Black Brain. La mostra si pone come luogo di conoscenza del processo di costruzione dell'opera partendo dalla fine di Black Brain 1 e mostrando la strada che porta a Black Brain 2 e 3. La tesi e' che con l'opera possiamo avere solo un rapporto di fiducia. La sua presenza e' sempre parziale e parziale sara' sempre la nostra capacita' di leggerne i diversi livelli di esistenza nel suo rapporto con la storia presente, passata e futura.
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In occasione della personale da Massimo Minini il grande dipinto 'Black Brain 1',
dopo essere stato esposto alla Quadriennale di Roma presso il Palazzo delle
Esposizioni, viene inserito in un cilindro d'acciaio specchiante ritornando così al
suo principio di pura memoria, oblio e tensione verso l'idea. La forma specchiante
riflette solo l'esterno ed il comprensibile, mentre nasconde l'interno e il suo
contenuto (ciò che non è intelligibile). Si assiste ad un ribaltamento prospettico
tra il senso intimo dell'opera ed il luogo della sua fruizione. Il cilindro è
l'unico elemento presente nella prima sala.
Una mensola, costruita con il legno recuperato dal telaio di 'Black Brain 1',
sorregge la documentazione della presentazione al pubblico dell'opera 'Black Brain
1', attraverso il catalogo della mostra della Quadriennale. La documentazione non è
completa e mostra il dipinto non terminato.
Nella seconda sala Chiasera ricostruisce lo studio dell'artista, il luogo privato
sede della creazione dell'opera esponendo i disegni preparatori. Lo studio irrompe
nello spazio pubblico della galleria generando uno spostamento di senso in cui non è
più possibile cercare l'opera, con le sue connotazioni particolari, ma il senso del
lavoro nelle sue componenti generali. I bozzetti mostrano per mezzo della
decorazione la tensione verso l'idea, ma il codice rimane criptato ed in superficie
si percepisce solo l'atto del fare attraverso la coazione a ripetere del motivo
decorativo, che si sviluppa su codici magici rilevabili nelle sequenze numeriche di
Fibonacci.
Fuori dallo spazio pubblico della mostra, nell'ufficio e negli spazi privati di
Massimo Minini, vengono presentati due dipinti su tela, frutto dei disegni
preparatori esposti in galleria. L'artista documenterà con fotografie l'interazione
del pubblico con questi due nuovi lavori. I quadri dopo essere stati visti negli
spazi privati del gallerista, verranno successivamente racchiusi all'interno di
altrettanti forme d'acciaio, come protezione, riposo e oblio del senso del fare.
La mostra in galleria si pone come luogo di conoscenza del processo dell'opera
partendo dalla fine di 'Black Brain 1' e mostrando la strada che porta a 'Black
Brain' 2 e 3. La tesi è che con l'opera possiamo avere solo un rapporto di fiducia.
La sua presenza come essere opera sarà sempre parziale e parziale a sua volta sarà
la nostra capacità di leggerne i diversi livelli di esistenza nel suo rapporto con
la storia presente, passata e futura.
Inaugurazione sabato 22 novembre ore 18
Galleria Massimo Minini
Via Apollonio 68 Brescia
La galleria è aperta dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 19.30
sabato dalle 15.30 alle 19.30
ingresso libero
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Paolo Chiasera
The Origin of Black Brain
After being displayed at Palazzo delle Esposizioni during the Quadriennale in Rome, the great painting dubbed ‘Black Brain 1’ at Massimo Minini gallery has been inserted in a reflecting steel cylinder, thus returning to its principle of pure memory, oblivion and focus on the idea. The mirroring shape only reflects the exterior and the comprehensible; it conceals the interior and its contents, which are not intelligible. We witness a reversal of perspective between the intimate sense of the work and its place of creation. The cylinder is the only element present in the first hall.
A shelf, built of wood from the frame of ‘Black Brain 1’, supports documentation presenting the work to the public, via the catalogue for the Quadriennale. The documentation is not complete and shows the unfinished painting.
In the second room Chiasera reconstructs the artist’s studio, the private place where he created the work and the preparatory drawings are on display. The studio opens out into the public part of the gallery, generating a change of sense, in which it is no longer possible to seek the work, with its particular connotations, but rather the sense of the work in its general components. The sketches use decorations to focus on the idea, but the code remains encrypted and all that is visible on the surface is the act of doing through the compulsion to repeat the decorative motif, which is developed in magical codes detectable in the Fibonacci series.
Two canvases, based on the preparatory drawings on display, can be viewed in Massimo Minini’s office and private space, separate from the public part of the gallery. The artist uses photographs to document the visitors’ interactions with these two works. After being exhibited, each painting will be enclosed in a steel container, providing protection, rest and oblivion from the sense of doing.
The purpose of this exhibition is to reveal the process of the work, starting from the end of ‘Black Brain 1’ and showing how it leads on to ‘Black Brain’ 2 and 3. The idea is that we can only enter into a relation of trust with the world. Its presence as a work will always be partial, as will our ability to read the different levels of existence in its relation to history, present, past and future.
Opening on Saturday 22nd November at 6 p.m., until 17th January 2009
Galleria Massimo Minini
Via Apollonio 68 Brescia
The gallery is open Monday to Friday from 10.30 a.m. to 7.30 p.m.; on Saturdays from 3.30 to 7.30 p.m.