Giorgio Andreotta Calo'
Nemanja Cvijanovic
Giuseppe Gonella
Gruppo 6421
Brunno Jahara
Adriano Nasuti Wood
Giuliana Racco
Mario Tome'
Milovan Farronato
Artisti degli atelier della Fondazione. Una mostra di giustapposizioni, innesti e collaborazioni. Un'occasione per brindare a un'esperienza conclusa evidenziandone le migliori germinazioni. Opere di: Giorgio Andreotta Calo', Nemanja Cvijanovic, Giuseppe Gonella, Brunno Jahara, Adriano Nasuti Wood, Giuliana Racco, Mario Tome' e il gruppo 6421. A cura di Milovan Farronato.
Artisti degli atelier della Fondazione
a cura di Milovan Farronato
La BLM continua e rinnova la sua attenzione verso i giovani artisti, parte della sua missione, per la quale da oltre cent'anni essa assegna atelier ai più meritevoli. La sede degli studi si trova da alcuni anni alla Giudecca, presso il complesso dei Santi Corame Damiano, in attesa del restauro della sede di Palazzo Carminati.
Quest'anno per la prima volta gli artisti selezionati nel 2007 hanno la possibilità di esporre il loro lavoro all'interno della galleria di piazza San Marco, con una mostra pensata per loro. A cura di Milovan Farronato, l'esposizione verrà promossa attraverso la pubblicazione di un numero speciale di "Mousse Magazine" che sostituisce il catalogo. Gli artisti della mostra sono: Giorgio Andreotta Calò, Nemanja Cvijanovic, Giuseppe Gonella, Brunno Jahara, Adriano Nasuti Wood, Giuliana Racco, Mario Tomè e il gruppo 6421.
Condividere esperienze a termine… come collezionare cartoline di amici non virtuali nel mantenuto riscontro esistenziale. Sette giovani artisti e un collettivo hanno condiviso per dodici mesi gli studi della Fondazione Bevilacqua la Masa presso il Complesso Cosma e Damiano alla Giudecca. A ognuno il suo spazio, unitamente alla possibilità di innescare sinergie, dibattiti, confronti e conflitti, una serie di dinamiche egualmente riprese e celebrate da Spritz Time! mostra di giustapposizioni, innesti e collaborazioni. Un’occasione per brindare a un’esperienza conclusa evidenziandone le migliori germinazioni.
Nella sede di San Marco non una statica disposizione classica di stanze ed artisti isolati, ma un costante dialogo e nuovi e inaspettati equilibri. Non l’hortus siccus — erbario dai campioni inodori e insapori -- ma un’inedita wunderkammer, espressione eteroclita di un’Unica Esperienza formativa (artistica ed esistenziale) cui ognuno risponde offrendo la più vivace caratterizzazione.
Alla frenesia consumistica sotto vuoto di pezzi paradossalmente unici di Brunno Jahara risponde Nemanja Cvijanovic con l’horror vacui di maschere artigianali veneziane (apparentemente uniche) disposte regolarmente su una parete ricoperta da damasco rosso vivo musicate da Le Quattro Stagioni di Vivaldi. Entrambi i lavori, articolati in tre ambienti, leggibili quali inediti wall painting, o wall design. Una solo prospettiva visiva idealmente sposa i due interventi istallativi: l’uno diviene prospetticamente quadratura dell’altro. I disegni di Adriano Nasuti Wood si inseguono, si disperdono e concentrano divenendo un segno discreto che invade l’intera mostra. La quadreria dell’artista argentino dinamica ed eterogenea per scelte formali e installative include fulminee annotazioni mentali che compositivamente istoriano il muro come piccoli schizzi inchiodati alla parete; accostamenti di pensieri e immagini, di storie e geografie delimitati da una cornice materializzano volti ingigantiti da traumi storici e personali. Differentemente possono farsi preziosi camei esposti su congrue mensole o piccoli arredi che invadono lo spazio o cedere luogo a un’immagine in movimento o ad un’intervento sonoro. Anche questa, come le precedenti, è una modulazione dii un insieme definito dei “residui” visivi di Nasuti Wood.
Mario Tomè mobilità il principio di autorialità, appropriandosi letteralmente del lavoro di un altro artista includendo nella sua installazione composita anche un ready-made di Giorgio Andreotta Calò, l’immagine di un Cristo di Limpias rinvenuto in una discarica veneziana implementata da una luce al neon. L’icona sacra fronteggia un quadro anni ‘70 recuperato nello Yemen raffigurazione di un drago quasi somigliante al Buddha. Accompagnato da un organo sgangherato (anch’esso recupero di fortuna) in una sinfonia monotonica, il visitatore è spinto a riflettersi in uno specchio sormontato dalla perentoria scritta “fare silenzio”, vivido ricordo dello stesso imperativo trovato dall’artista in un bunker della seconda guerra mondiale. Anche un lavoro di Giuliana Racco riporta un messaggio analogo. Su un biglietto da visita nero è annotato “Shhhh” in caratteri d’oro, come per dire forse “il silenzio è oro”. Ma l’assenza di rumori per chi è premio e per chi pericolo? Chi lo interpreta come prova di coraggio ed estensione dello spazio interiore, e chi invece lo qualifica come “omertoso”? Il lavoro di Racco circumnaviga da sempre il valore della parola, ma ora trasmette in questo invito e nella seguente immagine – la sacralità infranta di un calice d’orato aperto su una macchia nera di liquirizia – la sua negazione, il suo più totale annullamento.
Imperative sono anche le bagnati di Giuseppe Gonnella. In una tela di ampie dimensioni il pittore veneziano combina memorie visive eterogenee: in una scena di genere registrata in una amena località balneare egiziana si materializzano figure femminile tetragone. Muscoli in trazione, pose militaresche sullo sfondo di un improbabile porto di Marghera permeato da un’atmosfera inquieta, surreale, cromaticamente siderale. Venezia è anche riflessa nella composita installazione di Giorgio Andreotta Calò. La scoperta di un luogo parzialmente abbandonato contraddistinto da una storia altalenante è stata la prima suggestione visiva per affrontare il tema della perdita e visualizzare il trascorrere inesorabile del tempo. Monumento ai Caduti – titolo del lavoro—è un detrito, il rifacimento in stile dell’ultimo destino della Scalera, sito nei pressi degli studi della Bevilacqua un tempo studios cinematografico e ora maceria
La suggestione visiva della wunderkammer e la definizione d’insieme che impone dal punto di vista matematico una base sufficientemente definita, ma sussiste unicamente tramite il gioco di variabili e costanti, sono particolarmente adatte anche a circoscrivere l’intervento del collettivo 6421. I sei membri del gruppo, tutti egualmente variabili indipendenti, hanno preferito portare a Spritz Time! un lavoro ciascuno per rendere evidente quale il contributo dei singoli rispetto all’esperienza collettiva trascorsa: una mostra nella mostra.
Immagine di Brunno Jahara
Inaugurazione sabato 20 Ottobre alle ore 18.30
Fondazione Bevilacqua La Masa
Dorsoduro, 2826 - Venezia
Orari: dal mercoledì alla domenica dalle 10.30 alle 17.30