Hyperbaroque. Manierism is not dead. Herrera affronta il tema del Barocco con l'attitudine ironica, provocatoria e vagamente esibizionista della cultura Punk.
Jesus Herrera Martinez, di ritorno a Roma per la sua prima personale italiana dopo l’esperienza all’Accademia di Spagna, rappresenta un tributo al celebre movimento culturale seicentesco. La mostra si articola attraverso un corpus di opere che rappresentano la quint’essenza della teatralità barocca nella sua espressione più accademica e classicista.
Jesus Herrera affronta il tema del Barocco con l’attitudine profondamente ironica, provocatoria e vagamente esibizionista della cultura Punk. Rappresentazioni di parabole, miracoli e nature morte che sarebbero state il vanto di qualunque quadreria seicentesca, sono vittime di incursioni surreali alla Terry Gilliam che le trasportano immediatamente in un universo contemporaneo.
Piccole opere ad olio, “cartoline” che sono la continuazione ideale dello studio intrapreso nel periodo dell’Accademia, si alternano a grandi tele che giocano costantemente con il contrasto fra la perfezione manierista della tecnica e la sfrontatezza del messaggio. Con la maestria pittorica del Domenichino e l’attitudine punk di un moderno Carvaggio, Jesus arriva a riprodurre una monumentale pala d’altare fatta di immagini al limite fra il religioso ed il beffardo in cui vengono celebrati i suoi stessi miracoli.
Le opere di Jesus giocano con la tendenza Barocca a sconvolgere lo spettatore attraverso la spettacolarità e l’illusione, spesso attraverso vere e proprie scatole cinesi visive: vedutine ad olio da Grand Tour diventano improbabili cartoline attaccate a muri ritratti in stupefacenti trompe-l’oeil.
In altri lavori vengono ritratte scene sacre, care alla tradizione pittorica italiana, in cui figure circondate da esplosioni dal sapore hollywoodiano sono rappresentazioni paradossali e ricorrenti dello stesso soggetto: l’artista.
LA PROJECT ROOM
Nella project room Jesus Herrera continua la sua discesa nell’immaginario barocco ricostruendo l’ambientazione drammatica ed ideale di una cripta. Fra ex voto e sacre reliquie si materializza ancora una volta l’interpretazione assolutamente parziale e filtrata da iperboli surreali del canone architettonico seicentesco.
Questa mostra rappresenta il culmine ideologico dell’avventura romana di un superbo pittore, iniziata nella storica istituzione della Reale Accademia di Spagna ed esplosa in galleria con un tributo surreale e spettacolare ad un movimento culturale che fece di Roma il centro del mondo.
In collaborazione con:
Ambasciata di Spagna in Italia
Reale Accademia di Spagna a Roma
Inaugurazione 19 settembre ore 18.30
White Noise Gallery
via dei Marsi, 22 (quartiere San Lorenzo) Roma
mar-ven 12-20, sab 16-20
ingresso libero