Nero d'Avorio. La mostra presenta una serie di oli e di grafiti su carta. La pittura e il disegno dell'artista, si manifestano in una serie di rimbalzi dialettici tra gli opposti. Un contrasto ancestrale e archetipo tra luce e tenebre, tra bianco e nero.
Nero d'Avorio
Martedì 30 ottobre si inaugura presso la galleria Weber & Weber la mostra personale di Daniele Guolo, dal titolo “Nero d’avorio” accompagnata dal catalogo con un testo critico del poeta Dario Capello. Con una serie di oli e di grafiti su carta, la mostra documenta il percorso espressivo più recente dell’artista. I lavori rivelano “interni domestici” imprevedibili e imprevisti, svelando un immaginario domestico inatteso.
E sono proprio i non umani i proprietari della scena, protagonisti indisturbati di salotti e di cucine, riprodotti sulla tela in piccole dimensioni, come in un sogno o un’allucinazione, mentre ci osservano tra i tavoli, le porte, le mensole e i soprammobili di un qualsiasi tinello. Mentre i personaggi umani sono colti dall’interno; sono volti abbozzati, annullati o nascosti che invitano lo spettatore a penetrare al di là della dimensione psicologica o mimetica del tratto.
La pittura e il disegno di Guolo, si manifestano in una serie di rimbalzi dialettici tra gli opposti. Un contrasto ancestrale e archetipo tra luce e tenebre, tra bianco e nero. Bianco sospirato, assoluto della superficie della tela da un lato, e il nero ( Nero d’avorio) contagiante e assediante sempre in agguato, dall’altro. Un ossimoro linguistico: il colore, nero, che trascina con sé nel suo stesso nome il suo opposto ( il bianco dell’avorio ), a rappresentare l’oscurità come radice del percorso verso la luce. Molte le allusioni al contrasto originario e radicale: dall’alternarsi di aree piatte con altre in chiaroscuro, all’uso della linea netta in contrasto al tremolio del flou.
Weber & Weber
Via S. Tommaso, 7 - Torino
Ingresso libero