"I giullari sauriani di Abbiati non fanno chiasso, soffrono semmai - muti - nella nuova pelle che sono costretti a portare come dannati danteschi. Soli, o accerchiati da figure in bilico tra la fiaba e il grottesco, questi ominidi riflettono le incoerenze di idoli truffatori..."(L. Beatrice)
A cura di Luca Beatrice
Il fauno parla e il grillo osserva il suo dialogo con il giullare da tre teste.
Il mito del passato è la parodia dell’eroe del presente.
Le storie si inventano, intrecciano e alternano personaggi dal dna confuso, umanoidi senza anima, il cui malessere si fa estensione corporea che modifica le forme; accadeva già con i ciuchini compari di Pinocchio, che spaventavano generazioni di infanti dal divertimento facile. La letteratura porta con sè un fantomatico album di ritratti, personaggi irreali che sfilano nell’immaginario collettivo.
Gli eroi di oggi sono i manichini di quel carnevale. Giullari più che eroi.
I mostri li lasciamo al medioevo, che ancora i mostri, quelli veri, non li conosceva e si limitava a inventarli.
La nostra è una sfilata di creature al limite tra coscienza e istinto, immaginazione e immaginario costituito.
Raccontare personaggi inventati e costruire attorno ad essi storie è un piacere antico; è la diretta rielaborazione onirica di menti che interpretano nel sogno – o nell’incubo – la trasfigurazione del reale.
I giullari sauriani di Abbiati non fanno chiasso, soffrono semmai - muti - nella nuova pelle che sono costretti a portare come dannati danteschi. Soli, o accerchiati da cori asmatici di figure in bilico tra la fiaba e il grottesco, questi ominidi che tendono al bestiale – è la fisiognomica a trasfigurare le sembianze? – riflettono le incoerenze di idoli truffatori.
“Nei tratti del nostro volto è scolpito il ritratto della nostra anima” sosteneva il filosofo Thomas Browne nel VII secolo.
Questi snaturati esseri sono basilischi che hanno perso il loro potere: sono buffi, e non impauriscono. La goffaggine da spauracchio inerme, impietosisce se l’occhio giudice è sorridente ma spietato. Il travestimento si trasforma in incomunicabilità. È un po’ come guardarsi allo specchio e scoprire che il silenzio di un’immagine parla, ma non consente un dialogo.
Luca Beatrice
Inaugurazione mostra: 13 Novembre 2008 ore 19
Galleria Aus18
Via Ausonio 18 - Milano
Orari mostra: Lun/Ven 10.00 - 13.00 / 15.00 - 19.00. Sabato su appuntamento - Domenica chiuso
Ingresso libero