The Marque of the Third Stripe. Il progetto, interamente focalizzato sulla celebre figura di Adi Dassler, fondatore nel noto brand sportivo Adidas, si articola in un corpo di lavori che spaziano dal collage al video, dalla scrittura tout court all'installazione site specific. L'artista opera una messa in scena attraverso una decostruzione dello spazio espositivo che segue un impianto modernista.
La galleria Monitor è orgogliosa di presentare per la sua prima personale in Italia e terzo appuntamento del programma di brevi residenze per giovani artisti internazionali, l’artista inglese Alexandre Singh (Bordeaux, 1980).
Il titolo della mostra ricalca il complesso progetto The Marque of the Third Stripe, già realizzato da Singh per East International alla Norwich Gallery (luglio 2007), Norwich, UK e al Royal College di Londra (maggio 2008).
The Marque of the Third Stripe, interamente focalizzato sulla celebre figura di Adi Dassler, fondatore nel noto brand sportivo Adidas, si articola in un corpo di lavori che spaziano dal collage al video, dalla scrittura tout court all’installazione site specific.
In un’atmosfera fatta di ombre e luci, in “una cittadina annidata in una regione dove lo spettro allarmante delle Alpi si impone sulle valli più basse” si attende alla nascita di una grande fabbrica, in cui si forgiano scarpe e anime, mentre un oscura presenza abita un castello che vede mura ergersi nell’arco di una notte, e l’intera popolazione della città di Herzogenaurach assiste all’eterna lotta tra l’umano e il divino.
Il racconto delle gesta di Dassler, sviluppato seguendo la migliore tradizione della letteratura di matrice squisitamente gotica, viene narrato da sei voci di donne portoghesi, avvolgendo lo spettatore in una sequenza ipnotica di pattern e simboli geometrici.
Nel caso di Monitor, Singh opera una mese en scene attraverso una decostruzione dello spazio espositivo della galleria realizzando un environment che segue le linee guida dell’architettura preesistente creando un’interazione di nuovi spazi e volumi secondo un impianto di matrice modernista (o forse come sottolinea Kate Stancliff, di astrazione modernista).
Fanno da coltraltare nello spazio, una scultura su larga scala, anch’essa site-specific e in relazione all’installazione e una serie di diciassette grandi stampe che illustrano le pagine del racconto.
Alexandre Singh (Bordeaux 1980, vive a New York).
Solo Exhibition: 2008, Jack Hanley Gallery, San Francisco, USA (forthcoming); Hello Meth Lab in the Sun, Ballroom, Marfa, Texas; UNCLEHEAD, Museu da Electricidade, Fundacao EDP, Lisbon; 2007, The Marque of The Third Stripe, White Columns, New York.
Group Exhibition: 2008, Art Cannot Be Untaught, La Rada, Locarno; Of this Tale, I cannot guarantee a single word, Royal College of Art, London; A New Hight in Getting Low, Artnews Projects, Berlino e John Connelly Presents, New York; 2007, East International Norwich; 9 or 10 works I used to like, in no order, Monitor, Roma; The First Antechamber, Projects Arts Center, Dublino; Temporary Measures, Associates, London; 2004, Romantic Detachment, PS1, New York.
Monitor
viale delle Mura Aurelie, 19 - Roma
Ingresso libero