Martedì 4 aprile 2000 presso Monica de Cardenas, in via Viganò 4 a Milano si inaugura la mostra personale di Martino Coppes che presenta le sue opere fotografiche più recenti. (Fino al 6 maggio. Orario: 15 - 19, chiuso domenica e lunedì). Contemporaneamente la Galleria Alessandra Bonomo di Roma espone una selezione di opere di Martino Coppes del periodo 1996 - 2000.
Le fotografie di Martino Coppes ritraggono un mondo immaginario. Le opere dei primi anni Novanta mostrano PAESAGGI fatti di
grotte e conformazioni tondeggianti, in cui si avventurano solitari personaggi. E1 un mondo misterioso ma stranamente familiare,
che può spaventare o invitare l'esploratore ad adagiarsi tra le sue curve: morbido paesaggio biologico o trasformazione postatomica
della natura? Sono paesaggi mentali che stimolano il pensiero e l1 immaginazione a viaggiare nello spazio e nel tempo. Coppes li
costruisce con scarti industriali e piccole figure; grazie all1 accurata illuminazione e scenografia, sono completamente convincenti e
coinvolgenti.
Dopo aver creato ed esplorato numerosi paesaggi - desertici o glaciali, cavernosi o luminosi, epidermici, granulosi o siderali - nel
1998-99 crea e fotografa i FIORI. Apparentemente reali, sono in verità interamente artificiali e...inventati. Coppes li crea
intagliando e trasformando scarti di plastica, che vengono sublimati in immagini di purificata bellezza.
Seguendo la sua particolare coerenza, Coppes prende spunto dai fiori per tornare nel mondo dell1immaginario e creare le
CELLULE, che presentiamo in anteprima in questa mostra. Sono immagini ambigue: appaiono come esseri unicellulari vegetali o
animali ma al contempo sembrano contenere spazi infiniti. Il 3pistillo2 ora fluttua all1 interno della forma 3come un satellite2 e la
cellula stessa é parte di un vasto spazio, la cui oscurità profonda ricorda quella del cosmo. Circolari e ritmici come dei mandala,
stranamente biomorfi e spaziali, evocano l1inizio e la fine di tutte le cose.
Nato a Como nel 1965, Martino Coppes vive e lavora tra Mendrisio e Milano. Dopo la formazione all1Accademia di Brera negli
anni Ottanta, dapprima sviluppa un1opera scultorea molto personale, in cui mette in relazione tra loro materiali naturali e scarti
industriali sintetici. Dall1 inizio degli anni Novanta il desiderio di dare una dimensione più totalizzante alle forme plastiche lo porta
ad utilizzare la fotografia in modo nuovo ed inconsueto. Servendosi di scarti industriali in plastica, crea mondi immaginari,
dapprima paesaggi, poi fiori e infine le cellule. Nel 1993 e nel 1996 espone da Monica De Cardenas a Milano, nel 1995 al Centro
d1Arte Contemporanea di Bellinzona, nel 1997 alla galleria Philippe Rizzo a Parigi e nel 1999 da Art & Public a Ginevra e da
Alexander Wolf a Berlino. A partire dall1 8 Aprile 2000 il Kunstmuseum di Solothurn gli dedica una vasta personale.
Nel corso degli anni ha partecipato a numerose collettive in spazi pubblici, quali per esempio Campo alla Biennale di Venezia del
1995,Obbiettivi Soggettivi alla Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia nel 1996, Tell me a Story al Magasin di Grenoble nel
1998, l1Occidente Imperfetto, Biennale Internazionale di Fotografia a Torino, Il Sentimento del Duemila alla Triennale di Milano
nel 1999 e L1altra metà del cielo al Rupertinum di Salisburgo e alla Schirn Kunsthalle di Francoforte nel 2000.