In mostra una trentina di sculture tra anni '50 e '80 di uno dei protagonisti della vicenda informale italiana. L'intento e' quello di centrare tutta la poetica dell'artista, la preziosita' della materia e la sua operativita' manuale, nel contesto della tradizione dell'astrattismo italiano contemporaneo.
Sculture tra anni Cinquanta e Ottanta
Dopo più di vent’anni dall’ultima esposizione Idee nuove sono oggi a riproporre al pubblico ed alla critica Edgardo Mannucci, pioniere e protagonista della vicenda informale italiana, con la presentazione di una trentina di sculture scelte insieme ad Antonello Rubini e ad Enio D’Incecco. L’intento è quello di centrare tutta la poetica dell’artista, la preziosità della materia, la sua operatività manuale unica, irripetibile nel contesto della tradizione dell’astrattismo italiano contemporaneo.
Ho un ricordo nitido del “fare” di Mannucci nel contesto del suo studio marchigiano; il dinamismo delle sue mani nel corrodere metalli preziosi con l’aiuto della fiamma ossidrica, l’inserimento di vetri-nuclei nella materia che, se pur povera all’origine, sempre più preziosa con il procedere del lavoro.
Ho un ricordo preciso del suo essere uomo, dei suoi pensieri sull’arte, del suo modo di affrontare la vita con la stessa energia cui attingeva per trasformare la materia, persino quella culinaria tanto da riuscire a preparare dei manicaretti così squisiti, come solo un grande chef avrebbe potuto fare, nella sua bella casa di Arcevia circondato dalle opere di Burri e Balla.
Una mostra oggi con l’idea di rappresentare al meglio questo grande scultore marchigiano che è stato per me anche maestro di vita.
Inaugurazione martedì 30 Ottobre 2007, ore 18,30
Galleria Anna D'Ascanio
Via del Babuino, 29 Roma
Ingresso libero