Maniacal vision of humanity. La mostra propone gli esiti piu' recenti del suo lavoro: un insieme delineato da una classicita' metabolizzata su base personale. La figura umana prevale: singoli personaggi o gruppi enucleati sull'onda simbolica dell'esistere.
Maniacal vision of humanity
Al diavolo i lavori di pigrizia, diceva Salvador Dalì. Walter Materassi, giovane pittore, ha preso terribilmente sul serio questa frase al punto da assumerla come viatico della rassegna stessa. Ma soprattutto ha cercato e cerca di farne motivo conduttore della propria ricerca. Artista dotato, padrone del segno e sicuro conoscitore degli effetti cromatici, Materassi dimostra adesso di voler eludere il calligrafismo e quei compiacimenti formali che finirebbero per rendere la tecnica elemento primario di uno svolgersi dai labili contenuti. Il giovane è sulla buona strada, in particolare ora, come dimostrano quelle opere che attendono solo lo stacco definitivo da modelli precostituiti, vedi lo stesso Dalì ed altri maestri del Surrealismo. La mostra riconduce ai suoi più recenti esiti, ad un insieme delineato secondo richiami ad una classicità metabolizzata su base personale, qualcosa capace di condurre ad un realismo movimentato da effetti luministici. La figura umana prevale in ogni suo lavoro, singoli personaggi o gruppi enucleati sull'onda simbolica dell'esistere: i conflitti generazionali, il senso dell'attesa, l'importanza dell'ironia. Oppure, e qui siamo all'ultima fatica del pittore, il trascorrere del tempo e le diversità dell'essere registrati da mani raffigurate su fondi neri.
Franco Basile
“Materassi lavora nella tranquillità del suo studio di Monghidoro, sempre alla qualità più che al trapassare delle mode. Egli preferisce superfici di notevole dimensione che sono trattate con libere e calde variazioni timbriche, e delinea una visione formale che va al sodo, con fare largo e gusto di sintesi. Nell'artista troviamo due interessi: quello cromatico luministico e quello ideale. Le figure e le sue nature morte sono l'esempio della sua concezione del mondo e dell'uomo: bellezza e fatica, pienezza e dolore, colore e luce servono per costruire questa dialettica sulla tela. Lavoro d'artista e meditazione d'uomo. La luce nelle sue tele è sempre più, insieme, fatto pittorico e ideologico. La luce della ragione e della bellezza si oppone alla nausea di certo esistenzialismo che trapela nel fare surrealista sempre abbastanza evidenziato. Nella pittura di Materassi si vede la denunzia contro una società destinata all'apparenza del progresso, ma dove mancano invece i presupposti di associazione, convivenza e sopravvivenza, base del vivere civile.
Fa dunque suo il lamento per la perdita dei valori, mentre si afferma sempre più quel pensiero negativo che caratterizza il vivere metropolitano. Opere sempre più figurative, simulacri di raffigurazione, personaggi teatrali per un teatro transmentale. La struttura tridimensionale è ricoperta di un intricato gioco di segni pittorici. Il pittore indaga nel colore che appare come formato di un intrigo di labirinti intersecantisi. E' come se nel suo occhio ingrandisse il carattere molecolare della materia. Egli indaga ogni particolare con passione del ricercatore che, dal muoversi delle cose, ritrae il bagaglio della luce, l'effetto della vita. Così dipinge le tele magistrali, protette dal loro segreto esistenziale. Egli si toglie dunque, per libera scelta, fuori dalla rapida ricerca di un nome al neon nel labile firmamento del contemporaneoâ€.
Giuseppe Branca
L'Idioma Centro d'Arte
Via delle Torri, 23 - Ascoli Piceno