L'artista presenta una serie di circa 20 opere che riprendono i motivi da sempre presenti nel lavoro dell'artista. I materiali usati sono per lo piu' carta, feltro, filo di ferro, materiali semplici e di recupero che allo stesso tempo rivelano una una costante opera di rifllessione e osservazione.
Granaio
Rolando Deval presenta in quest¹occasione una serie di circa venti opere,
alcune delle quali realizzate appositamente, che riprendono i motivi da
sempre presenti nel lavoro dell¹artista. L¹incontro con l¹opera di Deval è
un incontro con l¹essenza delle cose: dietro a quell¹effetto di semplicità,
di nudità, che ci appare a un primo sguardo, si nasconde un lavoro rigoroso
sui materiali, una complessità che è risultato di una costante riflessione e
osservazione.
I materiali usati sono per lo più carta, feltro, filo di ferro. Spesso il
supporto è opaco, grezzo, indifferente, a volte la carta usata è riciclata,
in un certo senso "di seconda mano", quella che si usava, e che a volte si
usa ancora, in alcuni negozi di alimentari. Per Deval è importante non
intervenire sul materiale sui cui lavora che deve necessariamente rimanere
visibile, nudo. Clemens-Carl Härle, nel testo pubblicato sul catalogo edito
per l'esposizione, definisce le opere di Deval 'quadri-scultura', proprio
per quella indiscernibilità fra pittura e scultura che li
contraddistingue. Da un lato, Deval moltiplica i riferimenti alla scultura:
la stratificazione dei fogli (ogni quadro ne contiene fino a venticinque)
che ne fanno un che di tridimensionale; il trattamento del supporto: la
carta, la materia viene letteralmente intagliata, incisa, cesellata,
sfilacciata, perforata con le dita o con una pinzetta; la ripetizione del
trattamento foglio dopo foglio. Dall'altro vengono mantenuti, con uguale
insistenza, i riferimenti alla pittura: lo spazio dell¹opera è solo
virtualmente tridimensionale perché risulta da una semplice stratificazione
di fogli, cioè di entità bidimensionali. E l'opera viene poi presentata
come un quadro all'interno di una cornice.
L'artista scava all'interno dei
materiali che usa, crea dei volumi fatti di vuoti dai confini frastagliati,
l'effetto è quello di un'erosione millenaria: cunicoli, camere, cellette,
gallerie che ricordano il lavorio degli insetti (formiche, termiti o api),
che scavano ed edificano, ed è proprio grazie all'osservazione di questi che
Deval ha cominciato modificare il modo di pensare e costruire il suo lavoro.
Cambiando il punto di vista dichiara l'artista si può lavorare come un
insetto, si può considerare un tempo e uno spazio contratti o dilatati
rispetto al nostro. Architetture che possiedono una forma di espressione
ritmica, quasi fossero composizioni musicali ma, allo stesso tempo, anche
paesaggi erosi dall'acqua e dal tempo.
Granaio di Rolando Deval, aperta fino al 4 novembre, sarà accompagnata da un
catalogo con testi di Simone Menegoi e Clemens-Carl Härle. E' realizzata in
collaborazione con Galleria Alessandro Bagnai e Galleria Poggiali e Forconi.
Ufficio stampa: Davis & Franceschini
tel. 05572347273 fax 05572347361
e.mail: davis.franceschini@dada.it
Inaugurazione sabato 8 settembre, ore 18
Villa La Foce
Castelluccio di Pienza, (SI)
Ingresso libero