Studiata la scorsa estate, l'installazione che presenta Enzo Bersezio e' in grado di evocare il senso del movimento e del dinamismo, cosi' come la teatralita' del dramma, senza pero' fornire precisi riferimenti ad episodi realmente avvenuti. La capacita' di Bersezio e' quella di inscenare una rappresentazione che fornisce vivo ed immediato il senso dell'evento, il fluire del tempo e della storia, senza ricorrere a facili scorciatoie formali, senza dar vita, cioe', ad un'arte banalmente sociologica o politica. (Edoardo Di Mauro)
Red drawings - news & sculptures
a cura di Edoardo Di Mauro
Enzo Bersezio è un'artista che, con il suo lavoro, testimonia esemplarmente le vicende dell'ultimo trentennio di arte italiana, con un'ulteriore appendice derivante dal suo essere torinese, dal vivere in una città nel bene e nel male emblematica della storia recente dell'arte italiana contemporanea, soprattutto dal punto di vista dell'evoluzione dello stile e dell'anticipazione delle tendenze, in onore al ruolo di laboratorio socioculturale storico appannaggio del capoluogo subalpino. Nel secondo dopoguerra, infatti, dopo un iniziale predominio della Milano dei Fontana e dei Manzoni, è Torino, dopo la parentesi della pop romana, ad assumere un ruolo di capofila, anche rispetto al sistema galleristico e museale, in un' Italia per un certo periodo, almeno fino ai primi anni'80, protagonista di rilievo e proiettata in una dimensione internazionale.
Enzo Bersezio si forma all'interno di questo clima fecondo e vitale, ma non privo delle rivalità e delle tensioni che caratterizzano storicamente una scena che si supporrebbe incontaminata come quella artistica. In questo ambiente germinano spontaneamente spunti estetici avanzati e singole personalità , non sempre riconducibili alla tendenza predominante dell'Arte Povera, l'invenzione teorica e, soprattutto, organizzativa di Celant, capace di conchiudere in un rigoroso sistema artisti talvolta differenti tra loro, basti pensare al caso di Piacentino e Gilardi, esponenti più consoni ad un ambito di minimalismo decorativo il primo, di inedito oggettualismo pop il secondo, rispetto alla produzione di individualità come quelle di Merz, Zorio, Penone ed Anselmo, coerenti assertori dei postulati "poveristi", inquadrabili sostanzialmente come evoluzione dell'Informale verso un'auspicata fuoriuscita dai limiti della bidimensione e come dialogo e scontro tra artificio tecnologico ed universo naturale, il tutto avvolto nell'involucro del clima ideologico di quegli anni.
Il lavoro di Bersezio risente inevitabilmente di quegli umori ma non li asseconda più di tanto e potrebbe, semmai, essere parzialmente accostato alla produzione, per alcuni aspetti deviante rispetto alla norma, di Griffa e di Gastini più inclini, seppure in una accezione minimale, alla manualità pittorica. In realtà Bersezio, insieme ad altri artisti italiani territorialmente disseminati, selettivamente radunabili nell'ambito di una "generazione di mezzo" alla quale ho più volte dedicato il mio impegno critico, ha ben presto manifestato la tendenza a condurre la sua arte verso territori più avanzati, che ben presto, e con assoluta naturalezza, lo porteranno a percorrere un sentiero parallelo a quello delle più giovani generazioni. Unico retaggio al clima delle origini è rinvenibile nell'alto artigianato che presiede alle opere dell'artista torinese ed all'uso predominante di un materiale asciutto e rigoroso come il legno, abbinato a tinte tenui e raramente ridondanti.
Bersezio si fa portatore di un rinnovamento del linguaggio scultoreo, al di là del manierismo attuale dei suoi antichi compagni di strada, in direzione di un minimalismo, di un'architettura dell'immagine tonificata dal ricorso ad una irregolarità formale, ad un sapiente gioco ad incastro, ad un'alternanza di pieni e di vuoti che rendono le sue composizioni familiari per il riferimento simbolico a forme del reale, ed al tempo stesso inedite espressioni astratte, progetti partoriti dalla dimensione dell'interiorità . Non a caso, stante il forte elemento progettuale presente nelle opere, l'artista è in grado di esprimersi efficacemente anche in ambito bidimensionale, con la realizzazione di tele simboleggianti efficacemente i suoi schemi visivi, le sue traiettorie formali. In questa personale presso "Fiorile Arte", intitolata "Red Drawings-News Sculptures" Bersezio dà prova efficace di questo dualismo, con una installazione concepita appositamente per la galleria bolognese. Due sue tipiche sculture, agili, svettanti ed acrome, vengono circondate da una serie di tele disposte concentricamente, la cui caratteristica più evidente è, fatto insolito per l'artista, una colorazione squillante, un rosso intenso e sanguigno, su cui balenano agili rapide e nervose grafie, pulsazioni segniche dinamiche ed aggressive, tracciate con sapiente senso ritmico.
Studiata la scorsa estate, questa installazione è in grado di evocare il senso del movimento e del dinamismo, così come la teatralità del dramma, senza però fornire precisi riferimenti ad episodi realmente avvenuti. La capacità di Bersezio è quella di inscenare una rappresentazione che fornisce vivo ed immediato il senso dell'evento, il fluire del tempo e della storia, senza ricorrere a facili scorciatoie formali, senza dar vita, cioè, ad un'arte banalmente sociologica o politica. La grande capacità simbolica dell'arte è propria quella di indurre alla riflessione con il tramite della poesia, di riscattare il lutto con il richiamo alla bellezza, come Enzo Bersezio ci dimostra.
Edoardo Di Mauro, novembre 2001.
Inaugurazione sabato 17 novembre 2001 alle ore 18
Orario: da mercoledì a sabato ore 16-19
Fiorile Arte
via Nosadella 37/d Bologna