta lo scrittore e critico Giuseppe Curonici: 'Sia il fotografo, sia il
pittore si sono lasciati emozionare dalla medesima realtà umana: il Marocco, la
civiltà berbera, la sua scrittura... Comprendere, contemplare questa vita etnica è
dunque la parte comune soggiacente e attiva, che giustifica un rapporto
intertestuale profondamente motivato e radicato. Antonio Ria ha viaggiato e ha
fotografato quella realtà , con l'occhio attento di chi vuole conoscere che cosa
realmente accade. Aziz Elhihi adopera il linguaggio pittorico postmoderno, con
componenti
prevalentemente espressioniste, al limite del surreale, e materico-informali, ma
subordinate a un'esigenza prioritaria: la figurazione. Il risultato finale è
davvero a sorpresa. La nettezza fotografica e l'irruenza pittorica. Lo scatto
istantaneo e l'elaborazione. Il documentario visto nel sogno. Una poesia
attraverso un'altra poesia'.
Immagine:
Aziz Elhihi e Antonio Ria, Aït Benhaddu, Marocco, 1998
info: tel. mobile +41.79.2115069
Inaugurazione: venerdì 28 novembre 2003 alle 18.30
Orari: lunedì-giovedì 9.00-14.00 / 17.00-22.00;
venerdì 9.00-14.00 / 17.00-01.00; sabato 17.00-01.00
o su appuntamento: tel. 0041.(0)79.2115069
la fabbrica
via Locarno 43a
6616 Losone
Ticino, Svizzera