Pianissimo Contemporary Art
Milano
via Ventura, 6
02 2154514
WEB
Distortion of an unendurable reality
dal 13/3/2008 al 25/4/2008

Segnalato da

Pianissimo




 
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13/3/2008

Distortion of an unendurable reality

Pianissimo Contemporary Art, Milano

Nel video di Guy Ben-Ner l'artista saccheggia le opere di un museo ricavandone materiale da costruzione per una bicicletta. Wojciech Gilewicz usa la pittura per indagare l'efficacia dell'arte contemporanea nel rapportarsi con la realta'. Nei video di Alex Hubbard lo schermo e' teatro di una sconclusionata serie di interventi performativi. Assan Smati crea forme solo potenzialmente monumentali, in sculture rivisitate alla luce del fallimento degli stessi ideali che sembrerebbero rappresentare.


comunicato stampa

................english below

Art is the distortion of an unendurable reality... Art is correction, modification of a situation; art is communication, connection... Art is social, self-sufficient, and total. Jean Tinguely.

Capita, a volte, di tornare sui propri passi, di scoprirsi attratti dalle macerie di ció che si é distrutto, persi nello stupore assorto che tanto spesso segue l’azione, in attesa di un segnale di nuova vita. Nel loro continuo rincorrersi e rimpiazzarsi, distruzione e creazione sono state alla base del discorso artistico contemporaneo, divenendone col tempo una delle principali ossessioni. Questo stato di continuo divenire ha portato alcuni artisti a concentrarsi proprio sulla natura transitoria dei processi creativi, avvicinandoli all’impermanente, al fragile, al relativo. In un articolo dedicato al lavoro di Alex Hubbard il critico Joshua Johnson ha giustamente notato come questa attitudine non rappresenti tanto l’ennesimo esercizio di stile sul declino del modernismo quanto piuttosto una sprezzante satira di quello stesso luogo comune.

Nel video “I’d give it to you if I could but I borrowed it”, Guy Ben-Ner ed i suoi due figli saccheggiano irriverentemente le opere di un museo di arte contemporanea ricavandone materiale da costruzione per una normalissima bicicletta da passeggio. La bicicletta si rivela lo strumento per un particolarissimo “viaggio” collettivo dai risvolti decisamente psichedelici. Lo sterile silenzio delle sale del museo sembra essere ad anni luce di distanza. Wojciech Gilewicz utilizza la sua notevole abilitá pittorica ai fini di una pratica performativa e concettuale volta ad indagare l’efficacia dell’arte contemporanea e la sua capacitá di rapportarsi con la realtá che la circonda. Gilewicz invade la quiete dei contesti urbani e suburbani in cui si muove con fedeli riproduzioni ad olio della loro degradata banalitá, sovraimponendole ad essa. Tolti dal contesto urbano a cui idealmente appartengono, i quadri di Gilewicz si presentano prevedibilmente come grandi e piccoli monocromi, astrazioni grigiastre, frammenti di un discorso artistico svelato in tutta la sua raggelante incomunicativitá.

Nei video di Alex Hubbard lo schermo diviene al contempo superficie pittorica, improbabile piedistallo e teatro di una sconclusionata serie di interventi performativi. Il rincorrersi delle azioni cita gesti e movimenti chiave della storia dell’arte contemporanea, sconfinando spesso e volentieri nel vocabolario visivo del cinema e della televisione. Creazione e distruzione si susseguono senza sosta, lasciandoci in preda ad una sorta di facinazione stupefatta, di fronte alla esuberante visualitá di questa insensata ricerca del nuovo. Assan Smati crea forme e strutture solo potenzialmente monumentali, in sculture rivisitate e corrette alla luce del fallimento degli stessi ideali che sembrerebbero rappresentare. Ció che resta é l’ingombrante reliquia di un passato cronologicamente lontano ma vivo e presente nella materia vibrante e nell’aspetto aggressivamente incompiuto della scultura.

........................english

Art is the distortion of an unendurable reality... Art is correction, modification of a situation; art is communication, connection... Art is social, self-sufficient, and total. Jean Tinguely.

It happens sometimes to step back and find ourselves attracted by the ruins of what we have destroyed, lost in that pensive stupor that so often follows action, waiting for a sign of new life. In their continuous chasing each other, destruction and creation have been at the foundation of the contemporary artistic discourse, becoming along the way one of its main obsessions. This state of continuous becoming has lead several artists to concentrate on the transitional nature of the creative processes, approaching the impermanent, the fragile and the relative. In an article dedicated to the work of Alex Hubbard, the critic Joshua Johnson noticed how this attitude, more than being the ultimate exercise on the “decline of modernism”, actually records as a humorous satire of that tired truism. In the video “I’d give it to you if I could but I borrowed it”, Guy Ben-Ner and his two kids nonchalantly burglarize a contemporary art museum, scoring construction material for the in-site fabrication of a common bicycle. The bike will become instrumental to a very particular collective “trip”, with unexpected psychedelic overtones. The sterile silence of the museum halls seems now light-years away.

Wojciech Gilewicz exploits his painting skills in a concept-based performative practice that questions the agency of contemporary arts and their ability to relate to different contexts. Gilewicz invades the quiet of the urban and suburban environments he moves in with faithful reproductions of their degrade and banality that he finally super-imposes to the real thing. Apart from the context they ideally belong to, Gilewicz’s paintings present themselves as small and medium-large monochromes, grey-ish abstractions, fragments of an interrupted artistic discourse, revealed in all of their icy incommunicativity. In Alex Hubbard’s videos the screen simultaneously becomes picture plane, unlikely pedestal and theater of an incoherent series of per formative acts. Chasing each other, the actions quote key gestures and movements in contemporary arts history, often co-opting the visual vocabulary of cinema and television. Creation and destruction follow each other continuously, leaving us to a sort of fascinated stupor, facing the exuberant visuality of this meaningless search for the “New”. Assan Smati creates forms and structures in which the monumentality is expressed as mere potential. The sculptures are conceptualized and elaborated assuming the failure of the ideals and ideologies that they seem to represent. What’s left is the bulky ghost of a chronologically far-away past, still alive and present in the vibrant substance and hard-edged fabrication of the sculpture.

Opening: 14th March 2008 h. 19

Pianissimo Contemporary Art
via Giovanni Ventura, 5 - Milano
Mar – Sab: 15.00 – 19.00 / Tue – Sat: 3 – 7 pm
Ingresso libero / Free admission

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